Troika e Merkel, dal G8, tentano l’ultima carta per ingabbiare la Grecia

Sabato, Maggio 19th / 2012

– di Sergio Basile –

Eurozona / Unione europea / Grecia / Troika / Ue / Bce / Fmi / Karel De Gucht / Antonio Tajani / Atene / Camp David / G8 / Angela Merkel / Austerity / Debtocracy / Paul Krugman / Fuoriuscita dall'Eurozona / Strategia di exit / Regno unito / Ritorno alla dracma / Mario Mauro / Gianni Pittella / Trattato di Lisbona / Articolo 123 del Trattato di Lisbona / Agenzie di rating / Attentato legalizzato alla sovranità nazionale degli stati / Aiuti / Crescita impossibile / Ipocrisia dei media / Ipocrisia del G8  / Barak Obama / Francoise Holland  

Troika e Merkel, dal G8, tentano l'ultima

carta per ingabbiare la Grecia 

di Sergio Basile 

 

Dagli Usa – Le ultime ricette per l'Eurozona 

Merkel dal G8 – "Atene dopo il 17 giugno dovrà

decidersi a rispettare i patti sull'Austerity!"

Imbarazzo in Commissione Ue per dichiarazione di Karel De Gucht: 

poi smentita da Barroso & Co

Camp David, Atene, Bruxelles – Ora è ufficiale! Atene potrebbe fare dietrofront ed abbandonare l’Eurozona: un luogo ideale che dal 2002 ad oggi ha però tradito le aspettative degli ellenici e – per ora – le aspettative e le istanze di giustizia di gran parte degli Europei. Milioni di cittadini – il malcontento, come noto, cresce soprattutto nel Sud Europa –  oggi disoccupati e di colpo poveri, che – grazie alla precisa volontà politica dell’Ue di detronizzare gli stati in favore del mercato e delle “inquisite” agenzie di rating (prime responsabili di un furto legalizzato) – hanno assistito quasi pressocché impotenti alla rottura del patto sociale europeo. La situazione attuale, infatti, vede il Vecchio Continente diviso sempre più in due tronconi, e grazie anche ad una moneta unica nata male e con intrinseche ed evidentissime malformazioni genetiche, che alla lunga hanno iniziato a manifestare i chiari segni di una patologia incontrollabile e cancerogena. E questo lo sfondo che porterà il prossimo 17 giugno la Grecia nuovamente al voto, nonché ad uno storico referendum sulla permanenza nell’euro. A Bruxelles, intanto, mentre il mondo guarda ai risultati dei lavori del G8, si vocifera che l’idea di accorpare il referendum al voto legislativo l’avrebbe invero suggerita proprio la Merkel. 

  Le ultime dal G8 di Camp David   

Secondo ultime indiscrezioni, il referendum Angela Merkel – la grande suggeritrice –  l’avrebbe “consigliato” al presidente greco Karolos Papoulias in una telefonata fatta da Camp David – proprio dal G8 – nella quale il panzer tedesco (evidentemente infastidito dalla scelta nazional-popolare anti-euro del corpo elettorale) avrebbe fatto pressioni affinché Atene potesse restare ancora nella gabbia-euro di cui sopra. Nella telefonata la Merkel avrebbe altresì auspicato che dopo il 17 giugno Atene avesse potuto  “finalmente” decidersi  a rispettare i patti di austerity, nonché ad accettare gli altri (aggiungiamo “ipocriti” ed “iniqui”) aiuti per l’affossamento … Ehm! Scusate, per la “crescita” del Paese mediante il pareggio di bilancio ed i sempre più cospicui interessi sul debito da pagare alle banche. Forse bisognerebbe parlare di "pareggio delle coscienze" davanti a Dio! Sarebbe, a nostro avviso, più – moralmente, se non cristianamente – opportuno! Tutto ciò, mentre da camp David, Francois Holland ha aperto alla tobin Tax e ha offerto collaborazione ad Obama, Monti & Co, per intensificare le misure sulla crescita. L'unica grande stonatura è che ciò (come già ribadito nel precedente articolo di "Qui Europa", che vi invitiamo a leggere) si palesa davvero incompatibile ed antitetico dinnanzi alla comune volontà di mantenere lo "status quo" sull'austerity, caro alla Merkel ed alla Troika.

  Dracma più vicina per Atene  

Per l’Ue si tratta, pertanto, dell’estremo tentativo di mantenere la Grecia nel recinto dell’Eurozona. Il fatto è che gli ellenici si sentono ormai preda da macello e non vedono più l’Eurozona come un recinto all'interno del quale trovare protezione (a suon di “pseudo-aiuti” del Fmi e della Troika) ma bensì come una gabbia asfissiante dalla quale evadere al più presto, per salvare la pelle. Sta di fatto che già da settimane un'azienda britannica, che si occupa della produzione di banconote per oltre 100 paesi in tutto il mondo, sta attrezzandosi per un probabile ritorno alla dracma. Ritorno caldeggiato anche da molti premi Nobel per l’economia, tra i quali Paul Krugman, che nelle scorse settimane ha più volte indicato la strategia di “Exit” quale unica salvezza per la Grecia e per la stessa Europa. Molti esperti internazionali di geopolitica, tra i quali il giornalista e scrittore italiano, Giulietto Chiesa – che “Qui Europa” ha incontrato nei giorni scorsi – hanno tuttavia parlato di una possibilità uscita non brusca però, ma altresì lenta, progressiva e controllata, onde evitare disastri maggiori.

  Nazismo Bianco – Documentarsi ora per salvare la pelle!  

Forse per comprendere davvero la tragedia greca bisognerebbe, tuttavia, uscire da pregiudizi o prese di posizioni ideologiche, e spendere un pò di tempo in più per documentarsi il più possibile. Ciò vedendo magari il film-documentario “Debtocracy”(vedi in Multimedia Gallery), che la redazione di “Qui Europa” vi consiglia vivamente al fine di comprendere di che morte sta morendo l’Europa. Ricostruzioni storiche e cronologiche dei fatti piuttosto crude, quanto reali e choccanti – al di là delle censure dei falsi media assoldati da lobby e burattinai senza scrupoli. Al di là dei media senz’anima e dignità – specchio di una società (quella greca) allo sbando, e che presto (molti analisti dicono dopo l'estate) potrebbe affacciarsi prepotentemente, e riflettere la sua tutt'altro che eterea luce, anche in Italia. Molti per comprendere e cambiare atteggiamento hanno bisogno di prendere delle tremende tranvate in faccia! Alcuni Greci, fino ad un anno fa vivevano nel benessere e nell’illusione, non immaginando nemmeno l’apocalisse che da lì a poco avrebbe dominato nella terra di Platone e Socrate: terra che inventò la Polis e la Democrazia. Molto illuminanti, in merito, sono state anche per noi, le chiacchierate fatte fin dai mesi scorsi, con il nostro amico Nektarios Kavallaris, un ormai ex-giovane studente ateniese, del Pireo.   

  Commissione Ue: Ammissioni imbarazzanti e smentite  strategiche  

Gravi e fuori luogo, giudichiamo anche le parole di Karel De Gucht, iperliberista belga commissario europeo per il Commercio, che – nelle scorse ore – al quotidiano fiammingo De Standaard ha dichiarato che ''sia nella Commissione europea sia nella Bce ci sono servizi che stanno lavorando sugli scenari d'emergenza nel caso in cui la Grecia fallisca''. Secondo De Gucht sarebbe inutile illudersi su un passo indietro della Troika in merito alle politiche di austerità e debito. “L’Europa – ha tuonato – non si piegherà e non allenterà le misure di austerity richieste!”. Secondo la conciliante Commissione Ue, infatti, la via della sottomissione ad aiuti e sacrifici per spianare il debito (creato da banche e politici corrotti) è l'unica opzione razionale che ha il Paese. Sconcertante! Accade anche questo in questa gabbia sociale, finanziaria ed economica ribattezzata la società del “Nazismo Bianco”. Ma a poche ore dall’infausta frase, secca è piovuta la smentita dell'esecutivo di Bruxelles guidato da Barroso, che ha prontamente confutato le chiare parole – attraverso i suoi portavoce – pronunziate dal “sincero e frettoloso” Commissario, in attesa – almeno – del prossimo vertice straordinario per la crescita, in programma mercoledì  prossimo  a Bruxelles.

Il silenzio dell'Eurocamera  su Art.123 del Trattato di Lisbona e Rating 

Commenti anche dal Commissario all’Industria Antonio Tajani – vicepresidente della Commissione europea –che ha auspicato per l’Eurozona un ruolo più centrale della Bce affinché l'Ue possa avere una banca centrale sul modello Fed. Tra le priorità di Tajani, anche gli eurobond. Nessun accenno all’Art. 123 del discusso Trattato di Lisbona, ed al rispetto della sovranità nazionale degli Stati dell’Unione, gravemente ed impunemente sbeffeggiata dalle agenzie di rating con il silenzio assenso della stessa Ue. Elementi che di fatto rappresentano la vera "finestra legale" dell’Unione verso la speculazione internazionale. Finestra che qualcuno vorrebbe ora negare incentrando l’attenzione sulle responsabilità dei poveri greci. Vergognoso! Ma che fine ha fatto il Parlamento europeo? Perché i vari Mario Mauro e Gianni Pittella non prendono posizione in merito a queste delicatissime quanto occultatissime verità? Qui Europa lo chiederà presto direttamente al rappresentante italiano del PPE, con espressa lettera.

Sergio Basile – Direttore Qui Europa (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

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