Ue – Oblio digitale: tutela della privacy o limitazione della libertà di stampa?

Giovedì, Marzo 29th / 2012

Parlamento europeo / Strasburgo / Trattamento dati personali / Privacy / Libertà di stampa / Diritto all’Oblio / Internet / Google / Facebook / Twitter / Sarzana /  Razzante 

Oblio digitale:

tutela della privacy o limitazione

della libertà di stampa?

Rispondono i docenti Sarzana e Razzante:

“ Privacy ed informazione, entrambi importanti!”

Strasburgo –  Fa discutere ancora l’argomento relativo al trattamento dei dati personali su internet: ad ogni “cittadino” del web sarà riconosciuto il cosiddetto diritto all’oblio che consentirà al popolo degli internauti di proteggere la propria identità, scegliere quali informazioni rendere pubbliche e addirittura cosa cancellare in merito a pubblicazioni, foto o video precedenti  per tutelare la propria privacy. Ma la domanda sorge spontanea: quello all’oblio è un diritto oppure una censura? E come sarà gestita e garantita la tutela del singolo utente da parte delle grandi società come il motore di ricerca Google o tutti i social network? Dalle pagine di Famiglia Cristiana, arrivano le risposte dell’avvocato Fulvio Sarzana, docente di Regolamentazione giuridica delle reti all’università La Sapienza di Roma ed esperto di diritto  informatico, e di Ruben Razzante, professore di Diritto dell’informazione presso l’università Cattolica di Milano. “Nel caso in cui passasse il diritto all’oblio – afferma Sarzana – le grandi società come Google, Facebook, Twitter, non dovranno più rispondere alla magistratura o ad altra autorità ma, ogni volta che il singolo utente ne farà richiesta, dovranno procedere alla rimozione dei contenuti indicati, esercitando su di essi un controllo dettagliato e capillare tale da limitare, probabilmente, la libertà di stampa”. Ma l’avvocato sottolinea anche l’importanza del diritto di essere informati e specifica che non può essere una norma generica ed unica a risolvere la questione sollevata. “Ed è importante valutare – conclude – la rilevanza che l’informazione ha per l’opinione pubblica”. Ruben Razzante spiega che la normativa sancisce l’obbligo, da parte del soggetto che ha reso pubblici i dati, di informare della richiesta di rimozione degli stessi, eventuali terzi soggetti che li hanno copiati o utilizzati. Multe salatissime fino a 500.000 euro sono previste per tutti coloro che non rispetteranno l’obbligo imposto dalla normativa, pena pecuniaria che si impenna nel caso in cui si tratti di grandi aziende. Il docente della Cattolica precisa anche che “non potranno però essere cancellati in alcun modo, neanche dietro esplicita richiesta degli interessati,  i dati contenuti negli archivi dei giornali e che non è prevista la cancellazione di dati passati, se il loro interesse è pubblico e risulta attuale”. D’accordo con il collega, Razzante precisa che è tanto importante la tutela della privacy quanto la libertà di espressione. Una libertà vincolata, insomma, si può comunque definire libertà in senso pieno?  Forse, però, potremmo chiamarla censura.

Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

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