Euro-disastro: Ecco cosa stanno facendo per salvare il dio-euro

Mercoledì, Luglio 18th /  2012 

– Dossier-Inchiesta, di Vincenzo Folino e Sergio Basile  –

Eurozona / Italia / Ingresso nella zona euro / Romano Prodi / Goldman Sachs / Moneta unica / Roberta Angelilli / Unione monetaria / Crisi economica / Vicepresidente parlamento europeo /  Euro / Bilderberg Club / Commissione Trilaterale / SME / IRI / Britannia / Prvatizzazioni / Mario Draghi / Mario Monti / Eurogabbia / Disinformazione dei media / Contro informazione  / Statio Uniti d'Europa / Accentramento / Svendita del patrimonio nazionale / 20 miliardi di euro all'anno  / progetto Mondialista / Jim O'Neill / Sergio Basile / Vincenzo Folino / Qui Europa / Europa / Sistema Target 2 / Paul Krugman / Quadrio Curzio  / Trattato di Lisbona / Art. 123 / SEBC / Bce / Piano mondialista / Riserva aurea italiana  

Euro-disastro: Ecco cosa stanno facendo

per salvare il dio-euro

Secondo l’europarlamentare Angelilli, è tutta colpa di

Prodi. In effetti non ha tutti i torti!

ll ruolo del Trio delle Meraviglie – Prodi, Draghi, Monti –

nell'Euro-disastro

Roma – Ieri, ne il "Secolo d'Italia", ha fatto molto discutere l'intervista ad uno dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, l'europarlamentare Roberta Angelilli, in merito allo "stato di salute" in cui versa la nostra moneta, l'euro. E' già dal mese di giugno che nel nostro paese si è riaperto uno di quelli che potrebbe essere tra i temi più caldi dell'estate: euro sì, euro no. All'intensificarsi del dibattito  hanno contribuito anche le esternazioni dell'ex premier Silvio Berlusconi, il quale ha affermato, in sostanza, la possibilità per l'Italia di uscire dall'euro e tornare alla Lira ("non credo sia una bestemmia" ha detto). Ma è da oltre 8 mesi che alcuni eurodeputati euro-scettici vedono nel ritorno alla lira l'unica via di salvezza. Vedi Magdi Cristiano Allam; come pure molti economisti e Premi Nobel, come Paul Krugman.

 Un euro a due velocità? 

A queste esternazioni hanno fatto seguito le voci provenienti dall'altra parte della barricata, con Romano Prodi in testa, secondo cui abbandonare l'euro sarebbe una follia. Polemiche che fanno seguito all'evidente constatazione (che aggiungiamo essere "piuttosto tardiva", ma giusto per voler essere educati), della presenza, per così dire, di due euro: un super-euro dei paesi "forti e virtuosi", trainato dalla Germania; ed un euro-debole, di "serie b", che caratterizza i paesi dell'area mediterranea. Intervistata intorno a questi temi, l'europarlamentare Roberta Angelilli, ha concentrato la sua argomentazione sul ruolo giocato in quegli anni decisivi (gli anni del TUE e dell'Unione Monetaria), da Romano Prodi, all'epoca premier ed anche commissario europeo.

   Prodi e la Marginalizzazione dell'Italia   

A riguardo la Angelilli ha parlato di "scelte anti-italiane", accusando Prodi di essere stato tra i maggiori responsabili della marginalizzazione dell'area mediterranea, di non essersi battuto abbastanza sul tasso di cambio lira/euro, "sfavorevole per noi", di aver giocato come se fosse un "nemico dell'Italia", e di averlo fatto in momenti decisivi. Altro "errore fatale" dell'euroentusiasta Romano Prodi, fu quello – dichiara – di non aver contrastato l'egemonia ed il rafforzarsi del "direttorio franco-tedesco: infatti i due paesi hanno goduto di "mille eccezioni rispetto alle regole del Patto di Stabilità". Insomma, gli anni del governo Prodi ci lascierebbero un bilancio catastrofico

   Prodi – Chiacchiere da accentratore  

ovviante il professore non la vedrebbe così! Dalle sue ultime interviste, conferenze ed articoli (tra cui gli ultimi pubblicati si "Famiglia Cristiana"), emerge infatti che, se gli ponessimo domande di questo genere: come mai l'Eurozona è la vittima numero uno della crisi? Cos'è che ha fatto dell'Europa Meridionale il capro-espiatorio? La risposta di Prodi (ed è lui stesso a dirlo), sarebbe "estremamente semplice". Secondo lui il punto fondamentale è che "l'Europa è divisa", è diventata la principale vittima della crisi a causa della frammentazione che la caratterizza. Egli sostiene che, insieme e parallelamente all'Unione Monetaria, si sarebbero anche dovute prevedere delle “azioni comuni” in campo economico, mentre ciò non è avvenuto; a suo avviso si è risentito della mancanza di un'autorità che controllasse i conti ed i bilanci, e per questo spinge nella prospettiva di creare un “Tesoro europeo”, che si occupi proprio di svolgere tali funzioni (sarà, ma questa proposta – come dimostrato più volte – oltre a non convincerci per nulla, sarebbe una mossa di autolesionismo senza remissione e ritorno). A questi elementi ne aggiunge altri, come il fatto che i tedeschi hanno ristrutturato la loro economia, ottenendo dei grandi vantaggi, che hanno creato un "distacco reale" con gli altri paesi. Conclusione completamente falsa ed errata perchè il vantaggio per i tedeschi è stato creato – come dimostrato – a tavolino  e proprio nel 2007, quando il caro Prodi dominava la scena, con il SISTEMA TARGET 2 dei pagamenti transnazionali. (vedi articoli correlati)

   Euro: l'alibi per la nascita di un Super-Stato Ue 

Ma a ben vedere, ed esaminando con un briciolo in più di onestà intellettuale le reali ragioni della crisi – come la redazione di "Qui Europa" ha fatto fin dall'inizio della sua fondazione – vediamo come quelle di Romano Prodi siano in fondo vuote chiacchiere da accentratore: il vero obiettivo degli europeisti più intransigenti e miopi – legato all'instabilità dell'euro – infatti,  sarebbe quello di avere un buon alibi per l'accentamento dei pieni poteri (un tempo prerogative degli stati membri) nelle mani di un unico ed egemonico super-stato europeo: gli Stati Uniti d'Europa. Progetto "mondialista" che evidentemente, come dimostrato in più sedi, fu concepito in tempi non sospetti e da lungo tempo, in esclusivi ed élitari club: club cari da decenni alla tecnocrazia ed allo stesso Romano Prodi. 

  Il Trio delle Meraviglie e la Fine del Sogno Italia 

Si proprio lui, il nostro carissimo "europeista Prodi", affezionato frequentatore – tra l'altro –  del Bilderberg Club, (assieme agli amici Mario Monti e Mario Draghi) nonchè (curiosamente) "ex" uomo di fiducia di Goldman Sachs  (vedi sempre Mario Monti e Mario draghi) e privatizzatore a buon mercato (IRI, SME e Cirio-Bertolli-De Rica): vedi – tanto per cambiare, e 2 più 2 fa quattro – Mario Monti e Mario Draghi. Il primo (che dopo aver distrutto, svenduto e mandato in recessione la "ricca Italia", ora vorrebbe – per comlare un debito illegale creato in maniera fittizia (ingerenze del rating, sistema TARGET 2, Art. 123 del Trattato di Lisbona)  inestinguibile e che si auto-alimenta – svendere 20 miliardi l'anno di beni pubblici rientranti nel patrimonio immobiliare "storico" italiano e magari scendere la nostra riserva aurea – la terza del mondo – per finanziare il dittatoriale MES).

  I Capolavori di Mario Draghi  

E poi c'è l'europeista Mario Draghi: tra i principali artefici di un piano di privatizzazione nazionale senza precedenti (avviatosi segretamente sul piroscafo della Regina Elisabetta – "Britannia" – nel 1992 a Largo di Civitavecchia) e poi – da capo della Bce – sordo ed inerte attore di un mancato salvataggio dell'Eurozona. Mario Draghi, come molti ignorano (a causa ad una vergognosa e dilagante disinformazione di TV giornali) prima dell'ingresso sulla scena di Monti e del "golpe tecnico" ai danni della democrazia, si rifiutò di intervenire in favore dell'Eurozona, mantenendo volutamente chiusi i rubinetti della BCE. Malgrado l'art. 11 del SEBC (Sistema Europea delle Banche Centrali) prevesse in casi urgenti interventi simili (vedi protocollo SMP ). Il signor Mario Draghi, cioè, pur potendo intervenire personalmente (con le illimitate disponibilità della Banca Centrale Europea) nell'acquisto dei titoli italiani del debito pubblico, non fece assolutamente nulla, contribuendo in maniera sostanziale ad esporre l'Italia (la "sua Italia") alle grinfie della speculazione internazionale sul debito pubblico: cosa che come noto ha innescato una spirale diabolica di debito, tassazione, recessione e privatizzazioni. Ciò lo fece pronunziando 3 celeberrimi "No": "No, No, No!". Emulo della "collega liberista" Margaret Thatcher. Prima, tuttavia, contribuì ad accelerare – con ingerenza gravissima – la caduta del governo Berlusconi (vedi "antidemocratica" letterina BCE a Napolitano) favorendo – complice lo stesso Napolitano – la salita al trono del professor Monti: divenuto nel giro di poche ore da "semplice" uomo di fiducia di banche d'affari e club-loggia mondialisti – gran parte dei quali segretissimi ed occulti –  a senatore a vita e leader del governo italiano. Nonchè autorevole membro di punta (per l'intera Europa) della Commissione Trilaterale (poi dimessosi per tentare – invano – di salvare la faccia). 

 Gli "amici" di Goldman Sachs "salvano" l'Europa   

Ma c'è di più! Jim O'Neill,  presidente di Goldman Sachs Asset Management, in tempi non sospetti dettò 3 punti per "salvare l'Europa": 1) l’Europa deve parlare con voce unica nei summit internazionali (non 27 voci – troppo rischioso – ma una) e al G8: magari utilizzando uomini di fiducia come lo stesso Monti 2) creare gli Eurobond, (cioè altri debiti mascherati per i cittadini dell'Eurozona): interessante è il piano di Prodi-Goldman per gli Eurobond 3) Attivare il Fondo Salva-Stati (e magari renderlo permanente: vedi ESM o MES) proteso – inoltre – ad aiutare le "povere banche europee", e non – badate bene – gli schiavi Piigs, le imprese alla canna del gas e le famiglie degli stati dell'Eurozona. Il piano è stato ovviamente avallato da tutti e tre i nostri patriottici eroi, e poi controfirmato anche da un economista di nota fama: Quadrio Curzio.

  Italia – Tentacoli sulla riserva aurea  

Vediamo ora l'altro problema risolto dal magnifico trio. Come si partecipa al capitale del MES, visto che la maggioranza degli Stati Piigs sono in grave recessionerisposta: si compartecipa in quote (ovviamente con soldi pubblici statali) e poi "magari" si  versano le riserve auree del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC). E se non basta si procede con la sottoscrizione di obbligazioni e azioni stimate a "valori reali" e non a prezzi di mercato! Tanto a decidere sono in fondo uomini ("ex") di Goldman Sachs! Ma chi ci garantisce – tra l'altro – da un altro mega-pacco di Romano Prodi, come quello dell'IRI e della SME?  Goldman Sachs?  La Banca che ha contribuito a far svendere (gettandone a terra le valutazioni) già una grossa fetta di patrimonio italiano: vedi caso di "Credito Italiano". Ecco, dunque, cosè l'Eurogabbia: un luogo di perdizione: nonché un mezzo proteso a creare debito, dipendenza e precariatà per sempre; schiavizzare i cittadini al dio euro  – con l'alibi della crisi "indotta" –  ed infine privare gli Stati della sovranità e – già che ci siamo – delle riserve auree: e l'Italia, come detto, ha l'ambitissima terza riserva aurea del mondo!  

  Prodi, Monti, Draghi e il piano Mondial-liberista  

Dopo la svendita del Patromonio immobiliare italiano (per 20 miliardi l'anno: annunciato nelle ultime ore da Monti ne Grilli) sarà la volta magari della svendita di Enel, Eni e Finmeccanica (già girano voci)! Insomma è la realizzazione pratica del "Progetto Britannia" di cui sopra, delle macchinazioni Goldman Sachs e dei progetti mondialisti Bilderberg e Trilateral. E quando i beni saranno tutti svenduti (invano!)  chi o cosa svenderanno ancora, per salvare il dio euro?

Vincenzo Folino, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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