Sudan: a rischio un milione di vite – Appello dell’Eurocamera

Martedì, Giugno 19th / 2012  

– di Silvia Laporta –

Unione Europea / Parlamento Europeo / Bruxelles / Sudan / Sud- Sudan / Guerre Civili / Prima Guerra Civile / Seconda Guerra civile / Accordo di pace / aiuti umanitari / accesso alle frontiere / vittime / profughi / Nazioni Unite / Onu / Esercito Sudanese di Liberazione Popolare / Stato Indipendente Sud- Sudan / Conferenza di Guiba 1947 / Consiglio di Sicurezza dell' Onu / Stati del Kordodan Meridionale e del Nilo Azzurro / UNMIS / emergenza 

"Sudan e Sud-Sudan trovino un accordo di pace":

l'appello del Parlamento Europeo

A rischio, più di un milione di potenziali vittime

Tra i motivi del contendere: metalli, terre rare e il solito "oro nero"

Bruxelles – Il Parlamento europeo, nell'ultima assemblea ha sollecitato  Sudan e Sud Sudan a negoziare diplomaticamente, circa le questioni post-secessione rimaste ancora in sospeso.  I  due paesi, sono invitati  ad attuare la Tabella di marcia delle Nazioni Unite adottata a maggio, al fine di arrivare, entro Agosto, a un accordo sulle questioni economiche (compreso lo sfruttamento del petrolio),  sulla demarcazione delle frontiere e sull’accesso degli aiuti umanitari. Tra i principali motivi del contendere, come sempre, l'oro nero (5 miliardi di barili sono contenuti nel sottosuolo del Paese, e per mancanza di mezzi finora sono stati sfruttati solo in maniera marginale: percentuale comunque modesta rispetto a quella di paesi come l'Arabia Saudita, ma comunque appetibile per molti falchi, africani e non) ma anche i metalli e le terre rare. Materie prime oggi sfruttate in maniera crescente anche e soprattutto da compagnie cinesi.

  Sudan – Una storia travagliata  

Le regioni del Sudan e del Sud Sudan sono state, e continuano ad essere, teatro di guerre civili collezionando una serie di orrori, morti e schiavitù. Nel 1947, al momento dell’indipendenza del Sudan, la Gran Bretagna cercò di staccare il Sudan del Sud dal Sudan e di unirlo all’Uganda. Questo tentativo fu  annullato dalla Conferenza di Guiba del 1947 che unifico il Nord e il Sud della regione.  Per ben 64 anni Sudan del Sud e Sudan del Nord, formavano un'unica area continentale; ma non era affatto una convivenza pacifica. Infatti si sono successe una Prima e una Seconda Guerra Civile, combattute fin dall’inizio dall’Esercito Sudanese di Liberazione Popolare, al fine di ottenere l’indipendenza del Sudan. Più di 2, 5 milioni di vittime, 5 milioni di emigrati all’estero e la devastazione di parecchie aree del paese, sono state le conseguenze. Nel 2004, la Pace di Naivasha, pose fine alla seconda guerra sudanese regolamentando l’ordinamento democratico dello stato del Sudan e di quello del Sud Sudan , stabilendo il percorso per arrivare al referendum per l’indipendenza della regione.  Nel Gennaio 2011, con un 96 % di affluenze alle urne, il popolo decise di proclamare lo stato indipendente del Sudan del Sud.

  Bruxelles chiede una frontiera demilitarizzata  

Nella risoluzione approvata per alzata di mano, i deputati sottolineano che il punto di partenza per negoziati costruttivi, dovrebbe essere la creazione di un’area di frontiera demilitarizzata e sicura come punto di ritiro incondizionato di tutte le forze armate entro i propri confini. Fortunatamente,  sono  stati ripresi i colloqui diretti ad Addis-Abeba in modo pacifico e che entrambi gli Stati abbiano accettato la tabella di marcia approvata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU il 2 maggio, che stabilisce un termine di tre mesi per risolvere le questioni post-secessione in sospeso. Inoltre, la demarcazione delle frontiere è essenziale per la pace e la stabilità nella regione e pertanto i deputati invitano il Sudan e il Sud Sudan ad avvalersi dei servizi messi a disposizione dall'Unione africana a tal scopo.

  Un'enorme emergenza sanitaria  

Nel documento, il Parlamento Europeo, pone una priorità assoluta: quella dell’emergenza sanitaria provocata dai focolai  ancora esistenti tra Sudan e Sud Sudan e dal persistere dei combattimenti negli Stati del Kordodan Meridionale e del Nilo Azzurro. Secondo le stime dei funzionari delle Nazioni Unite, circa un milione di persone potrebbero morire di fame, se non riceveranno aiuti umanitari entro i prossimi mesi. Garantire cibo, assistenza sanitaria e cure a queste popolazioni è già diventata un impresa a causa del mal funzionamento delle infrastrutture e dei conflitti sul territorio; quindi l’appello del Parlamento Europeo è teso alle popolazioni del Sud e Sud Sudan, allo scopo di permettere l’accesso immediato del personale delle Nazioni Unite e di altro personale umanitario alle popolazioni colpite. L’Unione Europea e la Comunità Internazionale, s’impegnano a onorare gli impegni di finanziamento a favore della regione per ottimizzare la situazione di emergenza.

  Due stati autosufficienti  

Il Parlamento accoglie con favore la decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di estendere il mandato della missione ONU in Sudan (UNMIS) e di inviare nel paese ulteriori contingenti di pace, ai fini del pacifico sviluppo di due Stati autosufficienti. Auspica, infine, che sia garantita la sicurezza del personale delle Nazioni Unite e l'invio di osservatori internazionali con il compito di vigilare e contribuire al rispetto delle regole.

Silvia Laporta  (Copyright © 2012 Qui Europa)

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