I mille volti del Cavaliere: il letargo e la complice resa alla dittatura dei banchieri

Mercoledì, Settembre 19th/ 2012

– di Sergio Basile e Mario Luongo  –

Italia / Roma / Bari / Milano / Eurozona / Germania / Grecia / Angela Merkel / BCE / Antonis Samaras / Silvio Berlusconi / Calo di consensi / Critiche governo Monti / Fiscal compact / Fondo monetario / Il Giornale / Abolizione Imu / Mes / Mario Draghi / Giorgio Napolitano / Mario Mauro / Europarlamento / PPE / Troika / Beppe Grillo / Movimento 5 Stelle / Legge sulla tutela del Risparmio del 2005 / Legge 262/2005 di Tutela del Risparmio Giulio Tremonti / Sallusti / MSC Crociere / Colonia Europa / Lobbismo bancario / Dittatura dei banchieri / Banksters 

I mille volti del Cavaliere: il letargo e la

complice resa alla dittatura

dei banchieri

I saggi consigli di Silvio, al risveglio dal prolungato

e strategico letargo 

Tra annunci populistici sull'IMU e bacchettate al suo

alter-ego, Mario Monti, inizia la campagna elettorale

del camaleontico signore di Arcore

Tutti gli errori e le responsabilità di Berlusconi nella crisi

nell'analisi di "Qui Europa"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma, Milano, Bari –  Berlusconi? "E' il naturale candidato del Pdl! (…) il leader capace di attrarre i maggiori consensi nell'area dei moderati e nel centro destra". Così nelle scorse ore il segretario del Popolo delle Libertà, Angelino Alfano, ha salutato ufficiosamente la ri-investitura del Cavaliere a Palazzo Chigi, in vista della prossima tornata elettorale.  "Noi non gli mettiamo fretta – ha continuato Alfano – perché bisogna scegliere il momento giusto anche per questo annuncio". Ma in effetti, a ben vedere, chi indirettamente ha ancora il coltello dalla parte del manico in Parlamento è ancora lui, proprio lui, lo stesso Cavaliere. Un Silvio Berlusconi che però, pur detenendo la maggioranza parlamentare – che in democrazia vuol dire il "potere" – con le sue ben 37 fiducie ha legittimato e continua a legittimare ed avallare ogni azione del governo tecnico, consentendo allo stesso Mario Monti di restare tranquillamente in sella, e di continuare a perpetrare il suo disegno di indebolimento e rottamazione dello stato sociale e dello stesso tessuto produttivo ed economico nazionale. Quindi tecnicamente dietro il paravento del governo tecnico, il corresponsabile dello sfacelo italiano – oltre agli asserviti Casini e Bersani – è proprio lui, ancora lui, il detentore unico della "maggioranza parlamentare".

 Berlusconi e la tortuosa via del "Doppiogiochismo" 

La cosa tragi-comica sta però nel fatto che, mentre in Europa, dalla Germania la Merkel esorta e richiama all'accettazione incondizionata della dittatura  dell'austerity gli altri Stati Piigs (cioè i "cosiddetti maiali", tra i quali spicca la povera "scrofa" Greca) Berlusconi – sempre nelle scorse ore – ha sparato a zero sull’Ue e sul governo Monti: lo stesso che appoggia in pratica da 10 mesi a questa parte. Paradossale! Come paradossale è il fatto che all'Europarlamento in occasione della visita – a pochi mesi dalla sua elezione – del tecnocrate Monti, tutti gli uomini del Presidente di Arcore, gli uomini del Pdl aderenti alla coalizione europea del Ppe, abbiano accolto il professore bocconiano con un tifo da stadio, paragonabile a quello della "Curva Sud" dell'Olimpico dei giorni migliori. Ma dunque cos'è tutto questo doppiogiochismo? A chi giova?

 Il disegno per l'accentramento e la cecità dei pidiellini 

Ma, sempre da Berlino, nella giornata di ieri la cancelliera tedesca è tornata a lodare il coraggio con il quale l’Italia ha saputo portare avanti le sue riforme e i suoi progressi. Ma ormai tutti o quasi – tranne i media di regime e i ciechi sostenitori indefessi dei partiti carrozzone – hanno ben capito che la mossa dei due Mario – Monti e Draghi – oltre a quella di far approvare l’acquisto di titoli di stato decennali dei Paesi in difficoltà (tra cui l’Italia stessa ) e quella di lavorare assieme per l'accentramento di tutti i poteri nelle mani dell'Ue, mediante la definitiva eclissi degli ultimi sussulti – orgogliosi sussulti – di sovranità nazionale rimasti nel fondo del barile dell'Erozona. E l'Unione Bancaria salutata ieri con clamore dal Presidente Napolitano ne è la prova. 

 Grecia, paradigma dell'Italia 

Ma inversamente proporzionale all'euforia dimostrata dalla tecnocrazia dominante è il disagio e la pena dei nostri cugini ellenici. In tal senso un compito per nulla leggero è stato riservato al leader greco Antonis Samaras, che dal canto suo sta cercando di capire come traghettare nel mezzo di una tempesta infinita la nave greca, conciliando da novello funanbolo i tagli in programma, le restrittive misure di austerità, insomma i “celeberrimi compiti a casa” assegnati dalla Troika, da un lato con i malumori dei disoccupati e dei pensionati greci,  e dall'altro con le più basilari forme (finora invisibili ed evanescenti) di crescita economica. Il quadro di una bomba sociale ad orologeria che conoscerà una prossima deflagrazione (questo è matematico) anche se ancora non è ben chiaro quando! Un governo, quello di Samaras, sotto pressione come non mai: in una democrazia condizionata ed ingabbiata, nonché sempre più contorniata da euroscetticismi dilaganti ed avvelenata dalle sempre maggiori ed inaccettabili ingerenze della Bce, della Ue, dell'FMI e del falco in gonnella di Berlino.

 La Bestia a più teste ed una mente 

Alla luce di questo complesso scenario – e senza dimenticare i disagi che assieme a Greci ed Italiani continuano a subire nel silenzio Spagnoli, Portoghesi e Irlandesi –  lEuropa unita e florida appare sempre più come una chimera, una bestia mitologica da tante teste, moltissimi artigli affilati, svariate code ed un'unica lucida, fredda e disumana mente capace di reggere nonostante tutto questo grottesco baraccone, costruito su illusioni e false promesse. 

 I saggi consigli del Cavaliere e l'Interruzione del letargo strategico 

Ma dinnanzi a questo spettacolo come si pone oggi il Cavaliere?  Lui, ca va san dire! A detta dei suoi l’Italia lui l’ha capita bene, e l’avrebbe governata – sempre a loro dire – altrettanto bene per quattro legislature, ben 3340 giorni da Presidente del Consiglio. Se si è dimesso dal suo incarico, secondo i seguaci di Arcore, è stato solo per favorire la nascita del governo tecnico di Monti, cioè per aiutare l’Italia ad affrontare questa crisi. Giusto! Ammettendo per un attimo questo curioso e paradossale ragionamento, in tale ottica tuttavia non si comprendono davvero – e non si giustificano minimamente – le dichiarazioni dell’ex premier di qualche giorno fa, parole giunte co una strana eco dalla crociera sulla MSC Divina che stava facendo scalo a Bari. Nell'occasione Berlusconi ha tenuto quella che, a tutti gli effetti, è apparsa come una conferenza personale in vista del suo ritorno al governo. Intervistato dal direttore del Giornale Sallusti, ha speso parole, opinioni, giudizi, dispensato consigli un pò per tutti, da Matteo Renzi, al suo “vice” Alfano, per rimanere in Italia e, oltr'Alpi, addirittura a Sarkozy. E per Monti, ovviamente!

 Il Cavaliere e le paradossali critiche al suo alter-ego, Mario Monti 

Il nostro attuale premier è stato il bersaglio più o meno celato del grande delle sparate berlusconiane. A suo dire – udite udite -le norme sul "Fiscal compact" (votate per altro dallo stesso Cavaliere e dai suoi in maniera compatta) frenerebbero la crescita, mentre il Fondo monetario “difficilmente funzionerà”. Ma in tutti questi mesi di dibattiti e di appelli – tra l'altro di numerosi premi Nobel come Paul Krugman – contro le politiche d'austerity promosse dalla Banda Monti, dall'Ue e dalla Merkel, ci chiediamo, il Cavaliere dov'era? Perchè mesi di letargo strategico e collaborazionismo sottobanco col governo dei banchieri per poi criticarne le stesse misure da lui stesso avallate ed approvate? E perchè soprattutto non ha dato le giuste direttive all'eurodeputato – suo delfino – Mario Mauro e agli uomini del Pdl presso l'Europarlamento al fine di delegittimare e bloccare l'insania del rigore? Troppo comodo caro Berlusconi! Una moderna Penelope (in giacca e cravatta) al contrario, che di notte disfa un tela (rete) che – però – alla luce del sole e nei meandri dei parlamenti (italiano ed europeo) contribuisce a tessere in prima linea ed a porre – d'inciampo – sotto i piedi di milioni d'Italiani, finiti (non poteva essere diversamente) a gambe all'aria! 

 I disastri legislativi e giuridici del Popolo Berlusconiano 

Ma non va dimenticato neppure come gli stessi eurodeputati pidiellini siano stati proprio quelli che nella scorsa primavera calda (quella che inaugurò la micidiale trappola del "Credit Crunch", la stretta creditizia delle banche) contribuirono a votare in maniera decisiva per l'irrobustimento e l'innalzamento dei coefficienti bancari di riserva patrimoniale (per altro già alti) di Basilea III – contribuendo, in tempo di crisi, a paralizzate il comparto creditizio e l'erogazione del credito – ed a votare per MES, Fiscal Compact (come già accennato) e per l'Unione Bancaria

 Sgradevole profumo di campagna elettorale 

Parole, dunque, quelle del Cavaliere non molto credibili, ma – anzi – piuttosto populistiche ed intrise di un nuaseante profumo  di campagna elettorale. Parole giunte, tuttavia, da un Berlusconi in calo di consensi (nelle stime ufficiali già da mesi, ad esempio, sovrastato nei sondaggi dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo) e – come i nostri lettori ricorderanno – denigrato nello scorso Autunno dall'opinione pubblica nazionale ed europea come l'unico responsabile dello sfacelo italiano; come il "Grande Satana del Debito Nazionale": dimenticando forse che  dal 1981 il debito in Italia è esploso proprio grazie alle intuizioni finanziarie ed economiche del signor Monti, un giovane Mario Monti  in erba, a tutti gli effetti parte integrante degli enturages governativi in veste di "consulente finanziario" dei governi susseguitisi prima dell'avvento dello stesso Governo Berlusconi. Una bella storia davvero! Da raccontare a tutti, dinnanzi magari ad un buon bicchiere di vino!

 Le manovre populistiche del Cavaliere e l'IMU 

Soprattutto se si tiene conto che nel suo ventennio di Governo il prode Cavaliere non si è attivato affatto (o quasi per nulla) per risolvere gli errori strutturali che hanno contribuito a portare l’Italia in questa situazione; né è parso molto scontento di lasciare i “suoi” elettori e gli Italiani tutti alle immorali ed inumane cure di questo governo tecnico. In pratica Berlusconi prima ha affidato il pacco a Monti, lodandone le capacità, e ora questo pacco se lo vuol riprendere: e per farlo non ha esitato a rilanciare una sua sorta di campagna politica, con tanto di mini–programma e promesse elettorali. Tra le varie, quella dell’abolizione dell’Imu, vero e proprio cavallo di battaglia, quasi un attacco trasversale alle politiche di Monti; “la casa è il pilastro su cui ogni famiglia fonda il suo futuro” – ha ricordato Berlusconi, che in seguito ha rincarato – “Il fattore psicologico durante una crisi è fondamentale. Senza abbassare la pressione fiscale non si esce dalla recessione”. Dimenticando tuttavia che l'IMU, rispetto agli aumenti crimali ed igiustificati delle accise statali sul carburante (7 successivi aumenti i pochi mesi: record del mondo) è come un nano paragonato ad un gigante. Soprattutto se – come detto – noi Italiani per ogni 10 euro di carburante che paghiamo, rimettiamo "volontariamente" 6 di questi euro nelle tasche dello stato, o meglio, nelle tasche del governo dei banchieri. Perchè Berlusconi non vede tutto ciò? La sua complicità strategica è palese!

 Debito – La legge "Tremonti sul Risparmio" e la "Resa ai Banchieri" 

L'unica nota positiva del ventennio berlusconiano sul capitolo debito – dobbiamo dargliene atto – fu la votazione della Legge sul Risparmio del  28 dicembre 2005. Come detto da "Qui Europa" – nel quarto capitolo degli scritti dedicati dal "Debito Illegale" (vedi allegati) – con la Legge 262 di tutela del Risparmio, articolo 19 c.10, il governo Berlusconi, su iniziativa del Ministro Tremonti, stabilì che entro il 12 gennaio 2009, tutte le quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti privati (come Banca Intesa, Unicredit ed altre) dovessero essere ritrasferite a enti statali. Ciò per arginare e tentare di combattere la speculazione bancaria e lo scoppio incontrollato del debito pubblico, conseguente alla perdita della nostra sovranità monetaria ed alla privatizzazione della Banca d'Italia. Ma nulla di ciò è mai avvenuto: i proprietari di Bankitalia sono ancora oggi banchieri privati, detentori illegittimi della sovranità monetaria degli Italiani.

 Dittatura bancaria – La complice "Resa" del Cavaliere 

Un altro motivo – come visto – per ritenere ancor più illegale ed iniquo il debito pubblico che oggi Monti e l’Ue (con la complicità della casta parlamentare) vogliono far pagare in maniera fraudolenta ed immorale a noi cittadini Italiani, e non solo. Un altro motivo in più per constatare la resa del Cavaliere (divenuto suo malgrado, forse, complice in prima linea della tecnocrazia dominante) al lobbismo bancario ed ai veri padroni incontrastati della colonia Europa.

Sergio Basile, Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)

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18 agosto 2012No CommentRead More#                                 

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