Morire per la Nazione e per il Prossimo

Sabato, Aprile 12th/ 2014

di Sergio Basile e Rev. Xavier Romero – 

Qui Europa, Vangelo, V Sabato di Quaresima, morire per la nazione e per il prossimo, il senso della Pasqua, felice colpa, verità, tutto è provvisorio solo Dio è eterno, Rev. Xavier Romero, Lleida – Spagna 

Morire per la Nazione e per il Prossimo

Nel tempo dell'inganno globale, dire la verità mettendosi

in gioco è il gesto più rivoluzionario

Il carrierismo degli uomini di potere oggi è un freno

immorale e perverso da rimuovere senza esitazioni…

 

di S.B. / Redazione Qui Europa

ideologia del carrierismo - morire per la nazione

 Morire per la Nazione                                                                                               
 

Catanzaro, Lleida – Il Vangelo odierno ci apre al "mistero rivelato" della Santa Pasqua, spiegandoci che il sacrificio di Gesù e il dolore furono necessari a donare agli uomini una nuova e straordinaria consapevolezza: la morte e la menzogna sono stati vinti allora come oggi. Per questo perfino il peccato originale nel preconio pasquale è indicato con la curiosa e per certi versi paradossale espressione"felice colpa". Colpa, errore, peccato, linea storta, attraverso la quale Dio ci insegna il valore del sacrificio per il Prossimo (la forma più alta di amore che possa esistere) ed a metterci in gioco ogni giorno affinché la verità, malgrado gli scoraggiamenti quotidiani e gli errori, possa trionfare. Ma la prova più grande spesso e volentieri non può prescindere dal mettere in gioco tutto quello che si ha: compresa la stessa vita. Ciò nella consapevolezza (dice San Paolo nella Lettera ai Romani Cap. 8,18-25) che le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi".

 Nel tempo dell'Inganno e del Grande Tradimento                                         

Oggi, nel tempo dell'inganno globale e del grande tradimento che gli uomini di potere e responsabilità, in gran numero – e uniti da una diabolica e spavalda intesa – stanno perpetrando ai danni dei popoli (ai danni dei figli di Dio)  il gesto più grande e nobile dinanzi a Dio e ai fratelli è quello di dire la Verità. La verità è spesso scomoda, ma necessaria… Verità su quel che accade intorno a noi (crisi-truffa, debiti fittizi, imbrogli finanziari, cultura del genocidio, persecuzioni, distruzione della famiglia e del creato) a rischio di mettere in ballo – o da parte – la carriera, il posto, le sicurezze acquisite…. tutto è provvisorio, solo Dio è eterno. Siamo dunque chiamati a morire ogni giorno… anche ad esporci a critiche e sarcasmi vari, senza per questo indietreggiare di un passo. La Pasqua di ciascuno prefigura una Risurrezione eterna e un grande riscatto. Lo steso non si potrà dire per i traditori dei popoli e di Dio. Lo stesso non si potrà dire per i corrotti che neppure la Misericordia di Dio potrà riscattare, come ha ribadito Papa Francesco durante l'omelia nella recente Messa celebrata dinanzi ai politici italiani (vedi qui – L’Umiltà è la Verità: questioni di Coscienza ). "Dio perdona i peccatori, non i corrotti" (aggiungiamo: laici o clericali che siano!) che scelgono fino alla fine e consapevolmente uno stile di vita ed una ideologia contraria allo stesso Vangelo, innalzandola a religione.

 La consapevolezza della corruzione                                                                     

Consapevolezza che emerse chiaramente anche dalla prefazione al libro di Mons. Michel Schooyans, "Nuovo Disordine mondiale", sritta di proprio pugno dall'allora cardinal Ratzinger (1997), nella quale quello che sarebbe divenuto il successore di Giovanni Paolo II sul soglio pontificio, mise in guardia dal credo laicista e dissacrante del "Nuovo Ordine Mondiale" e dalle sue tentazioni (carrierismi compresi) denunciando senza peli sulla lingua le false dottrine liberalcapitalistiche e socialcomuniste, riconducibili a falsi profeti come Adam Smith e Karl Marx. Due facce della stessa medaglia che hanno portato all'attuale modello piramidale su scala mondiale dove non c'è spazio né per i poveri, né per i deboli, né per la Verità.

S.B. Redazione Qui Europa

 

Commento al Vangelo

del Rev. Xavier Romero, Lleida – Spagna

ideologia del carrierismo - morire per la nazione

 Morire per la nazione e per riunire i figli di Dio che erano dispersi          

Lleida – Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi – Oggi, in cammino verso Gerusalemme, Gesù sa di essere perseguitato, vigilato, sentenziato, perché quanto più grande e inedita è stata la Sua rivelazione – l’annuncio del Regno  più ampia e più chiara è stata la divisione e l’opposizione che ha trovato fra gli ascoltatori (cf.Gv 11,45-46). Le parole negative di Caifa, «E’ conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo e non vada in rovina la nazione intera!» (Gv 11,50), Gesù le assumerà positivamente per il compimento della nostra redenzione. Gesù, il Figlio Unigenito di Dio, sulla Croce muore per amore a tutti noi! Muore per realizzare il progetto del Padre, cioè «riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11,52). Ed è questa la meraviglia e la creatività del nostro Dio! Caifa, con la sua sentenza («E’ conveniente per voi che un solo uomo muoia…») non fa altro che, per odio, eliminare un idealista; invece, Dio Padre, all’inviare Suo Figlio, per amore verso di noi, fa qualcosa di meraviglioso: trasforma quella sentenza malevola in un atto d’amore redentore, perché per Iddio Padre, ogni uomo ha il valore di tutto il sangue sparso da Gesù Cristo!

 Felice colpa che meritò un così grande Redentore                                        

Tra una settimana  nella solenne vigilia pasquale  canteremo il `Preconio Pasquale´ Attraverso questa meravigliosa preghiera, la Chiesa paradossalmente "elogia" il peccato originale (lo chiama "felice colpa"). E non lo fa perché ignori la sua gravità, ma perché Dio – nella Sua bontà infinita – ha realizzato `prodigi´ come risposta al peccato dell’uomo. Vuol dire che, di fronte al “dolore originale”, Lui ha risposto con l’Incarnazione, con l’immolazione personale e con l’istituzione dell’Eucaristia. Perciò la liturgia, il prossimo sabato canterà: «Che meraviglioso beneficio del tuo amore per noi! Che incomparabile tenerezza e carità! Oh felice colpa che ci fece meritare un sì grande Redentore!». Voglia il Cielo che i nostri pensieri, parole e azioni, non siano di impedimento per l'evangelizzazione, giacché da Cristo abbiamo ricevuto anche noi la missione di riunire i figli di Dio dispersi: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19).

Don Xavier Romero (Lleida,Spagna) / Redazione Qui Europa

 

Testo del Vangelo della V settimana di Quaresima

ideologia del carrierismo - morire per la nazione

 "Se lo lasciamo continuare così tutti crederanno il Lui…."                          

Testo del Vangelo (Gv 11,45-56): «In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, (ossia la risurrezione di Làzzaro – vedi qui alzati e Cammina )  credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazionee non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersiDa quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». (Gv 11,45-56)

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