Pianeta Giustizia – Prescrizioni Facili, Vergogne di Stato

Giovedì,  Novembre 28th/ 2013

– di C.Alessandro Mauceri  

Vittorio Sgarbi, Gian Carlo Caselli, codice penale, Lucentini, Berlusconi, Cassazione, Don Lelio Cantini, Don Giorgio Carli, Cuno Tarfusser, Antonio Bassolino, Giovanni Caparco, Emilio Riva, Ilva di Taranto, Antonio Giraudo, Riccardo Agricola, Bruno Tinti, C.Alessandro Mauceri, Qui Europa, Italia 

Pianeta Giustizia – Prescrizioni Facili, 

Vergogne di Stato 

Giustizia? – Il 95% dei reati verrebbe prescritto.

Chi paga davvero in Italia?

Dal Caso "Berlusconi-Mills" ai Casi Juventus, Ilva e

"Rifiuti in Campania"

 

di C.Alessandro Mauceri

Prescrizioni facili e Impunità di stato

 Un Universo da Scoprire                                                                                          

Roma – Il Senato ieri ha dichiarato decaduto il parlamentare Silvio Berlusconi che pertanto non sarà più senatore. A renderlo noto in Aula il presidente Grasso subito dopo che l'Assemblea aveva "respinto tutti e nove gli ordini del giorno presentati (Ansa). "Essendo stati respinti tutti gli ordini del giorno presentati in difformità dalla relazione della Giunta per le Immunità che proponeva di non convalidare l'elezione di Berlusconi la relazione della Giunta – ha testualmente dichiarato Grasso – deve intendersi approvata". A prendere il posto di Silvio Berlusconi al Senato sarà Ulisse Di Giacomo, il primo dei non eletti del PDL in Molise". Ma siparietti politico-giudiziari; presunte "persecuzioni politiche" (tra schieramenti apparentemente opposti ma sorprendentemente uniti nelle grandi questioni) e  presunte "persecuzioni giudiziarie facili in conto", dietro le vicende di Silvio Berlusconi, in realtà si nasconde un mondo tutto da scoprire, quello delle prescrizioni. Qualcuno parla di prescrizioni facili… e come vedremo tutti i torti non ce li ha!

 

 Nel nome della "Giustizia"                                                                                       

Nei giorni scorsi sui giornali è venuta fuori la notizia che Vittorio Sgarbi è stato condannato al pagamento di un risarcimento per aver detto cose errate, e per di più in televisione, riguardanti l'ex procuratore di Palermo, Gian Carlo Caselli, il quale lo ha denunciato. Ovviamente se è stato condannato ad un risarcimento vuol dire che un tribunale lo ha riconosciuto colpevole di un reato peraltro previsto dal Codice Penale. Quindi, qualcuno potrebbe pensare che oltre al risarcimento sia stata prevista una pena da scontare. E invece no. Nessuna pena. Perché, in realtà, processo penale e processo civile in Italia seguono strade completamente diverse e indipendenti. Ma i tribunali sono oberati di lavoro e così, sempre più spesso, i processi si allungano temporalmente sino a diventare inutili. Secondo il codice penale, infatti, esiste (ed è giusto che sia così) un tempo necessario per eseguire un processo. Il problema nasce quando, per i motivi più disparati, i tempi di giudizio si allungano fino al punto da rendere  impossibile giudicare. In molti casi anche quando, paradossalmente, i fatti o un tribunale civile hanno già riconosciuto la colpevolezza dell’imputato. Ciò che dovrebbe sorprendere (ma in Italia ormai sono veramente poche le cose di cui gli Italiani si sorprendono), è che il numero dei processi che non giunge al termine, lasciando spesso impuniti coloro i quali hanno commesso dei reati, è passato da  56.486 nel 1996 a 206.000 nel 2003 e solo la decisione di depenalizzare alcuni reati ha fatto sì che il volume dei processi che non riesce ad avere fine non continuasse a crescere a dismisura. Anzi sembrerebbe che, in alcuni casi, quando ci si trova in prossimità dei termini di decorrenza della prescrizione, la magistratura rinuncerebbe a procedere. Il Consiglio giudiziario del tribunale di Bologna che sovrintende all’organizzazione degli uffici a livello distrettuale (qui vuole dire regionale), pare abbia approvato un provvedimento del presidente Lucentini che definisce «non prioritaria», da Rimini a Piacenza, la trattazione dei processi penali per i quali la prescrizione dei reati arriverà entro i 15 mesi (o meno) dalla pronuncia della sentenza di primo grado. In altre parole, processi che “forse” sarebbero destinati a prescriversi in appello non vengono nemmeno avviati e vanno subito in prescrizione. I tribunali sono sopraffatti dal carico di lavoro, ma le conseguenze di certe scelte sono a dir poco sorprendenti e certamente possono dare adito a polemiche e maldicenze e far perdere la fiducia dei cittadini nella magistratura.

 

 Il Caso Berlusconi-Mills e le magnifiche sette…                                               

Alcuni casi sono finiti sulle prime  pagine di tutti i giornali e hanno destato un certo stupore (salvo poi finire nel dimenticatoio mediatico).  Come la prescrizione in favore di Silvio Berlusconi nel processo Mills, dopo che era stato condannato in primo grado e in appello per corruzione giudiziaria. Il reato è invece stato considerato prescritto dalla Suprema Corte. Prescrizione che gli è stata utile non una, ma ben sette volte in altrettanti processi prolungatisi oltre misura grazie a lungaggini processuali. Ma, sebbene il più eclatante, quello di Berlusconi non è stato certo l’unico caso in cui, di fronte ad un giudizio quasi certo (a volte già riconosciuto in diversi gradi di giudizio), alla fine il processo si sia concluso senza poter condannare definitivamente i veri colpevoli.  Come nel caso del processo Unipol bis, passato alla storia per la famosa frase “Abbiamo una banca”. Tra rinvii e ritardi alla fine il PM ha chiesto che venisse dichiarata la loro responsabilità penale, ma anche il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. E così il processo per le violenze subite da alcuni manifestanti al 'Global Forum' svoltosi a Napoli nel 2001. Già in primo grado erano andate in prescrizione le ipotesi di reato per violenza privata, lesioni, abuso d'ufficio e falso. Per la procura di Napoli, gli 85 manifestanti che furono portati alla caserma 'Raniero' furono picchiati e 'tenuti segregati'. Poi Cassazione e Riesame avevano annullato l'ordinanza per tale ipotesi di reato. Alla fine grazie alla prescrizione non è stato trovato nessun colpevole. La Corte di Appello ha dichiarato estinto per prescrizione anche il più grave dei reati – sequestro di persona – contestati agli imputati, ai 10 poliziotti. Eppure gli imputati erano stati condannati in primo grado. Ora è come se il fatto non fosse mai avvenuto. Come sembra non siano mai avvenute le violenze sessuali di un sacerdote, Don Lelio Cantini, parroco della chiesa della Regina della Pace di Rifredi su bambine e adolescenti fra i 10 e i 17 anni. Si è trattato di “abusi sessuali gravi” “protrattisi per circa 20 anni” come ha detto il PM Paolo Canessa, nella richiesta di archiviazione dell’inchiesta.

 Il Caso Rifiuti in Campania – Una Popolazione condannata a morte!       

Un altro esempio finito sulle prime pagine dei giornali è quello dell’inquinamento dovuto ai rifiuti in Campania. Tutti hanno letto le dichiarazioni del pentito che ha affermato che la Campania sarebbe un colabrodo di discariche abusive. Tutti sanno che la popolazione della Campania è stata condannata a morte, lo sapevano i mafiosi, lo sapeva stato, lo sapevano i politici, lo sapevano gli amministratori. Eppure i 28 imputati del processo per i presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania in cui era imputato, tra gli altri, l’ex presidente della Regione Campania ed ex commissario straordinario all’emergenza rifiuti Antonio Bassolino sono liberi dato che i numerosi capi di imputazione sono già prescritti, dal momento che i fatti contestati risalivano al periodo tra il 2000 e il 2005. I rifiuti pericolosi furono sotterrati nelle campagne del Casertano, ma l’inchiesta che ha portato alla luce i traffici di un milione di tonnellate di rifiuti pericolosi non ha prodotto colpevoli e pene. Le industrie di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana si liberavano dei loro rifiuti tossici che venivano regolarmente seppelliti (illegalmente) in Campania servendosi della camorra. Eppure nessuno pagherà per questo, dato che il gip Giovanni Caparco ha dichiarato il non luogo a procedere per i 95 imputati.

Prescrizioni facili e Impunità di stato

 I Casi Ilva e Juventus                                                                                                

Tra un rinvio e l’atro i processi sono stati prescritti. Così come sono la Corte di Cassazione ha dichiarato prescritti i reati d’inquinamento dell’atmosfera,  getto di cose pericolose e omissione con dolo di strumenti atti a evitare infortuni sul lavoro, per cui la Corte d’appello aveva condannato Emilio Riva, proprietario dell’Ilva di Taranto. Allo stesso modo la II Sezione Penale della Cassazione ha dichiarato prescritti i reati di frode sportiva commessi dall'ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, e dal medico sociale, Riccardo Agricola. Secondo i giudici era "astrattamente condivisibile il ricorso presentato dalla Procura di Torino contro le assoluzioni". In pratica è stata ritenuta provata l'illecita somministrazione di farmaci ai calciatori della Juventus. Ma i giudici hanno detto di non poter fare diversamente. E così a Bari nel processo di secondo grado sulla presunta truffa da 20 milioni di euro al Servizio sanitario nazionale che vedeva coinvolti. Nella sentenza i giudici hanno dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione dei reati nei confronti di 77 degli 81 imputati. Eppure i reati contestati andavano  dall’associazione per delinquere, alla truffa, alla corruzione, al falso, al riciclaggio e all’acquisto di cose di sospetta provenienza.

 Sicilia – False Fatturazioni e Falsi conferimenti di agrumi al macero        

Scendendo per lo stivale, anche la Sicilia non è venuta meno al ruolo di protagonista della scena delle prescrizioni. Dopo ben 11 anni, si è da poco concluso (ovviamente con la prescrizione) il processo nei confronti di 38 imputati e 15 società coinvolte in un giro di false fatturazioni e falsi conferimenti di agrumi da mandare al macero. Una truffa ai danni dell’Unione Europea da almeno 10 milioni di euro, ma nessuno pagherà mai perché il reato è andato in prescrizione. Una sentenza emblematica di come l’istituto della prescrizione in Italia non funzioni e di come sia necessaria una riforma del sistema. Ad oggi, nella maggior parte dei casi, la difesa degli imputati non è fatta nel merito delle accuse ma si basa esclusivamente sul tentativo di far scadere i termini, affinché i reati siano prescritti. Questo sistema è una delle principali cause della lentezza del nostro ordinamento e alimenta il senso di impunità e di illegalità diffusa che serpeggia nel nostro paese”. Lo ha dichiarato Sonia Alfano, Presidente della Commissione Antimafia EuropeaA volte la prescrizione arriva anche a paradossi assurdi. Una donna di 52 anni, massese di origine era fuggita in Francia dopo una serie di rapine, ma al suo rientro in Italia è stata arrestata dai carabinieri perchè “pericolosa latitante” da ben 25 anni. Poco dopo i carabinieri hanno dovuto rilasciarla perché l'ordine di cattura emesso dalla Procura di Massa nel 1986 era stato revocato nel 2002 dal Tribunale «essendo i reati estinti per prescrizione». Eppure quella donna era stata accusata di associazione a delinquere per rapina, porto abusivo di arma da fuoco, furto e favoreggiamento di evasione in concorso.

 Il 95% dei reati viene prescritto?                                                                            

Una percentuale enorme (c’è chi parla addirittura del 95%) dei reati viene prescritto. Ma forse la colpa non è dei giudici.. almeno non sempre! Non solo! È anche – e soprattutto – di coloro i quali sono chiamati a fare le leggi e ai quali spesso fa comodo che non funzioni. Negli Usa – Paese al centro dei maggiori scandali internazionali e che di certo non può essere preso a modello di n"Democrazia" –  l’85% degli imputati, quando le prove sono evidenti, si dichiara colpevole e patteggia la condanna (per ottenere degli sconti di pena). In Inghilterra, solo il 10% delle persone sotto inchiesta arriva al processo. In Italia sarebbero state addirittura 350.000 le prescrizioni solo nel 2008. Statisticamente è improbabile che per reati come le frodi ambientali ed ecologiche o quelli che coinvolgono centinaia di testi da ascoltare si arrivi a sentenza definitiva. Figurarsi se tra gli imputati ci sono politici industriali che per motivi di lavoro possono ottenere rinvii e ritardi.

 Prescrizione non vuol dire innocenza… spesso è il contrario!                    

E grazie a questi rinvii vedere prescritti i processi che li vedono come imputati. E che alla fine li vedono andare via liberi, ma non innocenti…perché come dice nel suo libro  "Toghe Rotte", Bruno Tinti, procuratore aggiunto della Repubblica, “prescrizione” non vuol dire “innocenza”. Se l’imputato è innocente il giudice lo “deve” dichiarare. Quando invece è maturata la prescrizione (anche se l’imputato è giudicato colpevole) è il reato che viene dichiarato estinto e quindi nessuna pena può essere inflitta. Anche se è un ragazzo è stato picchiato o se è stata fatta violenza contro un bambino o se decine o centinaia di persone si sono ammalate e sono morte per i rifiuti seppelliti sotto la loro casa…..

C.Alessandro Mauceri (Copyright © 2013 Qui Europa)

 

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