La Spagna, il Rating e il pozzo senza fondo del debito – Prossima vittima l’Italia?

Giovedì,  Giugno 14th / 2012

– di Sergio Basile e Silvia Laporta –

Spagna / Eurozona / Declassamento / Rating / Fitch / Commissione Ue / Speculazione / Sistema perverso / Strategie mercatiste dittatoriali / Italia / Debito fittizio / Pozzo senza fondo / Il pozzo senza fondo della speculazione / Il debito senza fine 

Spagna: i "regali" europei alle banche non basteranno

E' un pozzo senza fondo studiato ad arte

Ora potrebbe toccare alle banche italiane ricevere i "famigerati

aiuti", complici le solite agenzie di rating

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Madrid, Bruxelles, Roma –  Nelle ultime 48 ore abbiamo assistito all'ennesimo attacco "mercatista" portato con prepotenza verso la Spagna: ed ecco che come per magia è giunta, con la solita puntualità da orologio svizzero, la perentoria ed impietosa mannaia del rating a creare confusione e scompiglio tra la popolazione iberica. L’agenzia Fitch, infatti, ha tagliato il rating a 18 banche spagnole, e ciò dopo aver riservato medesima sorte ai colossi del calibro di Santader e Bbva. Secondo le giustificazioni della discussa ed indagata – non scordiamolo – agenzia newyorkese le colpe del declassamento non sarebbero frutto di accordi sottobanco – come molte procure pare stiano vagliando – ma bensì della gigantesca bolla immobiliare che – sempre secondo Fitch – potrebbe compromettere l’intero portafoglio crediti di alcune banche che potrebbero subire ulteriori peggioramenti”. 

 Il Rating e i nuovi "guadagni facili " delle banche: interessi e aiuti  

E beh, una preoccupazione lecita, ma fino ad un certo punto! Come farebbero a essere pagati i mutui di centinaia di possessori di case, se questi non dispongono più di un reddito? ovvio! Sarebbe impossibile. Ma il punto è che ad impedire i pagamenti e l'onorabiolità dei mutui spagnoli sono proprio gli esorbitanti livelli di tassazione che il Consiglio Ue ha imposto ai disgraziati e martoriati cittadini, in nome della "crescita". Roba da matti! E dopo il danno l'ulteriore beffa del rating: nuovi declassamenti, nuovi aumenti del famigerato spread e nuovi esorbitanti interessi da pagare alle banche che investono (speculando) sul debito spagnolo. Ciliegina sulla torta gli aiuti – li chiamano così – alle stesse banche ingrassate dalla speculazione. Meccanismo che non regge, palesementer assurdo, ma che tiene sotto scacco tutta l'Eurozona.

 Commissione e investitori bevono insieme al calice della speculazione 

La Spagna è in piena recessione economica. La disoccupazione è arrivata ormai al livello esorbitante del 24%. Verso il 50% quella giovanile, soprattutto nelle regioni più periferiche. Secondo una simulazione sul reale stato di salute delle banche spagnole, implementata dagli analisti di Credit Suisse, in vista di un eventuale peggioramento della situazione del settore, il sistema del credito spagnolo, potrebbe arrivare a accumulare perdite per 250 miliardi, cifra che corrisponde a un quarto del Pil di Madrid. Tuttavia, finchè l'unico arbitro della partita sarà il "fantomatico mercato" – e saranno le stesse banche – la visione reale del problema sarà sempre mistificata ed annebiata. La Commissione europea, in questo, evidentemente ha una colpa enorme, dal momento che dovrebbe vietare – con opportuno pacchetto di misure – che Fitch & Co prendano di mira stati sovrani e soprattutto stati – come oggi la Spagna – in forte recessione economica. Ma il gioco delle parti ormai è fin troppo chiaro. Di aiutare gli Spagnoli – cioè i cittadini – in realtà non ne ha voglia nessuno. Il solo obiettivo dei "privati" e dell'Unione è quello di reggersi il moccolo a vicenda, bevendo a dismisura nel dolce e velenoso calice della ricchezza facile ed artifiziosa, come un vizioso padre di famiglia ubriaco, alle spalle della sua famiglia e dei suoi figli.

 Costruttori di un pozzo senza fondo  

Dunque i "costruttori europei" hanno creato un pozzo senza fondo, il pozzo del debito inestinguibile. Ma la domanda è una! Se una situazione è irrimediabile, perchè continuare ad andare avanti così a spese della povera gente? Basterebbe cambiare le regole del gioco e d'improvviso addio alla speculazione, addio al debito "non onorabile e perverso" e Spagna fuori dalla crisi. Infatti, conti alla mano, sebbene le perdite nel settore immobiliare – stimate per 155 miliardi di euro – siano una nota molto dolente ma prevedibile,  sorprendono quei 94 miliardi attesi di buco sul settore non-immobiliare. Se si sommano mutui, crediti al consumo e prestiti alle imprese, le banche sarebbero esposte secondo le stime circolate nelle ultime ore, per ben 1.300 miliardi di euro, che dovrebbero comunque aumentare di altri 100 miliardi.  Qualora tali stime dovessero rivelarsi veritiere – ma su questo punto la chiarezza è sempre un lusso – ciò implicherebbe che i 100 miliardi prelevati dalle tasche degli europei – che hanno giustificato le sommosse popolari di martedì – e destinati alle banche, non basterebbero. Praticamente si tratta – come detto – di un pozzo senza fondo, magari concepito dagli architetti costruttori proprio in tal guisa per motivazioni tutt'altro che nobili e trasparenti. Quindi 100 miliardi, con annesso debito sovrano, con annesso altro debito! Come può crescere il Pil della Spagna? Come può risollevarsi l’economia del paese? Più si ragiona sui numeri, più ci si accorge che infondo è tutta una grossa balla! Un grottesco teatro, nel quale recitano la loro losca parte tutte le istituzioni europee: ciascuna contraddistinta dalla sua buona dose di omertà.

  La prossima della lista? L'Italia!  

Un circolo vizioso bello e buono, studiato a tavolino per ammucchiare sempre più debito!  Causare  incomprensibili e arbitrari declassamenti con lo scopo di destabilizzarne l'economia ed aprire la porta alla speculazione internazionale sui titoli del debito pubblico. Ciò, tra l'altro, causa  ulteriori gravi conseguenze sull'andamento delle borse. Martedì, è bene ricordarlo, è stato il momento delle banche italiane: con cadute vicine al 4 %, sia per Banca Intesa che per UniCredit. Se ancora qualcuno non l’ha capito, dopo Atene, Madrid la lista prosegue con Roma. Tocca alle nostre banche piene di titoli del Tesoro e con tassi di crediti dubbi, vicini al 10% dei portafogli prestiti! Cosa faranno i nostri eurodeputati? Chiederanno alla Commissione Ue di delegittimare le agenzie di rating, mandando in pensione lo spread o continueranno a "gustarsi" il macabro spettacolo? 

 Sergio Basile, Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)

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