Giovedì, 9 Giugno/ 2016
– di Roberto Pecchioli, con contributi di Sergio Basile –
Giovedì, Giugno 28th / 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Consiglio Europeo / Parlamento italiano /Italia / Roma / Bruxelles / Lavoro / Articolo 18 / Costituzione / Modifiche / Sindacati / Cgil / Diritti / Libertà / Welfare / Occupazione / Disoccupazione / Licenziamenti /Camera / Senato / Immigrazione / Emigrazione / Popolazione / Mario Monti / Elsa Fornero / Serena Sorrentino/
Il lavoro? "Non è un Diritto!" – la solita Fornero
non si smentisce mai
La riforma del Lavoro si trasforma in legge con 393
voti favorevoli alla Camera: licenziamenti più facili e
aumento della disoccupazione.
A spasso a 50 anni: così inizia la Crescita di Monti
E' La Morte del Lavoro e la vittoria della società
dei banchieri e delle consorterie occulte mondialiste
L'Italia è una Società fondata sul licenziamento
Roma– “Il lavoro non è un diritto!” : questa la clamorosa dichiarazione rilasciata “dall’illustre” Ministro del Welfare (o meglio dell'Ammazza Welfare) Elsa Fornero, che alla vigilia della riunione del Consiglio Europeo, prevista per oggi, si è resa indiscussa protagonista di una gaffe da Oscar che, in un attimo, ha cancellato metaforicamente un passato di conquiste sudate e di dure lotte per il riconoscimento dei diritti e delle libertà. Così, la riforma del lavoro si trasforma in legge: dopo aver ottenuto per quattro volte la fiducia al Senato, anche la Camera si è pronunciata a favore del Ddl firmato “Elsa Fornero” con 393 voti favorevoli, 74 contrari e 46 astenuti. Scendono in piazza a protestare, seppur debolmente, i sindacati, con in testa Fiom e Cgil, per una riforma, ormai legge, che fa storcere il naso e salire la pressione ai lavoratori italiani. Il Governo, però, si ritiene soddisfatto di poter depositare, oggi stesso, sul tavolo del Consiglio Europeo la nuova legge che, in altri termini, riconosce la “libertà di licenziare” e fa tremare la nostra Costituzione.
Golpisti e liberisti hanno Stracciato la Costituzione
Eppure l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro o, per meglio dire, lo era. Probabilmente, non lo è più e a distruggere un diritto ci ha pensato la stessa politica: quella dei potenti, quella di coloro che dettano leggi autoritarie in un sistema a-democratico. I sindacati (quel che ne è rimasto, s'intende) dicono, però, di non rassegnarsi e continuano a portare avanti la propria battaglia. “Il disegno di legge va cambiato – ha dichiarato la segreteria Cgil, Serena Sorrentino – e per noi l’emergenza vera è rappresentata dal contrasto della precarietà perché, in questo momento, abbiamo bisogno di occupazione”. Come darle torto? In un’Italia colpita da una crisi creata ad hoc, la riforma del lavoro piomba come un macigno sulla testa di tutti gli Italiani, occupati e non.
Uccidere il lavoro in Italia – Biglietto da visita per Bruxelles
L’approvazione del Ddl, voluta ed ottenuta a tutti i costi entro il 28 giugno, la dice lunga: apparire diligenti e mantenere gli impegni previsti agli occhi dei padroni dell'Europa di certo conviene al Prof. Mario Monti ed ai suoi colleghi, ma non conviene di certo alla nostra Nazione incapace di reagire perché messa in ginocchio dal potere e dalla smania europea di omologazione e di rispetto di norme austere e controproducenti, protese a creare un classe di schiavi subalterni, paganti, e con pochissimi diritti "apparenti" e zero welfare. E controproducente è la riforma proposta dalla Fornero che non ha fatto altro che istituzionalizzare la precarietà ma, ovviamente, la "signora" non intendeva dire ciò che ha detto riguardo al lavoro ma, di certo, lo ha pensato: un incidente diplomatico gravissimo e foriero – in un Paese normale – di licenziamento su due piedi.
I Partiti uccidono il lavoro – I Lavoratoti uccideranno i Partiti
Una legge al servizio dello Stato, quello stesso Stato che dovrebbe garantire il riconoscimento dei diritti, tra i quali, Fornero o no, quello del lavoro. Nessuno sciopero generale, nessuna protesta degna di nota e questo, implicitamente e tra le righe, lo ha fatto capire anche la Fornero stessa la quale ha dichiarato che “Il Governo ha avuto un dialogo per circa tre mesi con le varie parti sociali per arrivare ad un documento che alla fine tutti hanno condiviso, tranne la Cgil”. Una Cgil che, da sola, non è riuscita a mettere i bastoni tra le ruote ad un governo tecnico che detta legge secondo la volontà “assoluta e non contestabile” del caro premier Mario Monti e dei suoi suggeritori occulti e palesi. Tra la soddisfazione di Pierferdinando Casini, Pierluigi Bersani e – malgrado le flebili ripicche degli ultimi giorni – di tutto il Pdl: sempre più in calo di consensi popolari, come del resto gli stessi Udc e Pd, in favore del Movimento 5 Stelle di Grillo, che nei sondaggi, e stando ai trend progressivi di crescita di appresta a diventare il primo partito del Paese.
Anche gli immigrati più poveri snobbano l'Italia
“Responsabilità” di certo non è parola chiara per il Consiglio dei Ministri: lo dimostrano i dati che emergono dal rapporto Ocse 2012 sull’immigrazione, che è stato presentato, ieri, a Bruxelles. Secondo quanto rilevato, anche gli immigrati cercano di evitare la crisi italiana optando per lo spostamento in altri Paesi europei, visto il notevole calo della richiesta di manodopera nella nostra penisola. Un’Italia povera che, oggi, viene “snobbata” anche da coloro che, in passato, l’hanno considerata una sorta di ancora di salvezza e di speranza.
Italia – Dal Giardino d'Europa a Terra d'emigranti ed emarginati
Il Governo, quindi, a lungo andare, potrà di certo evitare i problemi legati all’immigrazione ma sarà costretto a fronteggiare (o meglio gestire strategicamente) quelli dell'emarginazione sociale e dell’emigrazione: forse, l’unica via di uscita per gli italiani sarà la fuga verso altri paesi europei, una tendenza già sottolineata che rischia di trasformarsi in un vero e proprio “esodo” alla ricerca di una “Terra Promessa”. Ad emigrare saranno soprattutto i giovani che non potranno mai contribuire allo sviluppo politico, sociale, culturale, economico del proprio territorio. I giovani, coloro che dovrebbero rappresentare il futuro di una Nazione, coloro le cui energie mentali e fisiche dovrebbero essere spese per il progresso di una terra che, dal nostro punto di vista, sarà caratterizzata da una popolazione vecchia e rassegnata.
Monti: sacrifica il lavoro sull'altare dei padroni del mondo
Ma tutto questo appare in linea con la politica montiana, una politica che dimostra di voler bene alla Merkel, alla Banca Centrale Europea, ad Obama ed Hollande, ma non alla nostra Italia ed agli Italiani che non appartengano ad élite massoniche, bancarie e politiche. Ma non stiamo dicendo nulla di nuovo: del resto, Mario Monti non si smentisce mai. E che gliene importa se rende l’Italia lo zerbino dell’Europa? L’importante è rispettare gli impegni imposti dai suoi compari e suggeriti da lui stesso e dai suoi amici del Bilderberg Club e della Commissione Trilaterale. L’unica Italia che ci fa sorridere, in questo periodo, è quella che sta affrontando sì gli Europei…ma di calcio!
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)