Salvare Atene senza uccidere l’euro: qualcuno ci crede ancora

Martedì, Febbraio 7th / 2012

Crisi Ue / Grecia / Atene / Euro

Salvare Atene senza uccidere l'euro: qualcuno ci crede ancora

 Usa ed Europa: pronti gli avvoltoi della speculazione

Pressioni su Papademos di Merkel e Sarkozy: "Non ha scelta!”

Atene – Da 150 a 250 miliardi di euro di passivo.. Queste le cifre deprimenti che, secondo alcuni analisti, con l’attuale piano di salvataggio della Grecia, voluto dalla Germania e dalla Troika (Ue, Bce, Fmi), il paese del Mediterraneo dovrebbe sobbarcarsi. Costi enormi che per oltre un decennio andrebbero ad affossare la ripresa del paese del Sirtaky. I problemi non sarebbero solo economici ma anche geopolitici, tenendo conto che il paese in questione è membro della nato e in una posizione geograficamente strategica. Eppure una soluzione ci sarebbe, come ci sarebbe anche per il Portogallo. La soluzione consisterebbe nell’ammortamento totale del debito, allo stato attuale circa 350 miliardi di euro, utilizzando il fondo salva stati. Questo debito verrebbe ripagato dalla Grecia in 50 anni con un interesse del 2%. Una soluzione fattibile e con impatti meno drammatici. Si spera che chi continua a marciare contro la Grecia e contro l’Europa stessa comprenda.. Intanto il tempo per l’approvazione della manovra lacrime e sangue in salsa allo yogurt è vicino. Il 13 febbraio Lucas Papademos chiederà la fiducia. Se entro questa data la Grecia non dimostrerà buona volontà all’arrivo al confine greco ogni turista potrebbe trovare il cartello “out of business “, ossia: chiuso per fallimento. Il lato drammatico è che a qualcuno la morte economica della Grecia potrebbe tornare utile. Chi certamente è in attesa sono gli speculatori statunitensi che al tempo dei derivati avevano anche emesso, forse profeticamente dei titoli denominati credit default swap, i quali avrebbero garantito un rimborso totale, in caso di default, grazie a una consistente polizza assicurativa. Non solo lo Zio Sam ma anche l’Europa, previdente ha acquistato circa 100 miliarti di questi titoli. Si ha l’impressione che tutto sommato a pochi convenga che la Grecia, entro domenica 13, faccia tagli alla spesa pubblica per un totale dell’1% del PIL e ottenga i finanziamenti, per mezzo dei quali potrebbe rimborsare i bond in scadenza. Intanto tutti i tecnocrati chiedono alla Grecia segni di ristrettezza dell’apparato pubblico. Nella fattispecie: il Fondo Monetario Internazionale chiede tagli del 15% agli stipendi dei privati mentre i paesi dell’Unione domandano produttività consigliando di aumentare l’orario di lavoro invernale. Juncker, capo dell’eurogruppo è ormai quasi certo del default, la Francia e la Germania auspicano una ripresa. Ma ormai il tempo è compiuto e la scure e pronta. Restiamo in attesa della sentenza…. Avvoltoi in vista e onoranze funebri ringraziano anticipatamente. FF (Copyright © 2012 Qui Europa)

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