Giovedì, Marzo 13th/ 2014
– di C.Alessandro Mauceri / Redazione Quieuropa –
Martedì, Luglio 24th/ 2012
– di Mario Luongo –
Crisi economica Spagna / Mariano Rajoy / Sistema amministrativo spagnolo / Partito popolare / Andalusia / Consiglio di politica fiscale e finanziaria / Spending review / Bilanci truccati / Madrid / Valencia / Catalogna / Mercati obbligazionari / Titoli di Stato / Belgio / Rapporto tra investimenti esteri e investimenti all’estero
Spagna – I nodi di Rajoy: Accentramento e
Pareggio di Bilancio
Ma le regioni insorgono alla "Macelleria Sociale"
Euribor e Target 2: "l'insostenibile pesantezza dell'essere"
Madrid, Bruxelles – Il sistema amministrativo iberico basato sul decentramento dell’autonomia regionale sta conoscendo in questi giorni una crisi che ne metterà probabilmente in discussione il futuro. Il Partito Popolare di Mariano Rajoy, conservatore e di centro destra, già dagli inizi del suo governo puntava ad una centralizzazione più marcata nell’amministrazione statale, contrassegnata da un forte regionalismo fin dalla fine del franchismo. Questa volontà accentratrice ha spaccato in due il Paese, contrapponendo i favorevoli al progetto (o quanto meno chi invocasse l'accentramento come panacea ai mali sia nazionali che europei) e chi invece non accettava un cambio di rotta nell’andamento della politica. Fatto sta che le regioni storicamente estranee all’ala conservatrice ed “europeista”, come la socialista Andalusia ( da marzo con un governo formato da socialisti e Izquierda Unida ) i Paesi Baschi o la Catalogna – liberal democratica – sono rimasti nella loro politica basata su una forte autonomia e decentramento, facendo accantonare parzialmente i propositi di Rajoy.
La sorpresa di Mariano
Ma questa non è stata una vera e propria batosta per il Presidente del Governo spagnolo, la sorpresa è arrivata qualche mese più tardi, con i risultati del Consiglio di Politica fiscale e finanziaria avente come oggetto i tagli alla spesa pubblica per limitare il deficit all’1,5 %. Paradossalmente le brutte notizie sono arrivate più dalle zone che Rajoy non si aspettava: Madrid e Valencia, roccaforti del Partito Popolare hanno presentato documenti nei quali i conti dei loro bilanci erano ben più gravi di quanto dichiarato in precedenza. In pratica le “prime della classe” di Rajoy hanno imbrogliato durante l’esame e neanche di poco stando ai dati: la Comunidad de Madrid aveva un debito pari quasi al doppio di quanto dichiarato, 2,2% invece di 1,13%, mentre per Valencia si attestava al 4,5% invece che a 3,68%.
Agevolazioni a senso unico
La situazione spagnola si è aggravata maggiormente con l’acuirsi della crisi che ha portato il governo centrale a prendere una decisione molto discussa; Rajoy ha deciso di non estendere a tutte le regioni le "condizioni agevolate” proposta da Bruxelles alla capitale, scatenando proteste da parte delle restanti regioni. Ora, che le condizioni dell’Ue siano oggetto di discordia non è certo per invidia o per eccessiva convenienza, ma il motivo è più radicato e va ricercato appunto nel carattere fortemente regionale del sistema amministrativo spagnolo che come già spiegato lascia molta autonomia alle singole regioni. L’Andalusia, ad esempio, da tempo sta attuando una spending review, senza però toccare settori importanti come istruzione e sanità, sempre in cima alla lista delle voci da tagliare in ogni governo, secondo un’ottica miope e alla lunga controproducente.
Catalogna – Ricorso contro Rajoy
Caso ancora più importante è quello della Catalogna, che al Consiglio di Politica fiscale e finanziaria ha presentato un documento nel quale puntualizzava di essere sulla via dell’austerità già da tempo e di aver attuato tagli importanti e (non solo simbolicamente) rilevanti come quelli sugli stipendi pubblici, unico esempio spagnolo finora. Ed è stata la Catalogna stessa ad impugnare un ricorso alla Corte costituzionale in merito alle decisioni prese dal governo centrale da Luglio, ritenendo che invadano le stesse competenze regionali.
Le anomalie di "Target 2" ed "Euribor"
In un momento storico in cui i mercati obbligazionari, stando ai dati, stanno provocando una frattura in Europa tra le regioni a seconda del loro debito e dei tassi più o meno bassi dei titoli di Stato, le ulteriori fratture interne nei singoli stati (la Spagna è solo uno dei tanti esempi ) non giovano certamente, soprattutto nel breve termine. La solidità interna di un paese è uno dei fattori principali che attira eventuali investimenti esteri, specie in un’Europa ancora incerta su molte questioni e su un ritorno alle valute nazionali sempre dietro l’angolo. Generalmente, in condizioni "normali", dovrebbe essere così, ma non di certo in questa Europa: quando cioè la "macelleria sociale" è pianificata e creata ad hoc dall'euro-gabbia e dai suoi iniqui sistemi bancari e finanziari. Vedi Sistema Target 2 e vedi iniquo tasso "Euribor". Questo spiega come uno Stato come la Germania attira più capitali esteri rispetto all’Italia o alla Spagna: perchè avvantaggiata in maniera sostanziale dal sistema "Target 2". (Vedi articoli correlati). Anche il Belgio, che di certo non si trova in una situazione interna più rosea della nostra ( anzi ha un deficit di bilancio del 3%, maggiore del nostro 2% ed un debito pubblico che supera di poco il 100% del Pil nel 2012) è premiato da questa serie di contingenze, in primis il movimento dei capitali che ha una buona percentuale tra gli investimenti finanziari all’estero e quelli esteri al proprio interno. In questo modo l’afflusso di capitali esteri nel Belgio supera il deflusso, comportando un aumento negli acquisti dei titoli di Stato. Ma anche in questo caso determinante appare il sistema "Target 2" del quale abbiamo abbondantemente parlato nell'editoriale dal titolo "Schiavi di un Debito Illegale: Parte Terza: "Il Sistema Target 2". A completare la frittata, poi, ci pensa lo schizzofrenico e discrezionalissimo rating, che ha finito per "graziare" paesi come il Belgio o la Francia (Paese con un Debito privato d'impresa pari a 8000 miliardi di euro: contro gli appenna 40 delle imprese italiane) e penalizzare inpiegabilmente un Paese solido come l'Italia.
Le Rinascita che non si vuole
Questo sistema (Target 2) dunque, fa la differenza rispetto a stati come Spagna ed Italia che, nonostante una situazione abbastanza similare, non compensano la fuoriuscita di capitali con l’ingresso di altri. Situazione evidentemente voluta e favorita dai governi, dall'Ue e dalle maggioranze parlamentari inermi e protese a spalleggiare l'euro-casta. Forse è il caso che anche nella classe di Rajoy (come anche in quella di Mario Monti beninteso) i maestri smettano di fare i ciechi leader della classe e bluffare, ma inizino a rendere la situazione un pò più stabile per il bene del Paese e per i poveri scolari delle regioni più svantaggiate. D'altra parte il "debito" non è un dogma: vedi Giappone e Usa.
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)
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