Giovedì, Febbraio 20th/ 2014
– di Redazione Oraprosiria / Redazione Quieuropa –
Venerdì, Marzo 30th / 2012
Italia / Unione Europea /Consiglio d’Europa / Corte Europea / Immigrazione / Respingimenti / Vittime / Profughi / Caso Hirsi / Italia /Libia / Francia / Spagna / Cipro / Nato / Fortress Europe / Ricciardi / Strink / Hein
Il monito del'Ue all'Italia: "Basta ai respingimenti!"
In 13 anni 17.738 morti nel Mediterraneo
Italia colpevole per caso Hirsi: 63 le vittime.
Il Cir: “Favoriamo ingressi regolari”
Roma, Bruxelles – Tentano il tutto per tutto per sfuggire a violenze, persecuzioni e guerre: attraversano il mare per raggiungere l’Europa, seppur in modo illegale, e spesso pagano il pericoloso viaggio con la propria vita. Immigrati clandestini che scappano dai propri paesi per cercare ed ottenere protezione presso altri Stati, spesso respinti senza neanche avere la possibilità di veder riconosciuto il proprio diritto di chiedere asilo nell’Unione Europea. E’ così il Mediterraneo si trasforma in un campo di battaglia: dal 1998 fino ad agosto 2011, secondo le stime rese note da Fortress Europe, sono state 17.738 le vittime del mare e, solo nell’ultimo anno, 2000 persone tra donne, uomini e bambini sono morte nello Stretto di Sicilia. I controlli rafforzati ed estesi anche ad altri Paesi hanno fatto sì che, nel 2011, il 90% degli immigrati entrasse in Europa in modo irregolare e che la maggior parte di essi vedesse calpestati i propri diritti.
Le violazioni dell'Italia
Violazioni che rendono protagonista anche l’Italia per il cosiddetto “Caso Hirsi”: la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che il nostro paese, respingendo i migranti verso la Libia nel marzo 2011, ha violato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e, ancor più grave, il principio secondo il quale è vietato rimpatriare immigrati che nei paesi d’origine potrebbero subire trattamenti disumani o persecuzioni. 63 le vittime della tragedia avvenuta nel marzo scorso: “Ci assumiamo la responsabilità di questo” ha dichiarato il Ministro per la Cooperazione e l’Integrazione, Andrea Ricciardi, a seguito di quanto è stato scritto nel rapporto del Consiglio d’Europa, presentato ieri a Bruxelles, che contiene l’accusa nei confronti della nostra penisola di non aver coordinato i soccorsi, essendo stato il primo Paese ad aver ricevuto la chiamata di aiuto. “Siamo davanti a fallimenti e responsabilità collettive” afferma la relatrice del rapporto, l’olandese Tineke Strink , che punta il dito anche contro la Nato, quel giorno presente nel Mediterraneo con navi ed elicotteri, e contro singoli paesi come Italia, Spagna, Cipro e Francia che navigavano o sorvolavano a poca distanza dal barcone alla deriva e “l’ipotesi più probabile – continua l’olandese – è che tutti sapessero e che tutti abbiano voltato gli occhi da un’altra parte per non doversi accollare la responsabilità di dare rifugio ai migranti”.
Le Proposte dell'Europa
In merito al cimitero sottomarino in cui si è trasformato il Mediterraneo, il Centro Italiano per i Rifugiati, ieri, alla Camera dei Deputati, ha fatto sentire la propria voce chiedendo soluzioni legali per gli l’ingresso degli immigrati nei paesi dell’Unione Europea e ha ricordato, attraverso il proprio presidente, Sabino Pezzotta, che “l’accesso alla protezione è un diritto umano”. Il direttore del Cir, Cristopher Hein, si è detto soddisfatto del lavoro svolto parallelamente a quello del Parlamento Europeo che, per la prima volta, adotta un programma sul reinsediamento degli immigrati, mentre il Consiglio d’Europa condanna l’atteggiamento italiano che ha causato la morte di 63 profughi. L’entrata in vigore del programma è prevista per il 2013 ed esso stabilisce che l’Unione Europea disponga un contributo di 6.000 a persona per tutti gli Stati che si impegneranno a trasferire i rifugiati, in modo totalmente regolare, verso lo Stato membro sulle base di quote annuali messe a disposizione dai singoli governi. Quote stabilite da 13 Stati, ma non dall’Italia e – secondo Hein – “sarebbe opportuno che il nostro Paese disponga un programma di reinsediamento e ne dia notizia entro il primo maggio per poter beneficiare del contributo europeo dell’anno prossimo”. Augurandoci che non accadano mai più tragedie simili, simbolicamente gettiamo un fiore nel Mediterraneo per tutte le anime che esso custodisce.
Maria Laura Barbuto(Copyright © 2012 Qui Europa)
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