Ventennale Via D’Amelio: Quella Pianta Rigogliosa

Ventennale Via D'Amelio, Paolo Borsellino

Gli Angeli Eterni di Paolo Borsellino

Il Ventennale di Via D'Amelio

Venerdì, Luglio 20th/ 2012 

– di Mario Luongo – 
 
Ventennale strage via d’Amelio / Paolo Borsellino / Trattativa Stato mafia / Agnese Borsellino / Rita Borsellino / Giorgio Napolitano / Gianfranco Fini / Leoluca Orlando / Antonio Ingroia / Roberto Scarpinato / Movimento   Agende Rosse / Sfiducia cittadini nello Stato   
            
Ventennale Via D’Amelio: silenzio spalle
 
rivolte alle istituzioni 
 
Agnese Borsellino: "l'unica Speranza siete voi 
 
giovani,  i soli davvero in grado di raccogliere 
 
il messaggio di mio marito"
 

Palermo – Che la ricorrenza della morte di Paolo Borsellino e della sua nobile scorta in Via D’Amelio fosse un giorno importante per tanti motivi, non vi era alcun dubbio. Anche se negli ultimi anni alcuni politici e qualche alta carica ha magari “affievolito” la propria partecipazione  all’evento, questa volta è il ventennale. E si sa che anche le cifre tonde sono importanti. Quello che forse qualcuno non si aspettava è che il 19 Luglio è diventato ieri il simbolo di qualcosa di altrettanto importante della morte di Borsellino: un metro per misurare la distanza progressiva tra i cittadini e lo Stato.  Già in mattinata Rita Borsellino, in un incontro al palazzo di giustizia di Palermo, al quale erano presenti anche Fini, Leoluca Orlando, Beppe Lumia e Di Pietro ha lanciato un messaggio di sostegno e appoggio ai pm di Palermo che cercano nonostante tutto di far sentire “quel fresco profumo di libertà di cui Paolo ci ha lasciato la memoria”. In questa sede i toni accesi e le parole urticanti hanno lasciato il posto a toni più concilianti, moderati, rivolti più alla memoria e al ricordo di Borsellino uomo e giudice, uno sprone per i suoi colleghi ed un esempio per i giovani  aspiranti magistrati di allora e di oggi. 
 
  Agnese Borsellino: la speranza sono i giovani  
 

 
Sono proprio i  giovani uno dei leitmotiv della celebrazione in via d’Amelio: la loro massiccia presenza, la commozione e l’impegno profuso, tant’è che Agnese, la vedova Borsellino – non presente su luogo – attraverso i microfoni del Tgr Rai Sicilia si rivolge proprio a loro: ”Siete i soli in grado di raccogliere davvero il messaggio che mio marito ha lasciato”. Si guarda in avanti pur con la memoria rivolta al 19 Luglio di venti anni fa; è una commemorazione che non si ferma al semplice ricordo, ma alla valorizzazione e al sostegno di questo con l’impegno futuro, con la voglia di squarciare il pesante velo di corruzione, ipocrisia e menzogna calato venti anni fa e mai più sollevato. È anche una celebrazione che mette in risalto la scarsa e logora fiducia dei cittadini verso la politica e le istituzioni come dimostrano i quasi dieci minuti di “interruzione” che ci sono stati all’arrivo di Gianfranco Fini sul posto. Dal palco allestito per i magistrati e dalla folla accorsa in via D’Amelio si leva un silenzio che vale più di tante parole nell’esprimere la distanza tra Stato e cittadini.
 
  Al cielo mille "Agende Rosse"   

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Si levano al cielo centinaia di agende rosse, ennesimo simbolo di una verità rubata e ancora da restituire, ulteriore passo avanti da chi nella estraneità delle istituzioni in questa vicenda, non ci crede più. Il silenzio viene rotto dal “Canto per Paolo” intonato da un’attrice e si ritorna allo svolgimento della commemorazione, con Salvatore Borsellino che stringe la mano a Gianfranco Fini, ringraziandolo. Il presidente della Camera dei Deputati rassicura un ragazzo che gli rivolge una domanda e con lui l’Italia intera, sul ruolo di Giorgio Napolitano, tanto discusso in questi giorni ;“Napolitano è il primo difensore della verità?". Anche Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Repubblica, cerca di smorzare i toni sulla questione Napolitano, sottolineando la  “questione giuridicamente controversa che sarà risolta dalla Consulta”, per poi lanciare comunque un segnale chiaro sulla mancata collaborazione tra magistratura ed istituzioni, che ha permesso che passassero venti anni per poter far luce su questo caso. Solo che la luce in questione, come aveva già dichiarato ieri Ingroia “è stata spenta e siamo rimasti in una stanza al buio”. 
 
   "Persone dal passato e dal presente equivoco"   
 
I toni restano comunque abbastanza pacati e comunque sempre generici, non si attacca univocamente una sola persona, ma lo Stato-Sistema in toto e le sue reticenze, le sue ambiguità.  E ad ogni frase lanciata in questi termini seguono applausi convinti dai cittadini che si trasformano in vere e proprie standing ovation quando il procuratore generale a Caltanissetta, Roberto Scarpinato, punta il dito contro “quei posti nelle prime file, riservati alle autorità, e tra queste persone dal passato e dal presente equivoco” . 
 
  Le spalle al fantasma dello stato  
 
È come un incontro Giustizia–Stato, dal quale quest’ultimo ne esce malconcio, specialmente in un giorno come il 19 Luglio. Ad essere  più precisi l’incontro è un silenzioso scontro tra chi nella giustizia  crede ancora e lo dimostra (vuoi per mestiere vuoi per senso civico) e chi si rende autore di proclami e moniti vuoti di senso e di impegno. È significativo anche il gesto di dare le spalle alle alte cariche statali da parte di tutta via D’Amelio, ma non al sindaco di Palermo Leoluca Orlando e a quello di Napoli Luigi de Magistris; chi di dovere dovrebbe riflettere su questi gesti carichi di significato. 
 
  Una Pianta Rigogliosa   
 
Nell’atrio del palazzo di via D’Amelio, proprio dove venti anni fa è stato trovato il cadavere di Paolo Borsellino e dei ragazzi della sua scorta, c’è un vaso con una rigogliosa pianta, simbolo della vita che continua dopo la morte. Ieri alle 16:58, ora in cui l’autobomba è esplosa, nel minuto di silenzio per la memoria del giudice e della sua scorte, quella pianta ha trovato di che nutrirsi per continuare a crescere. 
 
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)          

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