Priebke, il percorso di un’anima e il giudizio di Dio

Giovedì, Ottobre 17th/ 2013

– di Padre Piotr Panzulewicz e Sergio Basile –  

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Priebke, il percorso di un'anima e il giudizio di Dio

Nulla è così scontato come potrebbe apparire

 

di Padre Piotr Panzulewicz e Sergio Basile

Priebke Erich

 L'Anima di Priebke                                                                                                     

Roma, Pratica di Mare  – di Padre Piotr Panzulewicz e Sergio Basile In queste ore, a Pratica di Mare, la salma di Erich Priebke giace in attesa di conoscere il suo destino terrestre… Ma è da giorni che in Italia – e non solo – tiene banco il caso dell'ex SS e che si discute sull'opportunità del suo funerale con rito cattolico in Chiesa e sul luogo della sua sepoltura. Tafferugli, sospensioni delle esequie, confronti istituzionali… A molti assassini e mafiosi (probabilmente non a tutti) molti sacerdoti le hanno negate le esequie, attenendosi al diritto ecclesiastico in caso di atteggiamento palesemente anticristiano perseguito sino alla fine o in caso di palese atteggiamento scandaloso o evento che desti un "pubblico scandalo. Ma qual è stata la posizione del defunto Priebke dinnanzi alla storia passata ed ai suoi ultimi anni di vita? Di che colore è oggi l'anima di Priebke?

 Il Giudizio e la Storia                                                                                               

Certo sulla Seconda Guerra Mondiale molto – forse troppo – è stato detto. In certi casi, troppo poco… Come molte sono le verità inconfutabili, le mezze verità, ma anche i punti assolutamente oscuri e le solite strumentalizzazioni mediatiche e politiche.  Si sa, ad esempio, molto ma non proprio tutto sul nazismo e sui suoi mille orrori… davvero poco sul controfenomeno (?) del "sionismo ebraico"… e delle ideologie apparentemente oppose allo stesso nazismo, ma che trovano in quest'ultimo eccezionali e paradossali analogie. Accidenti che spesso qualcuno vuol riporre troppo frettolosamente nel dimenticatoio della storia. Allora come porsi dinnanzi a questo spinoso e delicato caso? Come porsi cristianamente dinnanzi alla coscienza ed all'anima di Priebke davanti alla morte? La fede cristiana è essenzialmente speranza, si sà, proclamata anche davanti all’abisso del fallimento più netto. Crediamo che sia esatto dire e lecito presumere che il cristiano creda nel paradiso/compimento, ma non altrettanto (per lo meno se si usa il verbo "credere" nel senso stretto del termine) dire che egli creda nell’inferno. Per questo la preghiera d’intercessione per i defunti – tanto cara ai nostri avi – è quanto mai significativa: essa è espressione di una speranza, che però, attenzione, è ben diversa dalla sicurezza. Ogni uomo può sperare di essere liberato ("purificato") dopo la morte (o nella morte) dalla colpa che è in lui, dalle alienazioni, deformazioni e atrofie che ne derivano per il suo essere. Ma non può averne ovviamente la certezza… Tuttavia sperare è legittimo per tutti!

 Valore della Purificazione                                                                                      

Certo, visto che "morte" significa fine della storia terrena e nel contempo della possibilità di arbitrio ed azione della persona, orientata al prossimo, tale purificazione non può essere praticata dalla persona stessa, ma evidentemente viene "subita". La purificazione può essere definita come “sofferenza per il compimento” (K. Lehmann). Essa è beatificante e insieme dolorosa, perché – per la dottrina della Chiesa – libera dalle scorie del peccato che sono diventate parte dell’io. Per illustrare meglio tutto questo senza ricadere nell’immagine – sia pur legittima – delle povere anime in un mare di fuoco, vale la pena avere in mente il motivo dell’incontro per il cristiano: nella morte e risurrezione ci s'incontra con Cristo! Davanti al suo sguardo onnisciente risulterà con estrema chiarezza – nel bene e nel mare – chi ciascuno di noi è veramente: questo è il giudizio. Ma Cristo guarderà non solo per esaminare ed analizzare fiscalmente la vita di ciascuno: il suo sguardo potrebbe essere anche uno sguardo d’amore, uno sguardo liberante. Egli trasformerà, “scioglierà” e libererà dalle diverse forme di paralisi che affligono l'animo umano. Tuttavia, come il caldo dell’abitazione in un primo momento provoca dolore nelle dita intirizzite dal freddo, prima che le membra stesse siano percorse ed avvolte da una corrente di calore benefico, così lo sguardo trasformante di Cristo – per la visione Cristiana desumibile dalle Scritture – procurerà dolore. Esso sarà tale, quanto maggiore sarà il “freddo”: questa è la purificazione. In questo evento rivoluzionario ed altissimo (unico) il protagonista, evidentemente, non sarà un essere singolo e isolato. Fermo restando il fatto che nell’incontro purificante con Cristo il ricordo amoroso (o meno) delle persone conosciute in vita sarà parimenti importante: esso sosterrà l'anima nel giudizio o al contrario mancherà. Così è parimenti comprensibile come la preghiera per i defunti, accompagnata da offerte e opere di carità, possa essere per il Cristiano defunto – e non solo – importante e preziosa. I santi lo affermano!

Priebke Erich

 Essenza del Giudizio Divino                                                                                   

Un discorso espresso in questi termini suscita tante domande, mostrando probabilmente ipotetici limiti. Qualcuno si domanderà: Adolf Hitler, dunque, in paradiso accanto ad Anna Frank? Sarebbe potuta essere, questa, una prospettiva di speranza per coloro che soffrirono nei campi di concentramento? O in tal caso limite avrebbe contato piuttosto l’affermazione della giustizia di Dio, protesa alla punizione? Una cosa è certa, il Vangelo ci comanda di vedere le cose proprio dal punto di vista degli oppressi. Che cosa però significa il fatto che Gesù Cristo è giudice? Secondo la testimonianza di Luca, Gesù  morente pregò per i suoi assassini (cfr. Lc 23,34; così fece Stefano: At 7,60). Se ragioniamo secondo i Vangeli, forse significherebbe per Lui una sconfitta il fatto che delle persone si chiudono definitivamente all’amore divino. È possibile pensare a una decisione così radicale contro l’amore? A un tale irrigidimento nel male, per cui non ci sia più alcuna possibilità di purificazione? Insomma, è possibile che ci sia un paradiso finché esisterà un inferno? Una felicità eterna nella quale ci si rallegri per il meritato tormento dei peccatori andrebbe d’accordo con "il perdono di Dio"? Tante sono le domande.

 Priebke e i percorsi di un'anima                                                                          

Ecco una presumibile chiave d'interpretazione: la predicazione neotestamentaria consiste per buona parte nell’appello a credere nel perdono di Dio, in Dio come Padre Misericordioso, che si rallegra sopra ogni cosa per il ritorno del figliol prodigo, senza opporre condizioni, e nel corrispondente appello ai discepoli alla disponibilità a perdonare e a riconciliarsi senza misura (cfr. ad es. Lc 15, 11-32). Ovviamente fondamentale resta la volontà del singolo… si chiami esso Paolo di Tarso o Erich Pribke… Dio non usa violenza e rispetta la libertà del singolo. Che si può dire dunque? Come cristiani si può e si deve sostenere che ci sono persone dannate per sempre? Beh, in diverse apparizioni mariane è descritto l'Inferno non solo come il "non-luogo" o il luogo dell'assensa di Dio, ma anche come un luogo ben preciso e popolato da demoni e anime di uomini dannati… Anche i santi ed i mistici ce ne danno notizia in innumerevoli scritti... Ma l'unico giudice, l'unico che conosce nell'intimo il cuore e i meriti e demeriti di ogni uomo è sempre e solo Dio. A Lui solo spetta leggere nel cuore.. A lui l'ultima parola. Pertanto nulla è così scontato come spesso potrebbe apparire, fermo restando il fatto che nel giudizio, dinnanzi al volto di Dio e all'ultimo bivio, ad autoescludersi e a non reggere sarà evidentemente la stessa anima: e ciò dipenderà dal fatto che dopo la morte ciascuno non smarrirà la conoscenza e l'esperienza di quanto fatto sulla terra. Dinnanzi a questo mistero chi è l'uomo per giudicare? Chi può conoscere davvero i percorsi, i desideri ed i presunti ravvedimenti intimi di un'anima?

Padre Piotr Panzulewicz, Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa) 

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