Il Piano Dulles, la P2, Berlusconi e il ’68

Venerdì, 6 luglio / 2018 

– di Sergio Basile

 Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Silvio Berlusconi, Piano Dullas, 1968,  rivoluzione,  Sbarco 

Il Piano Dulles, la P2, Berlusconi e il '68

Il Piano Dulles e gli eredi del Sessantotto: il piano massonico

di sovversione dei costumi italiani attraverso i media,

dallo sbarco in Sicilia ai giorni nostri

Video in allegato

 

di Sergio Basile

IL PIANO DULLES

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Piano Dulles: la sovversione culturale in Italia   

Roma, Washington – di Sergio Basile – Nel 1953 negli USA la massoneria diede forma programmatica ad un antico piano segreto di corruzione della gioventù americana su larga scala, implementando una strategia già avviata nei decenni precedenti; non a caso nello stesso anno l'avventuriero giudeo-massone Hugh Hefner fondò la rivista Play Boy, sdoganando l'erotismo e la pornografia a livello planetario. Il piano del '53 è riportato testualmente nell'opera "La Massoneria, società segreta iniziatica" (Ed.Civiltà, AAvv.). A pag. 91 si legge:

          "Abbiamo cominciato a realizzarlo e lo perfezioneremo con i seguenti mezzi:

                                  il cinema, la pubblicazione-porno a buon prezzo,

                                     i libri comici con storie di sesso e di violenza;

                                ultimo mezzo, ma non il più piccolo, la televisione….

                non osiamo andare troppo lontano con la televisione, per il momento.

  Ma essa ci riserva un uditorio immenso, e sarà il mezzo migliore per accostare i bambini".

"Il nostro piano è di incoraggiare – si legge ancora nel piano massonico del '53 – da prima delle rappresentazioni amorose, se non subito immorali, così graduando progressivamente la malvagità, tutta calcolata, si avrà il possesso di tutta la gioventù. Sarà tenuta occupata tutto il giorno, senza lasciare spazio per la religione. Così, i giovani, al loro risveglio e al loro coricarsi a sera, avranno la testa piena di cow boys, di omicidi, di terrori, di cartoni animati inoffensivi.

                    Tutto questo per allontanare dal loro animo immagini religiose.

                                  Così, i bambini saranno disorientati per anni.

       Poi, quasi occasionalmente, si introdurranno costumi sfrontati e scene licenziose

                          allo scopo di distruggere il senso della modestia…" (1)

1) dal libro ”La Massoneria” società segreta iniziatica" – autori vari (Ed. Civiltà), pag. 91

 Operazioni Husky e Piano Dulles                                

In merito, la massoneria negli Anni Quaranta si era già preoccupata di diffondere il nuovo "vangelo della corruzione mediatica" dagli Usa all'Europa, culla della cività cristiana, secondo una scadenza temporale ben orchestrata. Un ottimo veicolo fu la guerra coloniale. Infatti negli Anni Quaranta, il piano massonico di degenerazione culturale e depravazione indotta delle masse venne "esportato" in Italia: esso avrebbe visto l'apice della sua gloria nei nuovi media pubblici (cinema, tv e radio), nell'intrattenimento e nella diffusione fin dai banchi di scuola di una storia falsa: tale cioé da non fornire alcun spunto critico o riferimento logico all'analisi dei ragazzi. Storicamente i migliori progressi di questo piano di corruzione culturale si rivelarono quelli della neo-marxista Scuola di Francoforte (vedi articoli in allegato) trasvolata dalla Germania agli Usa proprio a ridosso degli Anni Quaranta.

                                «Corromperemo così tanto l'Occidente che puzzerà».

                     Willy Münzenberg (1889-1940), teorico della Scuola di Francoforte

L'esecutore materiale del piano di sovversione nel Bel Paese fu l'ex capo dell'OSS (primo nucleo dei servizi segreti americani poi sfociato nella CIA) e massone di alto grado, Allen Welsh Dulles (vedi video giù in allegato).

                             Le tappe del "Piano Dulles", almeno nei primi decenni,

   dovevano essere perseguite seguendo un metodo scientifico "dolce" e non traumatico

                   con l'obiettivo di portare in breve termine alla sistematica corruzione

                dell'intera società italiana, cancellando i retaggi della religione dei padri

      e preparando il terreno alla rivoluzione comunista del Sessantotto ed alle sue perle:

                femminismo, aborto, divorzio, droga libera, degenerazione sessuale, ecc..

Gli Usa e il mondialismo tutto, ancora oggi, evidentemente, devono molto all'avvocato, finanziere e banchiere statunitense Allen Welsh Dulles (classe 1893) scrupoloso esecutore  del "nobile" compitino affidato dalla giudeo-massoneria internazionalista e globalizzante. Infatti, attraverso la realizzazione del "Piano Dulles", poi naturalmente sfociato nel grande fiume rosso del Sessantotto, i potentati occulti anti-cristiani riuscirono ad esercitare la loro definitiva egemonia sull'anima cattolica del "Bel Paese", con il pretesto della liberazione dal regime fascista. Questa vergognosa storia coloniale iniziò ufficialmente con l'Operazione Husky, cioè con lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia, a Gela, il 10 luglio 1943. L'OSS fin da subito coordinò i rapporti tra mafia locale e Washington; si trattò in pratica di una sorta di "trattativa Stato-Mafia" degli anni che furono.  Il referente italiano dei misteriosi contatti fu il siciliano emigrante Massimo Corvo, Max per gli "amici", primo coordinatore dell'esclusivo club filo-americanista The Mafia Circle, anche se  tra i nomi eccellenti spuntarono ben presto quello di Lucky Luciano e Licio Gelli (classe 1919) (2). Gli uomini di Max liberarono di prigione ben 850 boss mafiosi, poi arruolati nell’OSS o destinatari di incarichi pubblici di prestigio in diversi comuni siciliani: così iniziò il mito dello sbarco! Nel 1953 Dulles  venne "premiato" per il lavoro svolto con la nomina a capo della neonata CIA.  Con lo scorrere del tempo e l'alternanza delle nuove scoperte tecnologiche, la televisione e la radio (potente veicolo della dissolutrice musica rock) assunsero un ruolo centrale, forse anche più del cinema.

                         «La musica è il principale interesse della gioventù moderna.

Non ha alcuna importanza se gli anziani non l'ascoltano, poiché essi sono finiti in ogni modo».

                                       George Harrison (1943-2001) "The Beatles"

      «Abbiamo associato giovinezza, musica, sesso, droga e rivoluzione con tradimento: 

                                                 è molto difficile andare oltre».

                     Jerry Rubin (1938-1994), attivista politico comunista americano

(2) The Mafia Circle: vedi  "Oggi Notizie" del 20/10/2010

 Esortazioni di Giovanni Paolo e San Pio                   

In merito, durante il suo regno, preoccupato per la deriva culturale della società italiana, Papa Giovanni Paolo II rilasciò diverse dichiarazioni. Tra le tante ne riportiamo due: “I media possono arrecare un grave danno alla famiglia, quando presentano una visione inadeguata o persino distorta della vita, della famiglia stessa, della religione e della morale. Occorre pertanto imparare ad usarli con sapienza e prudenza e questo è un dovere che concerne innanzitutto i genitori, responsabili di un’educazione sana ed equilibrata dei figli” (3). Ancora il Papa, in un altro passaggio: «Da tv e web contenuti distruttivi». Già San Pio da Pietrelcina, negli anni Cinquanta, aveva condannato l'entusiastica moda della TV (4), che stava iniziando a dilagare nelle case italiane, sulle ali del "falso progresso" del boom economico, e lo fece con una lapidaria espressione:

                                     "con la tv ci siamo messi il demonio in casa!"

                                                        San Pio da Pietrelcina

(3) Giovanni Paolo II – da "Il Giornale" del 24 maggio 2004, pag. 16; (4)  Le prime trasmissioni sperimentali in Italia iniziarono a Torino nel 1939 con l'EIAR (ente radiofonico pubblico). Il 22 luglio, a Roma, entrò in funzione un piccolo studio in Via Asiago, supportato da trasmettitore montato a Monte Mario. Nel 1952 l'EIAR si trasforma nella RAI: negli Anni Cinquanta iniziò a diffondersi la "moda della tv".

 I volti del colonialismo: dal Piano Dulles al '68       

Nel processo scientifico di sovversione culturale della società italiana, avviato negli Anni Quaranta, un passaggio di maturazione decisivo, come noto, fu il cosiddetto "Sessantotto", tuttavia tale rigurgito rivoluzionario, come visto, iniziò a trovare manifestazione, nel Paese dei santi, degli inventori e dei navigatori, di pari passo con l'occupazione anglo-americana e successiva nascita della loggia P2. 

                   I nuovi colonizzatori americani, cugini dei profanatori di Porta Pia

                   e affatto lontani dallo spirito anti-cristiano dei "fratelli comunisti",

                     divisi da quest'ultimi solo da una retorica hegeliana di facciata

                           non solo instaurarono un regime di controllo statalista,

                         social-comunista e – al tempo stesso – liberal-capitalista,

     ma avviarono quel sottile processo di controllo delle menti e delle anime dei giovani,

                         mediante la TV e i media, assicurandosi, al tempo stesso:

                                1) il controllo economico-sociale delle masse,

                               mediante la confisca della sovranità monetaria;

               2) il controllo socio-politico delle masse, mediante l'istituzione della P2

                   e la confisca della sovranità politica in seno al Parlamento;

                         3)  un pressante controllo su vasti settori del Vaticano,

favorendo, con il Concilio Vaticanno II, l'infiltrazione massonica nella Chiesa Cattolica:

                          acerrimo nemico da minare dall'interno e abbattere.

 Da Dulles a Gelli, da Gelli a Berlusconi                       

Quello del controllo della "cultura" e dell'informazione mediatica, non a caso divenne uno dei pilastri del piano massonico di "Rinascita Democratica" della P2: super-loggia nata sotto la benedizione degli USA. Alla luce di ciò è ragionevole supporre come lo stesso "fratello" Silvio Berlusconi, tesserato P2 e discepolo numero 1816 del Gran Maestro Licio Gelli, con il suo impero mediatico abbia giocato un ruolo non secondario nella realizzazione di questa metamorfosi culturale della società e dei costumi italiani, fin dagli anni Settanta. Non a caso Gelli lo indicò come colui il quale avrebbe "realizzato" il "Piano di Rinascita Democratica" della loggia P2. Dunque, affatto nemico del Sessantotto rosso e dei suoi falsi profeti, Mister B, può considerarsi tra i figli più nobili della rivoluzione cultural-massonica in Italia; quel grande imprenditore che, in un modo o nell'altro, ne amplificò con efficacia i messaggi, dando continuità all'opera di Dulles. Ma Mister B, non era nemico dei comunisti, o ci siamo persi qualcosa?

                                       Qual è l'ironica morale della favola?

Che a distanza di anni scopriamo con sorpresa che Ridge Forrester e Brooke Logan,

        gli incestuosi e poligami eroi di Beautiful, e il loro infinito stuolo di amanti,

                                        erano in fondo tutti "comunisti" …

                ed eredi della "grande fortuna morale" di Allen Welsh Dulles.

                                                           Auguri!

 

Sergio Basile (Copyright © 2018 Qui Europa)

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 Video correlato – Il Piano Dullas / media e tv       

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