La Sondodemocrazia incensa il Professore, dimissionario per copione – I Limiti dei sondaggi, da Barabba a Monti

Domenica, Dicembre 23th/ 2012

– di Sergio Basile –

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La Sondodemocrazia incensa il Prof,

dimissionario per copione

I Limiti dei sondaggi, da Barabba a Monti e le vittime

della "sondodemocrazia" da Gesù alla Nazione

Roma – Mario Monti si è dimesso. Ma la presunta "Democrazia" ha lasciato il posto ad un leviatano che si ciba di "sondodemocrazia": il consenso dei sondaggi. Strumenti ai quali bisogna credere necessariamente – la tendenza è questa – pur essendo posti nelle mani di mass media tutt'altro che obiettivi. In gran parte si tratta, infatti, di organi "ufficiali di regime", protesi alla sistematica propagazione di bugie e falsità preconfezionate. Se tale assunto è vero, concorderete con me che il sondaggio reso noto nelle scorse ore da Sky TG24 sulla bontà dell'operato del governo Monti (promosso pare dal 51% degli Italiani) è alquanto ridicolo, o comunque non rispecchia assolutamente altri studi di settore; né tantomeno i malumori largamente diffusi in supermercati, uffici postali, scuole, uffici di lavoro ed altri luoghi publlici. Dappertutto la struggente e desolata querimonia contro il tencino è palese e irrefrenabile. Eppure Sky TG 24 da il Professore come "amato" dalla maggiorparte degli Italiani. Mah!

 Gesù o Barabba? 

Certo, le nostre sono solo supposizioni. Impressioni. Non abbiamo i mezzi per dire apertamente che è un sondaggio farlocco, non ne abbiamo le prove. Ma – consentitecelo – il tutto è a dir poco curioso. Almeno questo possiamo dirlo con certezza e fuori da ogni dubbio. Storicamente, i sondaggi hanno avuto fin dai tempi più antichi un grosso peso. Non dimentichiamo, infatti, che Gesù stesso fu messo a morte ed in croce, proprio grazie ad un sondaggio. Al posto suo, per contro, fu liberato un ladro. Un criminale. Un personaggio "da galera" strategicamente acclamato da un manipolo di seguaci accorsi in massa per l'occasione. Un manipolo di uomini ben organizzati e posizionati nei punti chiave della Piazza con l'ordine di gridare a scuarciagola un emblematico nome. La stessa piazza che alla fine sembrò concorde nel ritenere il "ladro" meritevole di grazia e lodi. Il delinquente di turno, invece, gazie al rumore della folla – pilotata – fu proprio il "Salvatore". Il Messia. Il tutto passò come un "fatto democratico", ma la rilettura storica di quegli anni e di quegli eventi ci dicono che non fu affatto così. La "sondodemocrazia", pertanto, concorderete con me, è alquanto deleteria. E' semplicemente un grande bluff! E poi non va disconosciuto il fatto che essa presuppone un popolo incapace di iniziativa politica o quantomeno di confronto diretto. Gli attori della "sondodemocrazia" – i suoi componenti – sono tenuti in una condizione di assoluto isolamento e ghettizzazione mediatica. La folla dei sondaggi non interagisce, non si scambia esperienze, opera come una squadra di automi succubi di una scatola infernale. La tv. Una scatola che – fino a prova contraria – tutti i grandi burattinai (registi) del sistema possono gestire a proprio piacimento. Possono girarla, ribaltarla, riempirla e svuotarla di contenuti con una facilità estrema. Il problema che in questo pandemonio, qualche povero automa, finisce per cadere nel gioco. Nella rete. La stessa facilità con la quale il contenuto di un cervello può essere "resettato" o "riprogrammato" ad arte, mediante asfissianti e tambureggianti contro-messaggi mediatici.

 Sondodemocrazia: pane quotidiano degli opinionisti di regime 

Ma l'analisi odierna non può prescindere da un gravissimo dato di fatto. Tali sondaggi – veri o tarocchi che siano, ma comunque condizionati dalle stesse bugie dei media – diventano il pane quotidiano di molti, troppi, avvoltoi dell'informazione, o "opinionisti di regime". Che (così come accadde in quella famosa piazza di Gerusalemme, oltre 2000 anni fa) ancora oggi ripetono – sia pur con toni diversi, parole diverse ma modi e contenuti molto simili – quella deplorevole recita che finì per premiare un soggetto che si era macchiato dei più grandi crimini.

 Il tecno-porcellum mediatico 

Come ha detto lo stesso Benigni la nostra probabilmente è "la più bella costituzione del mondo". Ma è proprio per questo che non averla messa in pratica ed averla calpestata sotto i piedi con veemenza e violenza estrema, ci rende forse il popolo più barbaro del m0ndo. O meglio, quello rappresentato dai governanti più abbietti che possano esistere sulla scena politica internazionale. Anche se per il vero, specie in Occidente, siamo davvero in buona compagnia. Qualcuno dice che è tutta colpa del "Porcellum": con tutto il rispetto per i poveri e generosi maiali che sicuramente non meritano di essere accostati a siffatti personaggi. Qualcun altro punta il dito  solo ed esclusivamente sugli artefici del golpe tecnico-finanziario degli "europeisti", favorito in mille modi dal "garante" della Costituzione. Sua maestà Giorgio Napolitano. Fatto sta che la pantomima continua. Nelle ultime ore un altro "atto" si è concluso, ed il pubblico in platea e tra i loggioni, in attesa che si riapra a breve il sipario, vive come sospeso in una dimensione irreale. Forse talmente esterrefatto da restare in silenzio. Oppure talmente rimbecillito da mamma TV – o dalle luci e dai suoni e rumori di abili registi e scenografi – da risultare come ubriachi. Drogati. Intanto le comparse Casini, Bersani, Fini, Montezemolo, Vendola, Giannino (avatar dei tecnici) ed i co-protagonisti Alfano e Berlusconi, nei loro sqallidi camerini, si preparano a fare il loro ingresso in palcoscenico, studiando con cura i copioni loro assegnati. Ma senza esagerare! Tanto anche in caso di errori ci penserà mamma tv a metterci una pezza. 

 In attesa di un altro film 

Intanto fuori dal teatro, mentre inperversa la bufera, e la "neve del torpore" fiocca copiosa, sembra non esserci gloria per Lega Nord, Idv, Arancioni e Grillini. Che restano in attesa che si concluda lo spettacolo. Anche se così facendo corrono il rischio di morire di freddo. E di arrivare tardi all'appuntamento con la storia. Forse sarebbe il caso di riorganizzarsi in fretta, cambiare aria, zona e riproporre un nuovo film. Magari potrebbe chiamarsi – suggerisco un titolo – "Eurotraz: la grande evasione dall'Eurogabbia"; o "Alla Ricerca della Sovranità Perduta". Una cosa è certa: sarebbero film dagli incassi record, che tutti gli Italiani "traditi" da molti altri "cine-pacchi" e "volgari commedie" vorrebbero vedere. Chi sarà (se mai esiste) il nuovo Indiana Jones della politica italiana a guidare i nostri eroi nell'impresa? E – sopattutto – siamo sicuri che tutti (proprio tutti) gli "eroi della politica dissenzienti" ed i cosiddetti "eroi dell'anti-politica" (?) vogliano uscire da questo incubo? Vedremo! Restiamo fiduciosi, in attesa di conoscere le prossime mosse programmatiche e sperando che i "programmi" non vengano confusi o scambiati volutamente con i "soliti copioni" scritti dall'alto. Magari in qualche club élitario di "superuomini" e "menti illuminate".

Sergio Basile  (Copyright © 2012 Qui Europa)

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