Europe – Even prisoners! – The show must go on!

Giovedì, Maggio 17th / 2012

– di Domenico Apicella –

Unione europea / Europe – Even prisoners! / Eurozona / Parlamento europeo / Crisi Ue / Dittatura europea / Nazismo Bianco / Rating sovrano / Troika / Eba / Redemption Fund / Grecia / Fmi / Cheirtine Lagarde / Barak Obama / Wall Street / Speculazione / Ecofin / Basilea 3 / JP Morgan / Corsi e ricorsi storici / Gian Battista Vico / Qui Europa / Domenico Apicella  

The show must go on! Dall'era del "cinghiale

bianco" all'era del "Nazismo Bianco"

La dittatura del "Rating Sovrano" continua a reggere,

mentre Ue e Troika fanno di  tutto per favorirla e per 

tenersi "buona" la Grecia

Nuovi debiti in vista per gli Europei: i paradossi

"Redemption Fund" e "Project Bond", mentre l'Eba

e le banche esultano per Basilea 3

Bruxelles – Mentre il mondo si appresta a fronteggiare un nemico senza volto ed i paesi tendono il loro sguardo verso un futuro incerto e misterioso,le agenzie di rating continuano a mietere vittime declassando i paesi che, claudicanti, cercano invano di rimanere in piedi (uno sporco lavoro ma del resto qualcuno lo deve pur fare). L'Europa subisce uno scardinamento progressivo della sua struttura,ma il mondo si interroga sulla tenuta della JP Morgan; è più importante interrogarsi sulle motivazioni che inducono un paese saggio come la Grecia a rinunciare ad un progetto di intenti comuni o sapere se una banca d'affari è affidabile sui mercati internazionali? da che cosa dipendono le nostre scelte,dall'andamento delle banche o dai convincimenti degli stati sovrani? Nel frattempo negli Stati Uniti la riforma di Wall Street – non ancora raggiunta – potrebbe rilanciare Barak Obama (il Fulmine dal Cielo) nelle prossime presindenziali alla "White House", riforma che sostanzialmente dovrebbe impedire che i soldi pubblici destinati alle banche possano essere dirottati verso operazioni speculative, esigenza questa che si percepisce dall'incalzare delle proteste dei cittadini statunitensi che non tollerano più questo fraudolento sperpero del denaro pubblico. Attenzione banche! Attenzione governi! il popolo prima  subisce poi reagisce. Gian Battista Vico li definirebbe “corsi e ricorsi storici”. Nel nostro continente invece personalità illustri del mondo finanziario, dopo accurati ed approfonditi studi, hanno finalmente raggiunto un risultato scentifico-matematico sensazionale,tenetevi forte: l'Italia e gli altri paesi deboli dell'Eurozona, senza politiche improntate sulla crescita "non cresceranno" (da non credere!). Intanto la moneta unica europea si indebolisce sempre di più,le borse sono calate ed i rendimenti obbligazionari dei paesi più deboli hanno superato il 6% (tra questi, Italia e Spagna).

  Addio Eurozona!  

Questo sconquassamento interno all'Eurozona, provocato in larga parte dalla decisione Greca del ritorno alle urne e dalla conseguente (probabile) uscita dall'Unione europea e dall'euro, mina alla tenuta dell'intero quadro comunitario e ciò provocherebbe un effetto-domino che facilmente trascinerebbe nello stesso vortice Spagna e l'Italia. Ma per molti osservatori internazionale e Nobel per l'economia (come "Qui Europa" ha più volte detto nelle scorse settimane) una fuoriuscita progressiva e programmata dall'Eurozona, per Grecia & Co, sarebbe auspicabile e provvidenziale. Infatti svalutando la dracma, la Grecia inizierebbe ad attrarre aziende e turisti, e tutta l'economia ne uscirebbe bene. Certo, uscire di botto, al contrario, provocherebbe – come visto nei precedenti articoli – effetti distorsivi e contrari.

  La "Profezia Lagarde"  

L'ultimo tentativo in ordine di tempo del Parlamento europeo, diametralmente opposto rispetto le dichiarazioni di alcuni esponenti politici dell’Ue e del Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale, Cristhine Legard – che ritengono tutto sommato gestibile l’uscita della Eepubblica Ellenica dall’euro – consta (come visto ieri) nell'approvazione in commissione di una proposta che punta ad ottenere una graduale mutualizzazione dei debiti attraverso un fondo di redenzione, il cosiddetto "redemption fund", al fine di convincere, persuadere gli stati membri che la volontà dell’apparato istituzionale europeo mira a supportare  con ogni mezzo i paesi in difficoltà. Già ma a che prezzo signori? Ad un prezzo improponibile per i soliti portafogli dei cittadini dell'Ue! D'altra parte, sarà sufficiente questo provvedimento per salvare l'euro? ma soprattutto la “profezia Lagarde” relativa alla gestibile e facilmente governabile situazione europea, al venir meno di un pezzetto del puzzle, corrisponderà allo scenario “reale” che ci troveremo davanti? 

   L'alibi di Basilea 3 e la serafica calma dell'élite europea  

Pensate che nel continente europeo abbiamo recepito in modo così solenne l’esortazione alla serenità del direttore dell'Fmi, tanto che “l’emergenza Grecia” è riuscita ad offuscare persino l’accordo raggiunto all’Ecofin sui requisiti di capitale delle banche: dopo mesi e mesi infatti i ministri delle finanze hanno trovato un compromesso adeguato per introdurre a livello Ue  le regole di Basilea 3 che permetterebbero il riconoscimento alle banche – su pressione del Regno Unito – un’ulteriore 3% di “capitale cuscinetto” a livello europeo, al fine di gonfiare ancor più i propri coefficienti di riserva patrimoniale interni (Core Tier) e crearsi alibi ad eventuali nuove strette creditizie. Insomma, l’invito alla calma decantato da Cristhine Lagarde è stato pienamente accolto da tutta la comunità europea – deputati europei e banchieri compresi – che sommessamente ricambia con un cavallo di battaglia, appositamente modificato nel testo per l’occasione, e già dedicato ad un cavaliere che non mentiva mai:  "Meno Male Che Christine C’è!”.

Domenico Apicella (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

 

 

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