Lo strumento e il fantasma – Come nasce il valore della moneta?

Giovedì, 12 Gennaio/ 2017   

di Nicola Arena e Sergio Basile / Sete di Giustizia

 Redazione Quieuropa, sistema bancario, Nicola Arena, Sete di Giustizia, moneta, fantasma, Giacinto Auriti 

Lo strumento e il fantasma – Come nasce

il valore della moneta?

La moneta-debito è una promessa di pagamento condizionata

da una menzogna. 

Lo Stato è un semplice fantasma giuridico: l'intermediario di

un crimine proteso a spogliare i cittadini dell'universalità

dei propri beni

 

                    Lo Stato oggi è un fantasma giuridico nelle mani

              delle società strumentalizzanti: non è una questione di

                      euro o lira. Il problema è la moneta-debito in sé

 

di Nicola Arena e Sergio Basile / Sete di Giustizia

Lo strumento e il fantasma - Giacinto Auriti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Premessa                                                                    

Premessa – A 15 anni dall'adozione dell'euro, l'Europa appare devastata e sempre più allo sbando, preda delle multinazionali e dei diktat bancari. Preda di un nuovo linguaggio, di nuovi neologismi, dello spread e del rating. La morale della favola è semplice: oggi paghiamo più tasse e più interessi bancari sui titoli di stato, cioé siamo più poveri a causa di un processo programmato di rarefazione monetaria.

                                     L'Europa dà fastidio a tutti i governi

                               e la moneta unica dovrebbe essere il tetto

                                    di un edificio non le sue fondamenta.

                     Lo capisce chiunque ma se lo dici passi per ignorante"

                           Vittorio Feltri a "La Gabbia" / 11 Gennaio 2017

Così Feltri ieri sera a "La Gabbia" promuoveva la sua campagna anti-euro. Ma a ben vedere qualcosa non convince del sia pur chiaro messaggio del direttore di Libero, che dimostra in concreto di non conoscere affatto la radice del problema: l'emissione a debito della moneta, comunque essa si chiami (lira o euro non ha alcuna importanza). Di certo sorprende e non poco come nella trasmissione di Paragone non trovino mai spazio esperti di moneta della scuola auritiana. La disputa dialettica si concentra sempre su argomenti circoscritti e gli ospiti – in genere europeisti, sovranisti anti-europeisti, liberisti, radical chic  o social-comunisti – con atti di notevole equilibrismo intellettuale e retorico, riescono magistralmente a deviare sempre il discorso del debito pubblico su binari morti. Nessuno sembra cogliere il cuore del problema! O meglio, nessuno vuole coglierlo! Eppure ormai il Professor Giacinto Auriti – padre della Teoria del Valore indotto della moneta e del SIMEC – è un personaggio piuttosto popolare che i profeti del liberismo, così come i profeti del sovranismo a senso unico, non possono non conoscere… Allora ricordiamo a Feltri, Paragone e agli altri amici de "La Gabbia", come nasce il valore della moneta e come nasce il debito pubblico.

Come nasce il valore della moneta?                        

Roma – Dalla sua invenzione e nel corso dei secoli, la moneta ha subito molti mutamenti nella propria struttura giuridica e merceologica del simbolo, ma non ha mai variato la sua sostanza e funzione, cioè quella di permettere all’uomo di poter comprare beni e servizi.

                                     La moneta è un bene reale

                               creato dalla convenzione sociale.

Essa ha molte caratteristiche fra le quali quella di essere unità di misura del valore (dei beni e servizi) e allo stesso tempo, valore dell’unità di misura. Fino al 15 agosto del 1971 la moneta è stata, sia pur in maniera parziale e ingannevole, un titolo creditizio rappresentativo della riserva – concetto legalizzato dagli accordi di Bretton Woods – nascondendo sempre la sua vera essenza: cioè il valore indotto, scoperto dal professor Giacinto Auriti. Oggi, però, dopo tale scoperta scientifica, possiamo affermare che la moneta rappresenta con maggior evidenza una semplice promessa di pagamento, in riferimento esclusivo al pagamento di beni reali (e non una promessa di pagamento di altra moneta o valore). Questo è bene precisarlo per non cadere nell’errore di considerare ancora la moneta come titolo creditizio rappresentativo della riserva.

  La cambiale e la moneta                                         

Nella cambiale il valore è creato dalla promessa del debitore, quindi chi firma emette la cambiale e crea il valore che è trasferito al prenditore della cambiale. Il valore promana già dalle mani dell'emittente.

                              Nella moneta avviene il contrario,

                 perché il valore nasce nelle mani di chi l’accetta,

       poiché essendo misura del valore è creata dalla convenzione.

La prova lampante di questo la troviamo nel famoso esempio dell’isola deserta: se mettiamo un governatore a stampare denaro in un’isola deserta, non nasce il valore perché manca la gente  (ascolta il Prof. Auriti dal minuto 07.15 del video  MONETA al POPOLO '99). In quest’articolo, al fine di aiutare a comprendere il grande equivoco monetario dei giorni nostri, vogliamo focalizzare l’attenzione su quest’ultima caratteristica della moneta: la promessa di pagamento di beni reali.

 Come un giradischi senza dischi                           

Ragioniamo adesso applicando questo modello ad un sistema giusto e uniformato a principi di mutuo soccorso, onestà e reciprocità (non quello attuale), in cui uno Stato svolge le sue funzioni organicamente, nell’interesse dei cittadini. L’emissione della moneta è compiuta da un organo rappresentativo della comunità, per esempio il ministero del Tesoro, che emette la moneta elargendola a chi corrisponde/fornisce in cambio beni o servizi. Ricordiamo che il denaro ha la funzione basilare di permettere l’acquisto di prodotti e servizi; senza questa funzione, che le conferisce il potere d’acquisto, lo strumento moneta (che ha un valore proprio creato per convenzione dalla comunità che accetta e usa quella moneta), non servirebbe a nulla.

             Se ne deduce che la moneta priva dei prodotti da acquistare

                                è come un giradischi senza i dischi

                                  come un cacciavite senza le viti.

Formuliamo ora l’ipotesi in cui una comunità organizzata (o Stato: concetto con contenuto umano) richieda la realizzazione di opere pubbliche nell’interesse dei propri cittadini. Lo Stato attraverso contratti pubblici istituisce gare d’appalto e, alle ditte aggiudicatarie – soggetti appartenenti alla stessa comunità o esterni a essa – solo dopo aver ricevuto le opere realizzate – quali ad esempio aeroporti, stazioni ferroviarie, centrali elettriche, strade, ospedali, scuole ecc. – crea e consegna in cambio moneta. Nel momento in cui le ditte accettano moneta, ne creano il valore. Questo valore però ancora non è stato scambiato per avere in cambio beni reali.

 Il raddoppio del valore a vantaggio dei cittadini  

Soffermiamoci su questo punto fondamentale. Lo Stato (comunità di uomini vivi) che emette moneta (promessa di pagamento di beni) è ora (provvisoriamente) debitore di beni e servizi nei confronti delle ditte che hanno già consegnato le loro opere alla comunità. I lavoratori delle ditte, che si trovano in possesso di queste promesse di pagamento (con valore proprio convenzionale) sono creditori, nei confronti degli altri membri della comunità, di beni e servizi. Nel momento in cui questi lavoratori si presentano all’incasso presso i negozianti, privati cittadini, professionisti, ecc.., e ricevono in cambio altri beni e servizi, si completa così finalmente il baratto: ovvero il processo che, in sostanza, sta dietro ogni transazione economica tra due attori.

 Oltre il baratto                                                             

Come abbiamo anticipato, però, la funzione della moneta non si esaurisce con il baratto: essa continua a circolare come valore proprio (convenzionale).  All’atto dell’emissione abbiamo quindi notato due fenomeni essenziali: 1) lo Stato (inteso come comunità dei cittadini legati da un rapporto organico) emette la moneta e assume la caratteristica di debitore di beni e servizi; 2) i titolari e gli operai delle ditte che hanno realizzato le opere e che hanno accettato la moneta in cambio (perché hanno previsto di poter ricevere dalla comunità i beni e servizi corrispondenti), diventano proprietari del valore monetario. In questa fase i membri della comunità (negozianti, artigiani, lavoratori dipendenti, liberi professionisti, ecc.) rivestono lo status di debitori di beni e quindi di “obbligati” a dover produrre con il proprio lavoro i prodotti e servizi, per onorare la “promessa di pagamento di beni” ai portatori della moneta. Bisogna però precisare che la comunità è ben felice di dover lavorare per produrre, poiché la cessione dei loro prodotti è ricompensata dal valore monetario ricevuto. 

                Si realizza così il raddoppio di valore cui fa riferimento il Professor Auriti,

                      perché la comunità ha ora a disposizione sia le opere pubbliche

                                             sia il denaro circolante corrispettivo

                     e tutti hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio talento

                              ricevendo in cambio il giusto equivalente in denaro.

       La moneta diviene allora strumento legittimo di moltiplicazione della ricchezza

 La crescita del potere d'acquisto della moneta     

Il ragionamento esposto può sembrare difficile in prima lettura ma, riflettendo bene sull’argomento, si riesce a separare il concetto di valore monetario convenzionale dai beni e servizi reali corrispondenti. Operando questo processo dissociativo, l’uomo avrà la consapevolezza che le cose di cui ha bisogno sono i beni (acquistabili attraverso il valore monetario) e non la moneta come bene proprio privo di funzioni. E’ bene precisare che la moneta svolge la sua funzione solo quando è usata.

                                        Quanto maggiore è la velocità di utilizzo,

                                                  cioè di circolazione monetaria,

                                  tanto maggiore sarà il potere d’acquisto di essa.

Una moneta racchiusa in un cassetto è solo un potenziale valore. Come un giradischi ha bisogno dei dischi per realizzare la sua funzione, allo stesso modo la moneta ha bisogno dei prodotti da acquistare, per soddisfare i bisogni dell’essere umano. Così come è un paradosso assurdo una moneta cui valore incorporato nei titoli di stato (processo di cartolarizzazione del debito pubblico) sia suscettibile di variazione (i tassi d'interesse bancari oggi schizzano alle stelle da un giorno all'altro, a causa del diabolico meccanismo combinato del rating e dello spread – vedi qui per approfondimenti – La Grande Balla dello spread) generando in automatico nuovo debito.

 Lo strumento e il fantasma                                        

Riprendendo l’esempio del giradischi, quello che veramente conta è il piacere di ascoltare la musica (prerogativa prettamente spirituale), frutto dell’espressione artistica dei musicisti, e non quello di possedere tanti giradischi. Oggi  lo Stato sembra accantonare la funzione mutualistica ed organica della moneta, cioé la sua essenza spirituale e positiva, concentrandosi sull'aspetto merceologico della stessa, quasi come se la moneta abbia conquistato un'anima autonoma, una personalità propria – e perversa – che sormonta i bisogni degli attori economici, umiliandone le esistenze. La moneta-dio non è pià una entità che esprime l’essenza del rapporto organico tra i cittadini, bensì un fantasma giuridico disumano, creato e gestito da società strumentalizzanti (massonerie, banche, entità politiche sovranazionali, ecc.) le quali hanno ridotto la società, fatta di uomini vivi e legati tra loro dal rapporto organico, a mero strumento (cioé a "Stato costituzionale senza contenuto umano"). La moneta si è dunque trasformata da strumento di facilitazione degli scambi a strumento di compressione reale dei diritti umani.

             Una volta ridotto il concetto di Società a puro strumento,

             è stato facile per le Banche Centrali servirsi dello “Stato”,

            sottraendo ai cittadini la funzione di emissione monetaria,

                    ma soprattutto la proprietà del valore monetario

                     creato convenzionalmente dagli stessi cittadini.

Con un atto silente di alta filosofia satanica, i grandi usurai hanno espropriato i cittadini del valore monetario (creato da loro stessi)  indebitandoli malvagiamente del medesimo valore, di conseguenza. Oggi lo Stato, ridotta la sua funzione essenziale a puro strumento giuridico improprio – perché contrario agli interessi di famiglie e imprese – è "impiegato" arbitrariamente dalle società strumentalizzanti secondo le proprie convenienze e non secondo gli interessi dei cittadini. E' un grande cavallo di Troia! In questo vortice satanico, chi perde è l’essere umano che è accomunato al rango delle bestie, anzi di più… perché le bestie non nascono e nemmeno vivono indebitate. Attraverso i bisogni indotti creati artatamente, poi, i grandi usurai impoveriscono sempre più la povera gente, costretta a lavorare a ritmi sempre più frenetici per compensare i vuoti monetari programmati. La sete di moneta, quindi, oggi giustifica la crescente sete di giustizia che avanza. Nello stesso tempo però

                                    la legge della moneta-debito

              supera e umilia il diritto naturale e la giustizia reale.

Ne consegue che l’idolatria del denaro prevale sulla logica e sull’etica: sia per mere ragioni di potere, che per ragioni di sopravvivenza. In quest'ultimo caso, infatti,  molti passano a delinquere, divenendo due volte vittime del sistema. 

 Il riscatto dell'amore                                               

Così, col passare del tempo, gli squilibri sociali non fanno che accentuare il divario esistenziale fra la povera gente, sempre più numerosa, e l'élite dei padroni del denaro, ossequiati dai loro adepti che infestano spavaldi i salotti tv, fingendo di non comprendere e disinformando a piene mani, con nonchalance estrema. La moneta debito – come detto in più sedi – è lo strumento usato dagli adoratori di satana, che stanno ai vertici delle banche centrali, per dominare tutti i popoli del mondo.

             L’umanità deve riscoprire il messaggio di Gesù Cristo,

      morto in croce per farci capire fin dove si può spingere il male..

                           e fin dove si può spingere l'amore…

             La Resurrezione di Cristo è il simbolo e l'emblema

                     della resurrrezione dell'umanità dal male

              e dall'emancipazione possibile dai lacci dell'usura

Attraverso la conoscenza della scoperta del valore indotto della moneta, la riverenza verso il dio denaro (il Mammona evangelico) può e dev’essere soppiantata dall’amore verso il prossimo, secondo l’insegnamento cristiano. Solo così la società potrà risorgere dall’oblio in cui da troppi secoli si trova e ritrovare una dimensione più giusta e umana.

Nicola Arena, Sergio Basile / Sete di Giustizia (Copyright © 2016 Qui Europa)

in collaborazione con "Sete di Giustizia" / Associazione Nazionale Auritiana

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NOI  SIAMO  PER LA PROPRIETÀ  POPOLARE DELLA   MONETA.

Oggi la moneta nasce di proprietà della banca che la emette prestandola ai cittadini.

Noi vogliamo che nasca di proprietà dei cittadini e che sia accreditata 

ad ognuno come " REDDITO di CITTADINANZA ".

DISEGNO DI LEGGE N°1282 SENATO XII LEGISLATURA 

DIS. LEGGE N°1889 SENATO XIII LEGISLATURA

Disegno di Legge proposto dal Sindacato Anti USura 

Segretario Generale  avv. prof. Giacinto Auriti

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Vedi anche  www.simec.org e Sete di Giustizia

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 Video correlato                                                          

Gela Convegno sulla moneta e progetto B.A.R. del 17 Settembre 2016

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