Regionali Sicilia – Lettera Aperta al Direttore, di Vito Piepoli

Giovedì, Ottobre 4th/ 2012

Lettera Aperta al Direttore, di Vito Piepoli – 

Lettera aperta al Direttore / Vito Piepoli / Qui Europa / Iniziativa di Pubblico confronto / Pensa e Scrivi / Italia / Unione europea / Fondi comunitari / Federalismo / Regione Sicilia / Lombardo / Sturzo / Candidato a Presidente / Giorgio Napolitano / L'Espresso / La Repubblica / Gaspare Sturzo / Italiani Liberi e Forti / Eugenio Guccione / Giovanni Palladino 

Iniziativa Editoriale di Pubblico confronto

"Pensa e Scrivi" – di "Qui Europa"

Lettera Aperta al Direttore

 

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Cari lettori,

nell'ambito dell'iniziativa di pubblico confronto, "Pensa e Scrivi", promossa dall'Osservatorio Nazionale Indipendente "Qui Europa"posta in essere nel mese scorso in collaborazione e su richiesta di enti, associazioni, Atenei, istituti scolastici e diocesi nazionali ed europee – potrete inviare i vostri testi o le vostre "lettere aperte", che da parte nostra cercheremo di pubblicare, nel limite del possibile e compatibilmente con le nostre priorità redazionali.

Ciò permetterà a voi lettori di confrontarsi direttamente – e da protagonisti – su importanti temi di rilievo europeo, nazionale e regionale. Ricordiamo che quanti fossero interessati all'iniziativa potranno scriverci all'indirizzo infounicz.europa@gmail.com

N.B.:

L'Osservatorio Nazionale Indipendente "Qui Europa" si limita a pubblicare la presente lettera aperta – e gli ulteriori appelli, articoli o lettere aperte che ci dovranno pervenire – senza ovviamente entrare nel merito del suo (e del loro) contenuto, dal quale per ovvi motivi prende le distanze: nel senso che non esprime alcun giudizio di merito sulla bontà dei contenuti in essa espressi, cui responsabilità è pensiero sono da attribuire in maniera univoca allo stesso soggetto scrivente.

Il Direttore – infounicz.europa@gmail.com

La Segreteria di Redazione – infounicz.ue@gmail.com

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Lettera Aperta al Direttore 

Elezioni Regionali Sicilia

 Lettera Aperta al Direttore – di Vito Piepoli 

Gentile Direttore, Gentile Redazione, scrivo questa mia lettera aperta, ed accorata, aderendo all'iniziativa da voi promossa ("Pensa e Scrivi") e chiedendovi di pubblicarla sull'Osservatorio Nazionale Indipendente "Qui Europa". Cordiali Saluti, Vito Piepoli

"Federalismo – Dopo diciotto anni di chiacchiere, che condizioni di salute presenta il nostro stato? Sta meglio il Nord, il Sud o ambedue? Probabilmente è  peggio per entrambi!  Ma qual è il problema del Sud? Per esempio qual è la struttura tecnica che è stata capace in questi ultimi anni di utilizzare neanche un quarto delle risorse che l’Unione europea ci ha dato? Si tratta delle Regioni!  Esse, non hanno uffici tecnici in grado di scrivere progetti che siano in linea con gli standard europei. Però al Sud, a mio avviso, non bisogna fare il san leghismo neoborbonico contro le regioni del Nord! Sicuramente alle prossime elezioni penso che in merito vedremo l’esplosione del fenomeno nelle liste locali del Sud, quelle dei vecchi partiti. Questa sarà la loro risposta. Ne vedremo delle belle in Sicilia, ma le stiamo già vedendo!  Il Pdl – ad esempio – ha cambiato tre candidati in quarantott'ore. Miccichè, Musumeci poi Miccichè – che se ne è già andato – e così via.  Sicuramente oggi c'è da dire che nel  fare politica la forza che ha le idee più chiare si chiama mafia! Vedi l'emblematico caso della copertura delle perdite dell’acquedotto siciliano, ente pubblico. Nonostante tutti ci tengano a ripetere che l’acqua è pubblica, visto che il "pubblico" non ha i soldi, le condizioni del suddetto acquedotto sono ancora come erano nel 1956: cioè accade che in un terzo della Sicilia  l’acqua arriva in autobotti, e queste sono gestite dalla mafia. Ebbene lo sanno tutti, ma nessuno fa nulla!

  Gravi omissioni e curiosi episodi 

C’è, ad esempio, un curioso filmato di Lombardo padre e Lombardo figlio firmato nel cortiletto di un ospedale. Lombardo, come noto, va via dalla Regione Sicilia, ma ora c’è il figlio che si candida. Ovviamente! Ecco la scena: cortiletto dell’ospedale, nessuno pensava di essere ripreso, ed invece un passante col telefonino lo ha fatto. Lombardo parla e presenta suo figlio ad un tizio, promettendo assunzioni. Sembra la caricatura del film “Le mani sulla città” di Francesco Rosi che è del 1963.  Ma questa è la realtà! In merito a ciò, ricordo come sia di questi giorni la notizia della lettera aperta sullo stato delle elezioni in Sicilia e sul diritto a un’informazione elettorale corretta e imparziale indirizzata al presidente Napolitano, da parte di Gaspare Sturzo, candidato di ILeF alla Regione Sicilia. Sturzo, di Italiani Liberi e Forti, elenca alcuni casi eclatanti in cui è stato ignorato, come nel caso de L’Espresso in edicola dal 14 settembre, che inspiegabilmente oscura totalmente la sua presenza, omettendo di indicarlo quale candidato presidente della Regione Siciliana, ed omettendo – altresì – di menzionare l’iniziativa politica di Italiani Liberi e Forti (ILeF).

  Regionali Sicilia – Una campagna elettorale disinformata? 

Aggiungo inoltre che in certe realtà territoriali dell’isola i responsabili di ILeF riferiscono che è in corso una vera e propria azione di disinformazione, dove la loro assenza dai giornali è utilizzata strumentalmente come prova dell’irrilevanza e dell’impossibilità di superare l’ingiusto limite della soglia di sbarramento del 5%. "In qualche caso – riferisce in merito all'accaduto il candidato pronipote di Don Luigi Sturzo – si ricorda ai supporter come ai candidati di ILeF che metterci la faccia, sporcarsi le mani per ottenere il cambiamento della Sicilia contro la spartitocrazia clientelare è un affare non conveniente. Anzi, viene evidenziato il pericolo per il futuro di chi vive di commesse pubbliche, opera come professionista, dipende da contributi regionali o è dipendente pubblico, perché il potere delle vecchie caste potrebbe ricordarsene in futuro"Questi elementi, secondo Sturzo,  stanno turbando il sereno svolgimento della campagna elettorale “isolandoci e indicandoci al mondo degli affari oscuri come scomodi nelle nostre denunce contro il parassitismo delle corruttele, il lobbismo dei modelli massonici, le segrete stanze degli affari privati, il controllo mafioso del territorio e dell’economia” – così si legge nella sua lettera a Napolitano.

  La lettera a "La Repubblica" di Gaspare Sturzo 

Ed inoltre, come segue, Sturzo conclude la lettera indirizzata il 27 settembre al direttore del quotidiano La Repubblica, dove lamenta lo stesso problema : “Per il Paese onesto è essenziale l’informazione onesta. E’ il motivo per cui ho indirizzato un appello al Presidente della Repubblica, custode dei valori costituzionali della lotta alla corruzione. Sono certo che, meglio approfondita la questione e libero da ogni pregiudizio, parteciperà con noi alla lotta di liberazione democratica del Paese. La prego di cominciare pubblicando questa mia accorata lettera.” Ebbene, si fa per dire, staremo a vedere cos’altro ancora potrà succedere.

  Sicilia – Il biglietto da visita di "Italiani Liberi e Forti" 

Dunque, cari lettori di "Qui Europa", ci presentiamo. Italiani Liberi e Forti, partito d'ispirazione cattolica, corre alle regionali in Sicilia, con il suo candidato Gaspare Sturzo. A suo tempo Giovanni Paolo II era stato chiaro nel corso di un incontro con i dirigenti della provincia di Roma: “E’ necessario far crescere più radicalmente una nuova mentalità e una nuova cultura, caratterizzate dal gusto dell’impegno e dell’accettazione del rischio, in una prospettiva di libertà e, insieme, di solidarietà”. Ugualmente chiaro è stato l’appello-invito di Benedetto XVI: “Occorre una nuova generazione di cattolici impegnati in politica”. Così è maturato il “noi ci siamo !” dei  soci fondatori di questo nuovo partito (sigla ILeF), che si propone di operare nel solco del profondo pensiero politico, economico e, soprattutto, morale di Don Luigi Sturzo, fondatore nel 1919 del Partito Popolare Italiano e poi profeta inascoltato dai democristiani. Sturzo sosteneva che “la politica è di per sé un bene: fare politica è un atto di amore per la collettività; tante volte può essere un dovere del cittadino”. I fondatori di ILeF non provengono dal mondo della politica, ma dal vasto mondo delle professioni. Hanno deciso di “salire” in politica in un momento in cui questa sta “scendendo” penosamente agli occhi dell’opinione pubblica. Il nostro  ambizioso obiettivo è di “ridare agli italiani l’orgoglio di essere italiani” con un programma di forti riforme, a partire dallo stesso modo di fare politica, riducendo il costo del pesante apparato statale e dando maggiore spazio e dinamismo al settore privato dell’economia. ILeF si dichiara laico e aconfessionale; non pretende di essere il partito dei cattolici, ma un partito di cattolici aperto a tutte le persone di buona volontà.

  Un manifesto liberale? 

Il Prof. Eugenio Guccione, Presidente del Consiglio Nazionale di ILeF, ha affermato: “Non vogliamo essere il partito di tutti i cattolici, né proporre  nostalgicamente ricette sturziane a scatola chiusa, cioè riproporre alla lettera progetti e soluzioni indicate da Luigi Sturzo per situazioni e problemi del suo tempo. Siamo consapevoli che da allora a oggi molte cose sono cambiate; pertanto vanno affrontate e risolte con mentalità e tecniche moderne. Lo stesso Sturzo, uomo di grandi ideali, ma allo stesso tempo un politico con un profondo senso dello Stato e della realtà, teneva sempre in conto il mutare degli eventi e la necessità di comprenderli e di adeguarsi a essi. (…) Non saremo il partito dei leader dotati di milioni di euro, ma saremo il partito della gente normale; partiamo con scarse risorse finanziarie, ma non abbiamo paura. Siamo razionalmente convinti che le risorse arriveranno e sarà tutto denaro pulito”.   Così si è inoltre espresso il Segretario Politico di ILeF,  Giovanni  Palladino: “Queste risorse faranno parte di un bilancio trasparente e certificato da una società indipendente di revisione dei conti. La nostra sarà una ‘casa di vetro’, ogni tre mesi pubblicheremo il conto economico nel nostro sito web. Non vogliamo che il partito sia finanziato dal denaro pubblico, preferiamo che tutte le risorse siano private e che ovviamente non provengano da lobby economico-finanziarie, né tanto meno da logge massoniche. Punteremo molto sui giovani, perché vogliamo fare molto per i giovani.” Più competizione, più meritocrazia, più senso di responsabilità con l’assunzione di rischi ben ponderati all’interno di una economia sociale e solidale di mercato, dove lo Stato deve assumere il ruolo di arbitro e non anche quello improprio di giocatore, come è purtroppo avvenuto negli ultimi 50 anni (finendo così di fare un pessimo “arbitraggio” e un pessimo “gioco”). E' questo il manifesto del nuovo soggetto politico nato. Rischiare è mettere in campo qualcosa che ci appartiene e ci caratterizza, a qualsiasi livello, da quello intellettuale a quello economico, da quello politico a quello imprenditoriale.

 Liberisti, Meritocratici, o entrambi? 

C’è bisogno di ripensare allo Stato in modo diverso, iniziando con il porre limiti alla sua attività, nel pieno rispetto delle libertà individuali e delle capacità dei singoli. Rischiare quando si è garantiti dallo Stato porta a una falsa crescita e a una illusione. Alcune attuali circostanze ci suggeriscono, in conclusione, di  riproporre queste parole pronunciate profeticamente da Sturzo il 4 novembre 1951: “Oggi si è arrivati all’assurdo di voler eliminare il rischio per attenuare le responsabilità fino ad annullarle…Gli amministratori degli enti statali sanno in partenza che se occorrono prestiti, garantisce lo Stato; se occorre lavoro, dovrà trovarlo lo Stato; se si avranno perdite, si ricorre allo Stato; se si produce male, ripara lo Stato; se non si conclude un granché, i prezzi li mantiene alti lo Stato. Dov’è il rischio? Svaporato. E la responsabilità? Svanita. E l’economia? Compromessa. In Italia oggi solo le aziende dei poveri diavoli possono fallire; le altre sono degne di salvataggio. Il rischio è coperto in partenza, anche per le aziende che non sono statali, ma che hanno avuto gli appoggi dello Stato. In un Paese, dove la classe politica va divenendo impiegatizia, dove la classe economica si statalizza, dove molti lavoratori passano alle dipendenze dirette o indirette dello Stato, non solo va a morire la libertà economica, ma viene messa in pericolo la libertà politica”. La ringrazio per lo spazio che vorrà concedere a questa accorata lettera. Cordiali Saluti

Vito Piepoli – Lettera Aperta al Direttore

Potete inviare le vostre lettere / articoli su importanti

tematiche di carattere europeo, nazionale e regionale

all'indirizzo mail infounicz.europa@gmail.com

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