di Sergio Basile mbria
Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Terremoto, Amatrice, Aleppo, Siria, disastro, responsabilità, morti e feriti
Amatrice e dintorni come Aleppo…
Nel baratro della morte e della distruzione la vita
è sacra e lo dovrebbe essere ovunque!
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Sergio Basile
Amatrice e dintorni come Aleppo
Italia, Siria – di Sergio Basile – La terra trema in Italia e, per certi versi, proprio come in Siria. Secondo la Protezione civile, il bilancio del forte sisma che ha gettato nel terrore gli abitanti di diversi centri urbani – tra Lazio, Umbria e Marche – devastando il Centro Italia, è al momento di 73 vittime. Qualche centinaio i feriti, numerosi ancora i dispersi. Mentre scriviamo giunge notizia che una bimba – di Arquata del Tronto – estratta viva dalle macerie è appena deceduta in ospedale. Ad Amatrice, paesino di 2650 anime, in provincia di Rieti (Lazio) – famoso nel mondo per esser la patria degli spaghetti alla amatriciana – c'e' ancora un bambino sotto le macerie e si sta cercando di salvarlo. Il panico e lo sconforto regnano sovrani e i fantasmi de L'Aquila tornano a tormentare la memoria degli italiani. Intanto una nuova scossa di magnituto 4.9 ha colpito Arquata del Tronto. La scossa più forte (magnitudo 6) è stata registrata alle 3.36 della scorsa notte, con epicentro vicino Accumoli. A tremare anche la patria di San Benedetto, fondatore dei benedettini e patrono d'Europa: Norcia (Perugia). E ciò a poche ore dal vertice europeo convocato a Ventotene, per la "Nuova Europa"… L'altra Europa!
Il valore della parola "solidarietà"
A tremare, sia pur con meno danni, anche Castelsantangelo sul Nera (Macerata). Preoccupazioni anche per il Duomo di Urbino: alcune crepe sono state individuate e per evitare il peggio l'area circostante è stata prontamente transennata dalla protezione civile. Insomma scene che non augureremmo mai a nessuno, neppure ai nostri peggior nemici. Scene che ricordano molto quelle di distruzione e morte provenienti dai teatri di guerra, o meglio di "terrorismo pianificato". Pensiamo, su tutte, ad Aleppo: città che incarna in pieno le bestiali contraddizioni del nostro tempo. La città degli embarghi omicidi, degli esodi biblici e forzati, dei bambini uccisi e mutilati per sempre… Dei crimini contro l'umanità! Quante Aleppo nel mondo? Quanti terremoti? Una città ridotta ad un cumulo di macerie non dalla potenza incontrollabile del terremoto, bensì dalla terrificante azione dell'odio e dell'inganno mondialista. La vita – ci chiediamo – non è forse uguale sia ad Amatrice e dintorni che ad Aleppo? Curioso e tragico questo grave parallelismo… In queste ore nelle vene dei potenti scorre febbrile – come è giusto che sia – il sangue rosso della "solidarietà". La parola "solidarietà", per l'Italia e il suo terremoto, risuona da Washington a Bruxelles, da Berlino a Tel Aviv. Eppure la solidarietà dovrebbe avere un unico colore e parlare un'unica lingua: una lingua che non dovrebbe conoscere l'accezione "ipocrisia". Che il Dio della Pace possa parlare ai cuori dei potenti, oggi in maniera particolare. Amen!
Sergio Basile (Copyright © 2016 Qui Europa)
partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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