Sarajevo: tensioni “vent’anni dopo”

Martedì, Aprile 10th / 2012

Parlamento Europeo / Unione Europea / Balcani / Bosnia / Jugoslavia / Sarajevo / Guerra / Assedio / Indipendenza / Accordi di Dayton/ Minoranze etniche / Pittella / Corriere del Mezzogiorno  

Sarajevo: a 20 anni dall’assedio, ancora tensioni

e divisioni

L’Europa ricorda le vittime del conflitto bosniaco

durato 3 anni e mezzo. E sul futuro della Bosnia?

Il monito del Vicepresidente dell'Europarlamento, 

Gianni Pittella, da "Il Corriere del Mezzogiorno"

Sarajevo – A 20 anni di distanza dall’assedio di Sarajevo, cominciato il 6 aprile del 1992, il passato della Bosnia è sempre pronto a ritornare e a rendersi attuale nel ricordare le oltre 11.000 vittime, tra cui 1500 bambini,  causate dalla guerra ed i 50.000 feriti e mutilati, tutti protagonisti di un tragico spettacolo che allora incollò tutto il mondo davanti alla televisione. L’Europa, sconvolta da quella tragedia,  oggi sente il dovere morale di ricordare e commemorare una delle pagine più brutte della sua storia. La proclamazione dell’indipendenza della Bosnia dalla Jugoslavia, per come riconosciuto dall’allora Comunità Europea nel 1992, venne salutata dal rumore delle bombe e dall’assedio di Sarajevo, che durerà per ben tre anni e mezzo, fino alla firma degli accordi di Dayton nel 1995, che se da un lato scriveranno la parola fine alla guerra civile jugoslava, dall’altro divideranno il paese dal punto di vista amministrativo, politico ed etnico. In totale 100.000 morti e più di 2 milioni e mezzo di rifugiati e sfollati interni , davanti ai quali l’Europa è rimasta a guardare impotente, titubante ed inattiva.

  Gli attuali "limiti" dell'Accordo di Dayton  

L’eco del rumore delle bombe risuona, oggi, nelle coscienze europee e rappresenta lo strascico che la Bosnia continua a portarsi dietro: a 17 anni dalla conclusione del conflitto, il paese non ha raggiunto né la stabilità interna politica, né quella sociale e la lotta tra le diverse fazioni contribuisce ad indebolire le istituzioni create dall’accordo di pace di Dayton che, oggi, si rivela del tutto inadeguato. Già nel 2009, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva stabilito che la Costituzione bosniaca contenesse disposizioni discriminatorie e necessitasse di modifiche per permettere alle minoranze etniche della regione di accedere alle principali cariche istituzionali della Federazione. Quale sarà il futuro della Bosnia quindi? Quali le prospettive democratiche?

  Il monito di Gianni Pittella  

Il Vicepresidente vicario del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, parla di una “Bosnia che ha bisogno di una visione condivisa del suo futuro e il processo di integrazione delle Repubbliche Balcaniche nell’Unione Europea è la risposta più alta che la civiltà europea può dare a quelle barbarie e lo strumento più efficace perché la guerra sia sempre bandita anche da questo lembo di Europa, lasciando spazio alla solidarietà ed alla cooperazione tra i popoli contro ogni rigurgito di razzismo e di discriminazione etnica”. Il 6 aprile scorso, a Sarajevo sulla via Marsala Tita, sono state disposte 11.541 sedie rosse vuote in ricordo delle vittime della guerra, del più lungo assedio che la civiltà moderna possa ricordare.  20 anni di fallimento di coscienza: fallimento che ritrova le sue vittime non solo tra i morti, ma anche e soprattutto tra i sopravvissuti.

Maria Laura Barbuto(Copyright © 2012 Qui Europa)

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One Response to Sarajevo: tensioni “vent’anni dopo”

  1. green coffee beans 24 Maggio 2012 at 20:18

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