Ue, il Falso Dogma del Bilancio e le Ricette di Kohl e Soros

Mercoledì, Settembre 26th/ 2012

– di Max Cittadino e Sergio Basile –

Unione europea / Eurozona / Bruxelles / Strasburgo / Francoforte / Berlino / Germania / Euro / Helmut Kohl / George Soros / Fiat / Fabbrica Italia / CFR / Council on Foreign Relations / Ceca / Sme/ Mec / Europa austroungarica / Novecento / Economia dello spread / Anton Cechov / Unione bancaria / Bilancio / Matematica / Adam Smith / Lavoro produttivo / Lavoro improduttico / Globalizzazione / Disoccupazione 

Unione europea – Il Falso dogma laico del

Bilancio e le ricette di Kohl e Soros 

Ecco perchè siamo allo sbando: l'economia è

programmazione del futuro

I saggi insegnamenti di Cechov, Smith e Galbraith e 

l'arte della mistificazione dei "Padroni dell'Europa"

Bruxelles, Strasburgo, Francoforte, Berlino, Washington –  Nelle scorse ore hanno fatto molto discutere (nel bene e nel male) le dichiarazioni di Helmut Kohl, ex Cancelliere tedesco ed ex-leader del partito dell'Unione Cristiano Democratica, e George Soros, economista e magnate della finanza d'origine ungherese, ma naturalizzato statunitense, nonché membro del Consiglio di amministrazione del CFR (Council on Foreign Relations) discussa associazione "privata" Usa, costituita da uomini d'affari e leader politici che "studiano" (spesso orientano) i problemi mondiali, "promuovendo" le linee strategiche della politica estera di Washington. Due personaggi, dunque – lo diciamo per i nostri lettori più giovani – di primo piano nel panorama internazionale in campo geopolitico ed economico. 

 Le improvvide ricette di Kohl e Soros 

Secondo Kohl vista l'attuale rullino di marcia del progetto Ue e dell'Eurozona, per uscire dall'impasse "O si europeizza la Germania, o si germanizza l'Europa". Più o meno analogo il concetto espresso da Soros, secondo il quale "la Germania deve guidare l'Europa o uscire dall'Europa". Concetti questi che se interrelati e sintetizzati ci danno l'idea di un continente euro-centrico destinato ad essere irrimediabilmente governato da una sorta di Paese egemone solidale: la Germania, per l'appunto! Ma questa rigidità ideologica di due statisti del calibro di Kohl e Soros peccano a nostro modesto parere di due elementi: innanziatutto l'Europa dei Trattati di Roma del 1957, ma anche l'Ue di trent'anni fa – quella cioè della CECA, dello SME (Sistema Monetario) e del MEC (Mercato Comune) – funzionava proprio in relazione al suo ideale e considerevole grado si flessibilità. L'euro era ancora lontano, e con esso i suoi rigidi e liberticidi accidenti: vedi "Sistema – germanocentrico – Target 2" (vedi gli allegati). E d'altra parte pare ormai palese il fatto che l'Europa, la frastagliata e multiforme Europa, mal si presti per dati oggettivi – ma anche per storia e tradizioni – ad essere sagomata sulla base dello stampo rigido e circolare della moneta unica. Durante il Novecento (agli inizi del secolo) qualcuno tentò invano di compiere esperimenti analoghi; di creare cioè un'Europa austroungarica (i cosiddetti Stati Uniti d'Austria). Ma  i tentativi intrapresi falliroro – provvidenzialmente – tutti. Ora, certo, i nomi sono diversi, ma il conceto non cambia. Cambiano i protagonisti (la tecnocrazia Ue), le comparse (i politici complici), i pretesti (il debito e la recessione), la moneta (l'euro al posto della corona)  ed i luoghi geografici (Bruxelles, Strasburgo, Francoforte e Berlino al posto di Vienna) di questo tentativo (per ora subdolamente riuscito) di accentramento totalitaristico di tocquaviliana memoria.

 Ecco perchè siamo allo sbando: l'Economia è "programmazione del Futuro" 

In tal contesto, mentre l'Ue si appresta a realizzare l'Unione bancaria dietro il nulla osta dell'Europarlamento di Strasburgo, d'altro canto ormai si è diffusa presso l'opinione pubblica europea la certezza matematica sul fatto che dal rispetto dei tanto invocati vincoli di bilancio e della dittatoriale austerity imposta ai Paesi dell'Eurozona in difficoltà non ci possa essere alcuna crescita. Dunque i fatti inoppugnabili ed inequivocabili dimostrano il contrario di quanto viene abilmente scritto e detto quotidianamente sui TG nazionali e sulle prime pagine dei giornali. E questo perchè da economisti qual siamo – nel nostro piccolo – sappiamo benissimo che l’economia non è solo fatta di freddi calcoli, ma è soprattutto previsione e programmazione del futuro

 Il falso dogma laico del "Bilancio" 

La disoccupazione in Europa aumenta giorno dopo giorno (ormai non lavorano perchè disoccupati o licenziati circa 55 milioni di  cittadini dell'Unione) e si apre una spirale pericolosissima perchè si segue solo il bilancio, dimenticando che il bilancio in effetti non esiste, non può esistere se non esiste l'azienda. Ma questo da quanto sappiamo, non esiste. Non può esistere se non esiste l’azienda!  Allora come appreso dai libri di economia, in questi casi non si può che ripartire puntando e rilanciando i  consumi, visto che ormai la domanda è ai minimi storici e che la gente comune – che mediamente non capisce nulla di bilanci e macroeconomia – vede quale unico parametro di riferimento i sacrifici che fa  per soddisfare quello che è diventato ormai un dogma laico,una verita assoluta fondata sul nulla, perchè – ripetiamo – il bilancio e gli equilibri economici si fondano su solide basi, ma in questo carozzone chiamato "Europa" esse scricchiolano e stanno incollate l'una all'altra solo per forza di inerzia. Di che bilanci si parla se si lascia andare in rovina quella che è la base, il motore da cui parte tutta l’economia? Di che parliamo se si lascia allo sbando la famiglia? Una famiglia per di più tempestata e vessate dalle tasse più fantasiose ed assurde, per un fine – tra l'altro – completamente estraneo a qualsivoglia dinamica produttiva ed economica in senso stretto: la speculazione. Si lavora e si "stenta" per oleare l'infernale macchina della speculazione.  E ciò sulla base di un pretesto estraneo (il debito pubblico) ingenerato ad arte da altri. In base a quale logica giuridica o prettamente ideologica la famiglia è chiamata oggi a pagare le colpe di cinici ed immorali strateghi che oltretutto non rischiano nulla, perchè giocano con giocattoli non loro?

 Schiavi a vita! 

Ma assodato ciò, a questo punto la vera domanda è: in questo euro-festival delle astrazioni, fino a quando continueremo ad essere cavie per esperimenti di menti raffinatissime? A giudicare dalle premesse di "Fiscal Compact" e "Fondo Salva (Ammazza) Stati Permanente" (MES o ESM) per sempre!

 Europa unita? Un falso Mito, ce lo dice Cechov 

Certo, chi parla (specie i giornalisti economici che ormai si limitano a ricamare su falsi ed ingannevoli copioni scritti da altri, nei malcelati retrobottega di lobbies bancarie travestite da istituzioni comunitarie) dovrebbe stare tra la gente per capire la realtà e non fare insulse astrazionidi comodo. Si parla di Europa unita come di un "Mito sacro ed eterno"; di euro come di un misterioso salvatore oscuro delle ex-patrie nazionali (?) scordando troppo rapidamente che vi sono ancora difficoltà addirittura per l’unità economica di un paese come l’Italia, oggi ancor di più spaccato in due tronconi dalla crisi indotta.  Il grande Anton Cechov diceva che "si parlava di umanita in generale per trascurare l’uomo in particolare". Paradigma ideale della realtà odierna: si parla di grandi progetti, di futuro, di "Stati Uniti d'Europa" ma senza le basi civiche e morali; si parla di magnifiche e progressive sorti, dimenticando (volontariamente) che le persone vere non sono calcoli falliti, visto i risultati, ma sono realtà. 

 … ce lo dice Smith 

Ma in questa disserzione ci viene incontro anche l'economia reale a-dogmatica: il vero problema che hanno insegnato i piu illustri economisti come Adam Smith, non e quello di fare i conti quotidiani con lo Spread (questo, infatti, come deduciamo dagli scritti di Galbraith, è un altro colossale inganno, una truffa vera!). Smith ha insegnato a generazioni di studenti di economia  che si deve ragionare sul lavoro produttivio, non su quello improduttivo. Prima che di spread – concetto astratto – si deve parlare di occupazione. Prima di unità politica, economica e bancaria, di unità nel benessere diffuso dei popoli e dei contribuenti che con il loro sudore e le loro cospicue rimesse mantengono in piedi i ciclopici edifici di Bruxelles e Strasburgo. Noi non possiamo essere legati a delle stime, dunque, ma evidentemente si deve puntare sulla produzione; si deve repentinamente ed obbligatoriamente attivare un ciclo virtuoso tra  occupazione, produzione e consumi.

 L'arte della mistificazione 

Il lavoro degli economisti e dei giornalisti economici è diventato invece quello di "provare a giustificare" le azioni sconsiderate dei nuovi padroni dell'Europa, con scritti contraddittori e prove verbali in TV, in una sorta di cieca sequela di ricette stilate dai banchieri privati della Bce: gli stessi che hanno preparato la strada al golpe italiano di Mario Monti e Giorgio Napolitano.  

 … ce lo dice la Matematica, questa è la via del Caos! 

D'altronde anche in matematica puristi della materia come Capelli, Mc Lourin, Taylor e via dicendo, ci insegnano che troppi calcoli portano alla confusione anche se vi sono gli algoritmi, ed inoltre troppi calcoli congetturali, se accostati ed interrelati portano inequivocabilmente al caos. Si il caos "ragionato": il nuovo dittatoriale paradigma di un'Ue data dalla "sommatoria" di macerie di sistemi fallimentari tipo quello liberista, che ha portato alla globalizzazione di un sistema senza regole che prima vuole, esige libertà di agire e poi ricorre allo stato ed ai cittadini, chiamati apagare sulla loro pelle le scelte di altri. Questa è la dura e cruda realtà! Non le stime, i bilanci. E poi di cosa? Di che cosa ragioniamo, che calcoli facciamo se mancano i numeri, non vi è la base. Qui si tratta solo di lavoro improduttivo come diceva Smith, ma la produttività è altro; è l'ingegno e la capacità – nella libertà, e non nel libertinaggio irrazionale – di produrre beni e mettere i cittadini in condizione di acquistarli in un'ottica di reciprocità. Questo è il punto! Non  le chiacchiere di un "Nuovo Leviatano" chiamato "Stati Uniti d'Europa"; né tantomeno le complici ed interessate chiacchiere, cui eco giungono a noi d'oltreoceano, da Wall Street e Washington. Non le chiacchiere, ma quello che succede fra la gente!

Max Cittadino, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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