Show svizzero al Parlamento Europeo

Giovedì, Febbraio 27th/ 2014

– Vincenzo Mannello e Redazione QE – 

Iniziativa di Libero Confronto, "Pensa e Scrivi" di "Qui Europa"

Svizzera, Laszlo Andor, Commissario al lavoro e affari sociali, Maastricht, Schengen, Vincenzo Mannello,  Redazione Quieuropa, Iniziativa di Libero Confronto, Mario Borghezio, protesta, tensioni separatiste, Progetto Erasmus 

Show svizzero al Parlamento Europeo.

A chi giova?

La protesta di Borghezio e la decisione del

commissario Ue Andor di estromettere gli

studenti svizzeri dal Progetto Erasmus

 

di Redazione QE e Vincenzo Mannello

Iniziativa di Libero Confronto, "Pensa e Scrivi" di "Qui Europa"

Borghezio - Parlamernto Europeo - Svizzera

 Show svizzero all'Eurocamera                                                                                

Strasburgo – Redazione "Qui Europa" e Vincenzo Mannello"Fuori gli svizzeri dall'Erasmus!" E stato questo il grido di battaglia lanciato al Parlamento Europeo di Strasburgo da Laszlo Andor, commissario al Lavoro ed Affari Sociali. Gli studenti svizzeri, dal nuovo anno accademico, verranno esclusi di fatto dagli atenei europei aderenti all'UEismo (o – aggiungiamo – liberal-socialismo "illuminato" che dir si voglia). Così, pare, la Svizzera inizierà a pagare la scelta popolare di aver "contingentato" l'immigrazione ed i permessi di lavoro (vedi qui Svizzera – Barricate contro Bruxelles e gli Schiavi dell’Usurocrazia ). 

 Bruxelles e l'allergia ai Referendum                                                                     

Si sa bene che i referendum popolari sono assolutamente malvisti da Bruxelles, ci mancherebbe altro! Quando mai l'istituzione stessa è stata sottoposta all'approvazione del "popolo (cosiddetto) sovrano"? Qualcuno ricorda uno solo dei "trattati" (Roma, Maastricht, Schengen…) sottoposto alla scelta definitiva dei cittadini di una singola nazione o dell'intera comunità? Di certo una cosa è chiara e inopinabile: per il Parlamento Europeo, nel 2009, non ha votato il 60% degli aventi diritto. Quindi, a rigor di logica "democratica", lor signori sono una minoranza al potere: una dittatura economica, politica e sociale. Potevano quindi gli euroburocrati ed i lacchè politici accettare che un popolo decidesse, a maggioranza, cosa imporre al proprio governo per il bene della Svizzera? Per giunta in un Paese non aderente ma facente parte dello "spazio economico europeo". Gli eurobanchieri, visti gli intrallazzi che non conoscono confini, ancora non sanno che pesci prendere sul movimento dei capitali, pertanto hanno delegato i politici a prendere misure contro gli studenti elvetici… per euro e franchi si vedrà dopo.

 La Svizzera e l'EURSS                                                                                              

La Svizzera, forse vera ed unica nazione rispettosa (almeno per quanto attiene ai referendum) della volontà popolare, è da tempo modello di convivenza (o accettazione) tra le varie componenti che la abitano. Tutta l'Europa, unita o meno, dovrebbe prendere esempio da ciò (anche se territorialmente la Svizzera è paragonabile ad una regione italiana come la Lombardia). E, visti i tempi, da come si possa non ridurre una nazione alla fame. Certo sembra molto più facile agire al contrario, obbligando cioè 8 milioni di svizzeri ad assoggettarsi al gioco UE (o EURSS), iniziando dai giovani studenti. Sarà difficile per gli elvetici resistere ma siamo certi che la Svizzera sarà ancora al proprio posto quando l'Unione Europea e i soloni del regime di Bruxelles (e Strasburgo) crolleranno di schianto.

 Paradossi svizzeri e morale                                                                                    

Beh alla luce di queste considerazioni (come redazione) non possiamo non aggiungere e ribadire altri due concetti: 1) la Svizzera e il suo regime bancario di favore, malgrado tutto, tornano utili da sempre alle super cricche. Quindi avere "paradisi" come quello svizzero è conveniente anche alla stessa UE (come d'altronde la stessa City of London, per gli speculatori europei "vicini" ai palazzi del potere di Bruxelles); quanto al rispetto dei referendum nulla da eccepire. Meno sul rispetto della morale  e dell'educazione dei minori. 2) sul tema del sesso, dell'integrità familiare e della morale, infatti, scatta la seconda doverosa riflessione: la Svizzera sembra comportarsi in maniera identica agli europeisti più convinti, laici e laicizzanti per Dna, e protesi a realizzare il piano di sovversione della famiglia studiato e promosso fin dal Settecento in tutta Europa dalle logge occulte di vario tipo e dimensione (vedi qui Ecco Perchè L’Europa Rema Contro la Famiglia – Un Piano Perseguito da Secoli). In tal ottica va inquadrata la tutela della prostituzione, che anziché essere combattuta e perseguita con ogni mezzo viene incentivata ed innalzata al grado di "lavoro". Ma in tal deleteria ottica – ad esempio – va inquadrata anche la recente scelta di distribuire nelle scuole kit porno tra gli studenti di tenera età (vedi qui Scuola Svizzera: Kit porno per Bambini ).

 La protesta di Borghezio nell'aula di Strasburgo                                            

Ma nella giornata di ieri a Strasburgo la Svizzera è stata l'oggetto e/o l'alibi di altri show.. sempre legati in qualche modo all'intervento per commissario Andor. L'ultimo ha visto protagonista Mario Borghezio, deputato europeo leghista, espulso dall'emiciclo di Strasburgo dopo aver interrotto il commissario in audizione, sventolando una grande bandiera della Svizzera ed inneggiando alla libertà del Paese e della "Padania", contro la dittatura UE. Borghezio a bocce ferme ha poi dichiarato: "ho voluto sottolineare , innalzando davanti al Commissario Andor una grande bandiera della Svizzera, non solo il pieno consenso della Lega Nord al significato politico del referendum svizzero ("Qui Europa" se ne occupò rilevando diversi curiosi spunti lo scorso 11 Febbraio – vedi qui Svizzera – Barricate contro Bruxelles e gli Schiavi dell’Usurocrazia) così importante per il futuro delle politiche sull’immigrazione, ma anche il diritto del popolo della Svizzera – che il deputato ha dipinto come il paese europeo di più antica e radicata pratica della vera democrazia fondata sui referendum – al pieno rispetto delle proprie libere determinazioni".

Borghezio - Parlamernto Europeo - Svizzera

 Borghezio: "terrò 2 bandiere quella padana e quella svizzera!"                 

"Questa Ue prona ai diktat dei poteri finanziari – ha poi aggiunto Borghezio – sembra impermeabile a questi valori secolari di libertà. (…) Mentre l'occhiuto potere di Eurolandia – ha poi commentato  in un altro passaggio – mi ha prontamente tolto il diritto di parola e di voto per tutto il giorno, da ieri sul mio telefonino e alla mia mail piovono a centinaia, in francese, tedesco, italiano e in inglese, messaggi di pieno sostegno da parte di cittadini svizzeri per aver esposto il drapeau della Confederazione Elvetica davanti al Commissario-inquisitore antisvizzero. Peraltro, anche tutti i mass media della nostra amata vicina di casa svizzera sono con me, cioè con noi! Gli Svizzeri, affezionati come sono alle loro secolari istituzioni di vera democrazia, basata sul referendum, sono non solo i nostri veri amici – ha aggiunto Borghezio – ma un esempio di civiltà democratica. Da oggi – ha concluso – nel mio ufficio di Strasburgo terrò sempre, accanto a quella padana, la bellissima bandiera crociata (e templare) della Svizzera!". Ma show e caricature a parte, ferma restando la bontà della provocazione di Borghezio quando parla di "dittatura europea", francamente la redazione di "Qui Europa" non ritiene che fomentare inutili separatismi, in questo caotico e drammatico momento storico possa aiutare davvero i cittadini europei e italiani a venir fuori dal baratro. Anzi!

 

 Lo strano comunicato della televisione svizzera                                             

E ciò specie alla luce di quanto scritto – nei giorni scorsi – in un comunicato della televisione svizzera (26 marzo 2012). In una conferenza stampa a Biasca, come detto (vedi qui – Lega Nord – Un altro modo per disintegrare la Nazione: annettere la Lombardia alla Svizzera), il ministro della difesa Ueli Maurer dichiarò: “Annettere la Lombardia per noi non sarebbe un problema. La Lombardia rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro paese”. Alla luce di quanto asserito, il giorno dopo (tempismo svizzero) due esponenti di spicco delle Lega Nord, Roberto Maroni e Matteo Salvini, rilanciarono una petizione per far passare la Lombardia alla Svizzera. In poche orefurono raccolte migliaia di firme. Una coincidenza?

Annessione della Lombardia alla Svizzera - L'Ultima cavolata leghista

 A chi giovano queste tensioni separatiste?                                                       

In realtà, dietro questi due avvenimenti passati quasi come inosservati – come detto – potrebbe nascondersi una delle più grandi manovre politiche del dopoguerra: l’annessione della Lombardia alla Svizzera. O comunque una campagna propagandistica volta a far perdere di vista i reali problemi del Paese. Ma ci chiediamo: a chi giova creare queste nuove tensioni interne? Il separatismo può essere inquadrato – in tal ottica – come un tentativo per indebolire ancor di più lo spirito nazionale dei popoli? A noi pare di sì! Per acquisire consapevolezza sulla dittatura UE pensiamo ci siano ben altri metodi. Strumenti come la lotta a tutto campo (web e ambienti tipici della società civile) all'usurocrazia da moneta-debito e come l'informazione scolastica sulle derive europeiste. Strumenti che vanno ben oltre le "battaglie" della Lega, tutelando nel contempo uno spirito di unità nazionale e "opposizione nazionale" da conservare gelosamente: uno spirito che il separatismo potrebbe svilire in maniera irrimediabile, finendo per fare il gioco del nemico. Infatti, come denunciato (vedi articolo di "Quieuropa" del 7 Febbraio 2014 – vedi qui – Italia – Iper-Immigrazione: Dati Shockaccanto all'iper-immigrazione (e all'assassisnio della nazione per ususra pilotato da Bruxelles) si cela un'altra strategica manovra per disintegrare l'unità nazionale: le rappresaglie Nord/Sud ormai anacronistiche e funzionali a fomentare divisioni interne e frammentazioni; nonché tutte le forme di separatismo etnico che – nel nome della libertà – mirano anch'esse a minare dall'interno l'unità nazionale.

Redazione "Qui Europa"

Iniziativa di Libero Confronto "Pensa e Scrivi" di Qui Europa

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Vincenzo Mannello e Redazione QE

Iniziativa di Libero Confronto, "Pensa e Scrivi" di Qui Europa

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