Referendum: una Costituzione per un Democratismo assoluto / 1

Martedì, 25 Ottobre/ 2016   

– Redazione Qui Europa –

 Redazione Quieuropa, Roberto Pecchioli, Sergio Basile, Dittatura, Socialismo, Liberismo, Referendum 

Referendum: una Costituzione per un

democratismo assoluto / 1

Questo Referendum somiglia sempre più ad una

grandissima operazione di marketing (bipartizan)

e re-styling democratista… contro il popolo

 

Iniziativa di Libero Confronto

di Roberto Pecchioli / con integrazioni e note di Sergio Basile

Referendum

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Democrazia, democratura, democratismo           

Roma – La democratura è un regime politico improntato alle regole formali della democrazia liberale ma ispirato ed organizzato di fatto come una dittatura(in merito va comunque specificato che già la stessa democrazia liberale presenta evidentissimi limiti e inganni strutturali congeniti, tipici di una dittatura. Non a caso ilProfessor Giacinto Auriti definì l'attuale società democratica coniando l'espressione di "società dell'usura legalizzata" o "usurocrazia" – Sergio Basile / Ndr).

La stessa "democrazia liberale" è, tuttavia, una costruzione di per sé fallace, inquadrabile con l'espressione – forse più calzante – di "democratismo", in quanto ispirata a modelli di società strumentali e strumentalizzanti che contrastano nettamente con il principio della realizzazione del "bene comune" così come inquadrato nell'immaginario collettivo: quest'ultimo ispirato, invece, a organizzazioni sociali organiche, dove il bene non cerca la legittimità nel vuoto, egoistico e tirannico numero, ma la realizzazione piena di tutta la comunità sociale (tipico schema medievale o pre-illuministico/pre-rivoluzionario) nel mutuo soccorso e nella ricchezza diffusaLa democrazia odierna tende quindi a strumentalizzare (seguendo fedelmente lo schema hegeliano) tutti gli attori sociali ed istituzionali, al fine di realizzare interessi del tutto personalistici o élitari, assolutamente antitetici al concetto nobile di "bene comune" o "bene sociale" . Le due facce speculari a questo nocivo sistema "democratico" sono oggi, come riconosciuto dallo stesso Cardinal J. Ratzinger nella prefazione al libro "Nuovo Disordine Mondiale", il liberal-capitalismo e il social-comunismo. Due mostri che, in forma diversa, lavorano alla medesima causa di dominio mondialista su popoli e nazioni. Il denaro controllato ed emesso dai grandi potentati giudeo-massonici è la cartina tornasole di questo sistema perverso, chiamato "democrazia moderna".

(Sergio Basile / Ndr)

 I volti della dittatura democratista                         

Il termine "democratura", del resto, ha due padri, lo scrittore (socialista) uruguayano Eduardo Galeano (pluriosannato dalla piramide di potere socialista al comando nei principali stati del Sudamerica – Ndr) e lo scrittore (socialista) bosniaco Predrag  Matvejevic (1), il modello che entrambi descrivono è quello di una democrazia ristretta o in altri termini una “dittatura costituzionale”, ovvero un regime concretamente oligarchico. La distanza geografica e culturale dei due intellettuali che hanno coniato il neologismo è (o meglio sarebbe – ndr) la prova che entrambi, da punti di osservazione assai diversi, hanno (avrebbero – Ndr) colto un punto centrale della nostra era, quello della vittoria storica del modello economico sociale liberista fondato sul predominio della finanza e sulla conseguente spoliticizzazione dell’esistenza.

(1) Predrag  Matvejevic fu consulente per il Mediterraneo nel Gruppo dei saggi della Commissione Europea durante la presidenza di Romano Prodi . È vicepresidente del PEN  Club Internazional di Londra, organizzazione internazionale ed élitaria di letterati, avente legami con l'UNESCO e l'ONU (Sergio Basile –Ndr). 

E' tuttavia doveroso notare come entrambi questi esponenti dell'intellighenzia socialista "critici del capitalismo" (vedi foto grandi in chiaroscuro, in copertina),  siano invero uomini molto vicini al potere: Galeano fu un vero e proprio eroe dell'élite politico-rivoluzionaria social-comunista sudamericana e Matvejevic è vicino a club filo-modialisti come il PEN di Londra e a consessi (mondialisti) vicini alla Commissione europea targata Romano Prodi (l'uomo dell'euro)

(Sergio Basile – Ndr). 

Oggi, inoltre, più che di rovinoso processo di spoliticizzazione dell'esistenza sarebbe più opportuno parlare di criminoso/tragico processo di scristianizzazione dell'immaginario, di surrogazione del "diritto democratista" al diritto divino e di imperdonabile deificazione delle ideologie umane. In aggiuta, è doveroso sottolineare come l'idillio tra élite social-comunista è liberal-capitalista sia, malgrado le apparenze, pressoché totale, e per capirlo bene non serve andare a sbirciare nei retrobottega delle logge massoniche, nelle quali avviene spesso e volentieri la cosiddetta "selezione politica" (e nelle quali pascolano allegramente, in un unico fraterno abbraccio, molti dei leaders politici di schieramenti "opposti"); basta andare a leggere i curriculum vitae dei soloni dell'Ue, analizzare i loro interessi economici e le loro amicizie particolari con il gota dell'intellighenzia mondialista liberal-capitalista e di sinistra. Come si spiega, altrimenti, che negli ultimi 6/7 anni diverse commissarie europee d'orientamento socialista avevano come coniugi attivissimi speculatori della City of London 

(Sergio Basile – Ndr). 

Referendum

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 Mirata operazione di marketing (bipartizan)      

La riforma della costituzione italiana, ed il referendum che dovrà accoglierla o rifiutarla, si inserisce perfettamente nella tendenza delle sedicenti democrazie rappresentative ad uscire da se stesse, trasformandosi, appunto, in democrature (o esasperando all'inverosimile l'originaria impronta democratista delle stesse – S.B./Ndr), regimi in cui i popoli non contano più, ma non devono saperlo. Il caso italiano è particolarmente interessante, e rende giustizia ad un’osservazione che il giurista Giacinto Auriti usava premettere a molti suoi interventi pubblici. Lo scopritore del valore indotto della moneta sosteneva che se dovessimo descrivere fisicamente un uomo che conosciamo da sempre e che porta i baffi, probabilmente trascureremmo proprio questa sua caratteristica, tanto ci sembra evidente e connaturata al suo aspetto. Allo stesso modo, continuiamo a credere di vivere in un sistema democratico per pigrizia mentale e per massiccia esposizione a bombardamenti mediatici. Non è così, e ne è una prova lampante la riforma del Fiorentino e di Maria Elena Boschi, la sua giovane e bella ministra (ed anche questo non è per caso).

A margine di ciò non va neppure dimenticato il fattore caos (scientificamente voluto) insito nelle strategie di gioco delle squadre del SI e del NO, e che sta caratterizzando questo tempo di preparazione al referendumuomini di destra e sinistra si avvicendano in raccamboleschi ribaltamenti di fronte tra SI e NO (e con essi gli stessi massoni si sono sapientemente divisi…) quasi a voler dimostrare – in una mirata operazione di marketing democratista bipartizan – che l'affievolimento della "battaglia democratica", ridicolizzata e al tempo stesso smascherata dall'avvento della masso-tecnocrazia europeista, possa risorgere come la Fenice.

Ma a ben vedere anche se dovesse vincere il NO (ipotesi che io personalmente auspico) a fare la festa agli Italiani, non sarà Renzi, mediante lo stravolgimento liberticida della Costituzione, bensì i suoi amici dei "mercati" che evidentemente, a suon di rating e spread, manderanno ancor più in tilt il debito pubblico italiano, costringendoci, comunque, a nuove misure da usura, cosiddette "lacrime e sangue". Se non si combatte e delegittima il drago colpendolo al cuore, i popoli saranno sempre – in un caso o nell'altro – i soli a perdere l'élitaria partita (truccata a monte). 

(Sergio Basile – Ndr). 

il museo dedicato alla cultura marinara 

 L'unico modo per difendere Cost. e Dignità        

Ecco perché tutto questo clamore e fervore per il Referendum sulla riforma della Costituzione, dovrebbe interessare ancor di più la battaglia per la conquista di una sacrosanta sovranità monetaria in seno al popolo italiano. Finché il potere corruttivo del denaro emesso dal nulla – e senza copertura aurea – sarà nelle mani delle piramidi politiche (apparentemente poste in cometizione tra loro) il destino dei popoli sarà segnato da funesti presagi di miseria e morte. La vera difesa della Costituzione e della dignità dei popoli, dunque, non potrà che conseguirsi con la realizzazione della Proprietà Popolare della Moneta, concepita dalla geniale mente del Professor Giacinto Auriti.

(Sergio Basile – Ndr). 

 47 – Il morto che parla                                              

La costituzione del 1948 , detta la più bella del mondo dai suoi adoratori progressisti (specie social-comunisti alla Benigni – Ndr), così splendida non doveva essere, se le modifiche proposte riguardano ben 47 dei suoi 139 articoli. Fin troppo facile ricorrere alla smorfia napoletana: 47 morto che parla, dove il cadavere , purtroppo, è il popolo italiano e la sovranità che gli appartiene, una menzogna colossale ( i baffi non più notati della metafora auritiana)  affermata all’articolo 1 della Carta. Peraltro, era già tutto ben predisposto da allora, giacché i costituenti, che la pensavano in maniera diametralmente opposta su tutto, fecero e disfecero, come Penelope con la sua tela. La sovranità appartiene al popolo, ma esso la esercita “nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Forme e limiti che la riforma di Renzi e della fascinosa Boschi, regina dell’Etruria, riducono, tra l'altro, quasi a zero.

 Un sistema giuridico ad immagine dell'élite        

E’ una tendenza mondiale (in cantiere già da tre secoli e oltre, con la sottrazione ai popoli della loro, legittima, sovranità monetaria – Ndr) che cancella la sovranità – popolare o nazionale, non fa differenza – e riduce il governo a “governance”, amministrazione dell’esistente, non più a nome dei condomini-popolo, ma dei membri di una dittatura del denaro e delle sue istituzioni che, ormai, non vedono solo i ciechi e, purtroppo, i milioni di accecati dalla poderosa macchina propagandistica dei superpadroni. Ivan Illich lo chiamava “monopolio radicale”. Chi possiede tutti i mezzi (esercitando il controllo totale sulla moneta-debito e i suoi criteri di elargizione – Ndr), determina tutti i fini, quindi non può che costruire un sistema giuridico a propria immagine. Ma poiché ha diffuso nei sudditi concetti come legalità e democrazia, vale quanto Bertolt Brecht fa dire in un suo romanzo al capo dei gangsters che comanda ai suoi seguaci: “il lavoro deve essere legale". La legalità finisce come parola d'ordine di un gangster, dopo aver esordito come ambasciatrice della divinità della ragione. Di qui dunque le menzogne assortite sui minori costi della politica, sulladiminuzione dei parlamentari (antico progetto della superloggia P2 – Ndr), sulla velocizzazione del processo legislativo (falsa, e che comunque non è un valore un sé, come dimostrano la fulminea approvazione della legge Fornero sulle pensioni o del lodo Alfano), sulla maggiore “efficienza” del sistema: altra parola magica che nasconde a malapena inganni  solenni.

 Attuazione del "Piano europeista"                          

Non è difficile smontare ad una a una le innovazioni costituzionali , e molti lo stanno facendo. Tuttavia, ci è sembrato di individuare, leggendo con pazienza le sessanta pagine comparative diffuse dal centro studi della Camera dei Deputati, un elemento che potrebbe essere la chiave interpretativa dell’intera operazione politica di revisione istituzionale, partita nel 2011 con la famigerata lettera riservata della Banca Centrale Europea al governo Berlusconi. Il nuovo testo costituzionale che dovrà essere approvato con referendum – e temiamo che finirà col passare – contiene una serie di passaggi in punti significativi dell’articolato, relativi “all’attuazione delle normative e delle politiche dell’Unione Europea”. Lo studio delle parole e dei concetti di una frase o di un sintagma apparentemente neutro dà spesso risultati sorprendenti.  Un campo semantico è un insieme di parole che si riferiscono ad uno stesso gruppo organizzato di significati legati tra loro. Semplifichiamo: attuare vuol dire tradurre in pratica qualcosa di già pensato e formulato altrove. Nello specifico, le normative – leggi, direttive, regolamenti – e le politiche , cioè le modalità concrete della vita pubblica , diramate dall’’Unione Europea, il vero attore protagonista del film renziano. Comparsa il popolo italiano, aiutante al montaggio il governo, eletto peraltro con meccanismi volti ad eludere la volontà popolare e regole del gioco estranee al principio democratico cui si sparge incenso h.24 , pressoché disconnesse dallo stesso metodo democratico. Il gioco è fatto, i baffi della democrazia sono tagliati definitivamente, ma la maggioranza è persuasa del contrario, addirittura ha votato allegramente secondo gli interessi dei proprietari del rasoio…. Compito del sistema politico italiano , dunque, è “attuare” i voleri dell’Unione Europea, il secondo livello del potere, sopra il quale ci sono ancora i veri oligarchi, coloro che possiedono, controllano e dirigono l’apparato industriale, mediatico, tecnologico, militare attraverso la leva finanziaria, i monopolisti integrali, o, se preferite, gli azionisti di (schiacciante) maggioranza del mondo. Hanno dovuto dircelo, o meglio voluto, in mezzo all’oceano di parole del nuovo testo costituzionale. Da oggi i colpevoli saremo noi, se le cose andranno in un certo modo. Sembra quel magnifico gioco di sponde con cui, nel biliardo, il giocatore provetto fa finire in buca, una dopo l’altra, tutte le bocce presenti sul tappeto.

 Verso una nuova compressione della libertà        

C'è una domanda che si ha il diritto-dovere di porsi, dinanzi ai cambiamenti politici:

il nuovo che avanza

allarga o restringe gli spazi di libertà concreta,

di partecipazione, di intervento popolare?

La risposta è ovvia. La costituzione è stata oggetto nel tempo di varie modifiche, in genere peggiorative. Pensiamo al famigerato pareggio di bilancio, imposizione ideologica del dogma economico monetarista, approvata in gran fretta, in assenza di dibattito e senza opposizione. Ora chiudono il cerchio: vuolsi così dove si puote ciò che si vuole. Non potremo più eleggere il Senato. I futuri “patres conscripti” saranno tutti nominati, come al Grande Fratello. Quanto al conclamato risparmio, si ridurrà a molto meno di un euro annuo per ciascun italiano. Le province sono state cancellate per finta, abolita è l’elezione di presidenti e consiglieri. Per quanto concerne la stabilità, mantra del liberalismo progressista, essa è in contraddizione evidente con il tanto solennemente gridato principio democratico, che organizza il conflitto, lo regola, ma non lo abolisce. La massima stabilità si realizza abrogando del tutto la partecipazione popolare, giacché loro, gli Illuminati, sono in grado di decidere tutto per bene, senza il fastidioso intervento del popolo ignorante e talvolta puzzolente. La democratura, come l’uovo di Colombo, risolve il problema. A scadenze dilatate nel tempo, i sudditi votano al segnale di un fischietto, tracciano un segno su nomi e simboli decisi altrove, credendo di scegliere tra programmi ed idee distinte, ma in realtà sovrapponibili. Chi non è d’accordo, viene messo fuori gioco da prima con regole procedurali assurde, e, se riesce comunque ad essere della partita, torna al punto di partenza, come nel gioco del Monopoli, escluso anche dalla rappresentanza. Così vogliono i sistemi elettorali neo-democratici, a partire da quello collegato alla riforma costituzionale. Hanno convinto molti che i parlamenti servano solo per nominare un governo, e dopo, tutti zitti, nonostante parlamento, appunto, evochi (sia pur in maniera molto, molto, molto astratta.. – Ndr) l’idea di discutere, partecipare. Stabilità, nuova sirena del mondo…(continua nella seconda parte)

Roberto Pecchioli / e Sergio Basile  ( integrazioni e note )

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