Risiko Ue: “Progetto nato per fallire”
Mercoledì, Maggio 30th / 2012
– di Domenico Apicella e Sergio Basile –
Unione europea / Fallimento / Eurozona / Euro / Piigs / Bruxelles / Crisi / Portogallo / Irlanda / Italia / Grecia / Spagna / Sovranità monetaria persa / Sovranità nazionale smarrita / Nato / Usa / Europa / Russia / Risiko / Indifferenza dei media / Geopolitica / Dittatura / Corsa all'accaparramento delle risorse / Vangelo / Stati Uniti d'Europa / Domenico Apicella / Sergio Basile / Quii Europa / Barack Obama / Delors / Piano Delors
Risiko Ue: “Progetto nato per fallire”
E' tutto un grande Risiko" per l'accaparramento
delle risorse: Delors sapeva tutto!
L'euro ci ha portatoverso una nuova dittatura
Siamo già senza saperlo gli Stati Uniti d'Europa
Risiko Ue - Un Piano nato per fallire
Bruxelles – Ci domandiamo oramai costantemente che fine faremo oppure se saremo in grado di reggere le politiche imposte dal “fiscal compact” o ancora se riusciremo a rimanere in un regime monetario europeo che si fa sempre più pressante; domande senza risposta,oppure no? I mercati hanno perso la fiducia nei confronti dei paesi Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna), ed in coda a questa classifica possiamo senza dubbio aggiungere l’Italia. Tuttavia fino a pochi anni fa il rendimento dei titoli dei paesi poc’anzi citati era perfettamente allineato con quelli dei paesi economicamente più avanzati, come la Germania (anzi per il vero la Germania non riusciva ad avere un surplus, mentre l'avanzo dell'Italia era da record: il Nord Italia era la regione di gran lunga più sviluppata d'Europa, tra le prime al mondo) ed allora nell’arco di un lasso di tempo così residuale, quale fattore scatenante ha innescato questo repentino e radicale mutamento di circostanze? Intorno al 2007/2008, come noto, ci fù la crisi finanziaria americana, che illustri economisti della stessa area avevano definito un episodio circoscritto al continente di riferimento; d’improvviso poi in Europa si percepì il sentore che questo fenomeno distruttivo si fosse spostato verso est, avesse oltrepassato l’atlantico sino al definitivo approdo nelle coste spagnole, per diffondersi poi rapidamente su tutto il vecchio continente. Geograficamente sarebbe difficile giustificare una concatenazione così capillare di eventi tra continenti differenti,finanziariamente invece è semplicissimo: è stato il sistema bancario europeo, strettamente connesso a quello statunitense a trasportare questa crisi ed a contribuire al raggiungimento di due risultati diametralmente opposti: da una parte l’inizio della fine dell’euro, dall’altra il “rinsaldamento” del dollaro.
Perché il crollo dell’euro?
Perché si sommeranno due problematiche: 1) la non sostenibilità dei debiti sovrani per stati in difficoltà economica; 2) Una pseudo-crisi bancaria europea senza precedenti: che per la verità non convince molto, visti i lauti e continui regali della Bce al sistema bancario, la speculazione sul debito degli stati in difficoltà e il monopolio del sistema bancario privato di rifinanziare l'economia dagli stati (affidatogli proprio dall'Ue, in virtù a quando previsto nell'Art. 123 del Trattato di Lisbona). Si aprirebbe allora uno scenario alternativo di salvezza, dove si paventa che i paesi della tripla A (oggi Germania, Finlandia eLussemburgo) possano garantire, insieme a tutti gli altri paesi dell’eurozona, il debito europeo (interamente considerato) attraverso la costituzione degli “eurobond”. Ma sinceramente vediamo questa soluzione come un’ulteriore cessione di sovranità, questa volta non ad un entità sovranazionale come l’Unione europea ma ad uno stato o ad un’elite di stati parimenti importanti a livello internazionale, che ci porterebbe ad una dipendenza non più soltanto nei confronti dei “super paesi mondiali” come Stati Uniti d'America e Cina, ma anche nei confronti di paesi microscopici a livello demografico come il Lussemburgo (con il Belgio, tra le patrie europee più ambite dalle multinazionali).
Un semplice esempio
Per realizzare concretamente l’idea che vorremmo far passare è utile un esempio: sarebbe come se chiedessi ad uno strozzino dei soldi da destinare ad un altro strozzino a cui mi ero rivolto in precedenza (un circolo vizioso che comporterebbe una situazione ancora più insostenibile). O si ricorre ad interventi strutturali a livello interno ed a livello europeo o non esiste più la speranza di un’Europa coesa e solida. Perchè piuttosto non rinazionalizzare le Banche centrali? Ciò porterebbe i cittadini a non esser costretti ad acquistare a tassi da usura il proprio denaro.
Gli "insensibili"
Secoli di travaglio per far nascare degli stati sovrani ed indipendenti e poi una manica di tecnocrati in pochi mesi ci vorrebbe costringere a buttare tutto nello scarico. Ma è mai possibile che importanti giornali come Il Sole 24Ore, La Repubblica e Il Corriere della Sera non lo capiscano e non sensibilizzino intal direzione l'opinione pubblica?
"Welcome" negli "Stati Uniti d'Europa"!
Se da un punto di vista economico non siamo indipendenti ed autonomi, nondimeno possiamo ritenerci tali da un punto di vista politico-militare: infatti dal summit di Chicago è emerso che la Nato vorrebbe estendere lo “scudo” nel Vecchio continente, per ottenere una difesa più forte e più capace in Europa, a patto tuttavia che la Nato stessa rimanga sempre sotto il comando USA, praticamente un indiretto esercizio del potere militare statunitense nei confini europei. Installare radar in Turchia, missili intercettori in Romania e Polonia e navi da guerra “Aegis” nel Mediterraneo, è questo il piano degli Usa. Si azionerebbe così, un controllo sistematico e costante negli stati baltici ed in tutta l’Europa; ciò non lascia impassibile Vladimir Putin, ed evidentemente la reazione Russa non tarda ad arrivare. I Russi, infatti, in questa sorta di "Grande Risiko" mondiale, interpretano il tutto come un chiaro avvertimento, un’evidente minaccia, rilanciando contromisure attraverso l’installazione di un radar e di missili mobili Iskander, nell’enclave Kalliningrad. Gli Usa, dal canto loro, nelle scorse ore hanno tranquillizzato (si fa per dire) la reazione dell’ex armata sovietica, sostenendo che questo sia semplicemente un atto precauzionale nei confronti delle minacce iraniane. Ma in questa lotta per l'accaparramento delle risorse mondiali, è tutta una questione di geopolitica. Tutto un bluff dunque! Ovvio! Forse anche noi siamo un bluff, anche il progetto europeo è stato un bluff: e il vecchio caro Delors, nel suo celeberrimo "Piano", ne sapeva di certo più di noi. Lui la sapeva davvero "lunga"!
Qualcuno lassù vede e provvede
Ciò accade sotto il nostro naso e tra la "distrazione di massa" generale, dunque, mentre si instaura un clima di tensione mondiale, ci si prepara ad uno scenario apocalittico di guerre atomico-nucleari, e dal canto suo l’Europa che fa? Dice: "prego entrate, fate come se foste a casa vostra! O forse lo è già da un pezzo? A voi la facile e sconcertante risposta. Allora in questo clima surreale e pesante, se non fossimo evidentemente illuminati dalla luce della fede nell'unico vero Dio e del Vangelo, non vedremmo all’orizzonte nessun lume di salvezza, forse è vero: siamo nati per fallire. Ma evidentemente c'è lassù qualcuno infinitamente più saggio ed "infinito" rispetto alle piccole, meschine e scellerate divinità terrestri, che vede e al tempo giusto provvede! Amen!
Domenico Apicella, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)