Mercoledì, Aprile 30th/ 2014
– A cura di Massimo Mancinelli –
Martedì, Settembre 24th/ 2013
– di Padre Piotr Panzulewicz –
Italia, Padre Piotr Panzulewicz, Cultura del benessere, Crisi, Idolatria del danaro, status symbol, logica dell'avere, nessuno può servire due padroni, Papa Francesco, amministratori disonesti, idolatria del denaro, gli idoli sono crudeli perché si nutrono di carne umana, moneta debito, diabolici servitori
L'Idolatria del Denaro e la Schiavitù che ci
Disumanizza
Ecco perchè dobbiamo agire con le ricchezze secondo
giustizia e dobbiamo uscire dagli "schemi acquisiti"
di Padre Piotr Panzulewicz
“No” all’idolatria del denaro
Catanzaro – di Padre Piotr Panzulewicz – Domenica scorsa, la 25a del tempo ordinario, siamo stati chiamati a riconfermare la nostra scelta: o le ricchezze venerate come un dio o usate per il bene altrui. Nello stesso tempo siamo stati chiamati – sia individualmente che come gruppo d’impegno sociale, civile ed ecclesiale – a riconciliarci con tanti fratelli e sorelle che nei loro bisogni materiali si sentono offesi, trascurati, dimenticati o addirittura isolati ed emarginati proprio da noi, amministratori disonesti. (Am 8,4-7; Sal 112; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13). Il punto centrale delle letture bibliche è indubbiamente il forte richiamo lucano: «Non potete servire Dio e la ricchezza» (Lc 16,13). È un richiamo che collima anche con il pensiero pedagogico di Papa Francesco. Il 28 luglio scorso, rivolgendosi, durante la GMG a Rio de Janeiro, al Consiglio episcopale latinoamericano, ha detto parole che possono essere estese a ognuno di noi: «I vescovi devono essere pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano "psicologia da príncipi". Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un'altra».
Alla fine sarai un Corrotto
E il 20 settembre la sua omelia, tenuta nella Casa Santa Marta in Vaticano, l’ha dedicata proprio al richiamo lucano, esprimendo il suo “no” all’idolatria del denaro e aggiungendo con amarezza: «E’ tanto il potere del denaro, che ti fa deviare dalla fede». Se scegli «la via del denaro (…) alla fine sarai un corrotto». Il denaro «ha questa seduzione di farti scivolare lentamente nella tua perdizione». «Che il Signore – ha concluso – aiuti tutti noi a non cadere nella trappola dell’idolatria del denaro».
Agire con le ricchezze secondo giustizia
È un chiaro richiamo a non rimanere con il piede in due scarpe, cioè stare contemporaneamente sui due campi: quello di Dio e quello della ricchezza fine a se stessa. Ci sono come due fedeltà o due scelte: da un lato la scelta della solidarietà/condivisione/
Una generazioni di dipendenti e drogati
Certo, la questione è molto delicata, ancor più delicata se consideriamo che la nostra società educa costantemente i figli alla dipendenza dalle ricchezze e dalle comodità. È paradigmatico il fenomeno dello status symbol: quel particolare tipo di cellulare, quel peculiare modello di scarpe, quella singolare marca di jeans… Secondo il comune modo di sentire, non c'è più nulla di superfluo, ma tutto è necessario, per cui non se ne può fare a meno… Di conseguenza, in quest'ottica, il Vangelo risulta una proposta astratta e lontana dalla nostra sensibilità, soprattutto quando la Chiesa stessa non solo asseconda, ma addirittura incarna a modo suo il modello del parroco-manager a cui non manca niente e che non ha più bisogno di niente… forse neanche di Dio.
L'Uomo al Centro
«Nel nostro sistema globalizzato di vita – ha detto Domenica Papa Francesco, rivolgendosi al mondo di lavoro a Cagliari – al centro c’è un idolo e questo non si può fare! Lottiamo tutti insieme perché al centro, almeno della nostra vita, ci siano l’uomo e la donna, la famiglia, tutti noi, perché la speranza possa andare avanti». E ha voluto congedarsi con i presenti con una preghiera nella quale ci sono queste affermazioni e invocazioni: «Gli idoli vogliono rubarci la dignità. I sistemi ingiusti vogliono rubarci la speranza. Signore, non ci lasciare soli. Aiutaci ad aiutarci fra noi, facendoci dimenticare un pò l’egoismo per sentire nel cuore il “noi”, noi, popolo, che vuole andare avanti. (…) Signore Gesù, insegnaci a lottare per il lavoro e benedici tutti noi».
Ottimi Servitori, ma Pessimi Padroni
Il denaro e ogni altro bene materiale sono solo dei mezzi utili per crescere nell'amore, nella fratellanza e nella amicizia. Sono ottimi servitori, ma pessimi padroni. Il denaro non è in sé cattivo – se si limitasse ad essere mezzo di intermediazione negli scambi e pagamento – ma può diventare un idolo (paradigma della carta-moneta e della moneta-debito innalzata ad idolo demoniaco cui immolare popoli e nazioni) e gli idoli sono crudeli perché si nutrono di carne umana, aggrediscono le fibre intime dell'umano, mangiano il cuore. Cominci a pensare al denaro, giorno e notte, e questo ti chiude progressivamente in una prigione. Non coltivi più le amicizie, perdi gli amici; li abbandoni o li sfrutti, oppure saranno loro a sfruttare la situazione.
Come Chiesa abbiamo parecchi perdoni da chiedere
Per questo avremo sempre da chiedere perdono. Tanti, troppi fratelli sono autorizzati ad avere qualcosa contro di noi, perché anche se può essere vero il più delle volte che noi non abbiamo offeso direttamente alcuno, è certamente altrettanto vero che non ce ne siamo interessati mai abbastanza. Hanno il diritto di sentirsi offesi perché trascurati e dimenticati; peggio: soltanto giudicati, senza mai avere una mano tesa. E allora credo, che soprattutto come Chiesa abbiamo ancora parecchi “perdoni” da chiedere per tanti peccati di “omissione”. Abbiamo ancora da riconciliarci con tanti fratelli e sorelle. Con tutti e per tutti sporcarsi per donare amore, e guardarli con gli occhi di Cristo, e sedersi con loro, alla loro tavola, giorno dopo giorno. L'amore a dieci metri di distanza non è amore, perché non potrà mai essere fecondo. Due sposi non generano figli con un semplice sguardo…
Spogliarsi dagli schemi e dalle certezze acquisite
Così anche noi siamo chiamati a spogliarci, innanzitutto degli schemi, e poi delle certezze acquisite che, quasi sempre, non sono le verità immutabili del Vangelo, ma la loro caricatura da noi disegnata per difenderci e non correre il rischio di perdere la vita per amare davvero. Essere disposti a rivedere tutto dieci volte al giorno, per amore di una sola persona… E poi a unirci a lei davvero, e farci tutto a tutti, carne della carne di chi ci è accanto, anche se all'opposto della nostra vita e dei nostri valori; che il Signore ci conceda di non cedere all'ottusità, ma, con Cristo, di aprirci in uno sguardo capace di abbracciare l'infinito, il passato, il presente e il futuro in un solo abisso di misericordia che tutto trascende e tutto purifica.
Esseri Umani e non bestiali mammiferi o burattini
Il cristianesimo è l’esperienza concreta, autentica, di persone che hanno sperimentato la misericordia e la moltiplicano, ne fanno cibo per gli amici. La loro chiamata si trasforma immediatamente in mille chiamate e la grazia sperimentata da loro grazia per molti altri, poveri, emarginati, sofferenti. Solo nella consapevolezza di questo messaggio sarà possibile uscire dall'inganno e – in aggiunta – dalla cosiddetta "crisi" (indotta) figlia della moneta-debito e dei suoi diabolici servitori. Solo così potremo uscire da noi stessi, dai nostri egoismi e dagli inganni, ritrovando la nostra anima e divenendo "essere umani" e non semplici "bestiali mammiferi" o burattini votati alla sopraffazione e alla distruzione reciproca.
Padre Piotr Panzulewicz, Comunità Francescana, Catanzaro
(Copyright © 2013 Qui Europa)
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