Piano Kalergi e convergenza tra europeismo e comunismo

Martedì, 26 settembre/ 2017 

di Sergio Basile

 Redazione Quieuropa,  Sergio Basile, Piano Kalergi, Comunismo, Europeismo, Massoneria 

Piano Kalergi e convergenza tra europeismo

comunismo 

Kalergi, Lenin e Trotsky: stessa anima, stessi obiettivi

 

                            “Esiste anche un'altra alleanza

                     – a prima vista strana e sorprendente –

         ma che se ci si pensa è ben fondata e facile da capire.

Questa alleanza è tra i nostri capi comunisti e i vostri capitalisti”

                                        Vladimir  Lenin

 

di Sergio Basile 

Piano Kalergi e convergenza tra Europeismo e Comunismo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 Comunismo/europeismo: 2 facce una medaglia 

Bruxelles, Mosca – di Sergio Basile – Nel 1923 Lev Trotsky, il "grande architetto" del comunismo, scrisse in un articolo per Pravda (intitolato "È maturo il tempo per lo slogan: Gli Stati Uniti d'Europa?"):

              "L'Europa (dei banchieri – Ndr) sarà in grado non solo di mantenersi, 

                                    ma di consolidare e costruire se stessa, 

                           una volta che avrà abbattuto le barriere doganali 

        e la sua economia sarà unita alle inesauribili ricchezze naturali della Russia. 

             "Gli Stati Uniti d'Europa" – una prospettiva puramente rivoluzionaria – 

                     è la fase successiva della nostra prospettiva rivoluzionaria".

                                                            Lev Trotsky

Il giudeo-massone Trotsky ammise una comune "mission" tra l’esperimento comunista in Russia e il concepimento di quello che sarebbe diventato, di lì a poco, il progetto Ue in Europa, disegnando i tratti di un’istituzione comunitaria liberista nei modi e comunista nell’anima. Qualcuno obietterà: cosa c'entra l'europeismo targato BCE con il "Comunismo proletario"? Beh, innanzitutto il comunismo di "proletario" ebbe ben poco, malgrado gli slogan: nella prima assemblea rivoluzionaria praticamente non compariva nessun rappresentante del proletariato e – inoltre – le espropriazioni dei beni privati divennero prassi. Richard Kalergi, il padre spirituale dell’Ue, in aggiunta, non fu altro che un correligionario di Trotsky e Lenin, continuatore di un progetto di ampio respiro, trasversale e sostenuto non solo dai banchieri ebrei (e dalla Cia), ma anche dall’altra stampella del sistema mondialista: la giudeo-massoneria, B'nai B'rith in testa. Una grossa mano alla causa europeista la diede anche la massoneria austriaca: non va dimenticato come Kalergi fu iniziato nella loggia Humanitas di Vienna, nel 1921. Un articolo del 1925, apparso sulla rivista massonica The Beacon, elogiava l’operato del massone Kalergi e della Paneuropa in questi termini: "La Massoneria, specialmente la Massoneria austriaca, può essere eminentemente soddisfatta di avere Coudenhove-Kalergi tra i suoi membri… e può giustamente dichiarare che il fratello Kalergi combatte per le sue convinzioni paneuropee … Il programma del fratello Kalergi è un lavoro massonico del più alto ordine e poter lavorare insieme, per esso, è un compito alto per tutti i fratelli massoni". Le dichiarazioni di Lenin e Trotsky, possono allora trovare perfetta sintesi nella seguente relazione: 

             il capitalismo bancario, a trazione sionista, finanziò il comunismo 

                       che, a sua volta, si trasformò in capitalismo di Stato, 

          evolvendo successivamente in un grande organismo sovranazionale.

Ovviamente lo Stato, come noto dall’analisi del pensiero di Karl Marx, sarebbe dovuto essere uno strumento di conservazione del potere temporaneo, transitorio, destinato a dissolversi (evidentemente) in favore di una entità sovranazionale e federale più totalizzante. Detto fatto! Dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo stesso capitalismo bancario decise di dar vita ad una nuova creatura in Europa: l’Unione europea. Ciò con il pretesto di una riappacificazione universale che avesse potuto garantire "un periodo di pace".

 La stessa anima, lo stesso motore: il capitalismo 

Dunque Lenin, Trotsky e Kalergi, cioè il comunismo e l’europeismo, hanno condiviso da sempre gli stessi obiettivi, la stessa anima: il capitale bancario non è stato altro che il motore, l'alito vitale di questa anima. Non a caso il padre spirituale del Commonwealth, George Lionel Curtis, fu tra i principali collaborazionisti all’ascesa del primo governo comunista, neutralizzando la resistenza dei Romanov alle aggressioni giudaico-bolsceviche, con la paralisi del sistema del credito: all'inizio del 1916, infatti, l'alta finanza internazionale preparò il terreno alla Rivoluzione, indebolendo la Russia con la complicità dei paesi del blocco anglosassone, boicottando la cessione di credito allo zar ed ingenerando la crisi del rublo. Le difese immunitarie dei russi contro l’epidemia rivoluzionara furono così azzerate.  Evidentemente, quando si parla di capitale bancario nella mente affiorano le immagini di due città: New York e Londra. Nel Novecento Wall Street (il Financial District di Manhattan, nato nel 1914) e la City of London, le incubatrici delle grandi riforme bancarie e delle grandi rivoluzioni social-comuniste contemporanee, hanno dettato le danze dell’economia, della politica e della geopolitica a livello planetario. 

                   Wall Street e la City sono i reali centri del potere mondiale: 

  una forza, oggi, espressa solo apparentemente dal potere esecutivo dei governi. 

L’impero giudeo-protestante Commonwealth, ancora oggi, è l’immagine speculare di una serrata regia mondiale del capitalismo ( o sistema della moneta-debito, inaugurato nel 1694 con la fondazione della Banca d’Inghilterra ) sulle prerogative vitali delle nazioni e dei popoli. La sottile corrispondenza tra europeismo, comunismo e capitalismo a questo punto è palese!

                                     “Esiste anche un'altra alleanza

                             – a prima vista strana e sorprendente –

                  ma che se ci si pensa è ben fondata e facile da capire.

        Questa alleanza è tra i nostri capi comunisti e i vostri capitalisti”

                                                  Vladimir  Lenin

 Il Comunismo è morto?                                             

Molti storici e giornalisti oggi sostengono, illegittimamente, specie dopo l'ascesa di Putin, che il Comunismo nel mondo sia finito, sia morto: tranne qualche isolata eccezione. Perfino la Cina – qualcuno sostiene – ha ormai ceduto al fascino del turbo-capitalismo e non è più un "paese comunista"! Ma è proprio questa la giusta chiave di lettura? No! La verità sta agli esatti antipodi! Tali "esperti", infatti, incorrono in un ciclopico errore, in quanto il mostro bicefalo, come dimostrato, non è morto, ma si è semplicemente mutato d'abito – mantenendo intatta la sua identità originaria – poiché il suo vecchio costume era ormai logoro e riconoscibilissimo. Sul versante occidentale, la nuova Unione sovietica, il nuovo progetto della giudeo-massoneria liberal-capitalista e social-comunista si chiama Unione europea. Si tratta di una grottesca creatura plasmata dalla mente di Richard Kalergi – depositario ed interprete, come visto, di un progetto mondialista a tappe – ma generata altrove, lontano dal seno del Vecchio Continente. Quello attualizzato da Kalergi è un progetto perseguito da secoli e costellato di rivoluzioni violente, rivoluzioni culturali, processi di accentramento politico, processi di regionalizzazione in macroaree, dissoluzioni silenziose di stati e nazioni, confisca delle sovranità popolari (monetaria in primis), creazione di un regime di banche centrali "debitocratico", crisi economiche artificiali e golpe.

 Ue: cartina tornasole del regime sovietico             

L’Ue è di fatto la cartina tornasole del regime sovietico. Non a caso il primo prototipo di “Unione”, la CECA, quell’organismo sovranazionale di commissariamento reale delle fonti energetiche primarie degli stati (carbone e acciaio) aveva lo stesso nome della prima polizia segreta nata dopo la Rivoluzione giudaico-bolscevica, organizzata in ottemperanza a un decreto di Lenin del 20 dicembre 1917: Čeka.  I suoi membri erano denominati čekisti: nome oggi utilizzato in riferimento all'odierno FSB russo, successore del KGB. La Čeka era il Comitato straordinario di tutta la Russia per combattere la controrivoluzione ed il sabotaggio. L’obiettivo degli organismi di potere sovietici era quello di commissariare, cioè controllare la vita dei cittadini: attività ripresa da organismi comunitari assolutamente non eletti: i commissari europei, cioè gli uomini del sistema dediti al commissariamento! Non a caso la prima mossa di Stalin una volta conquistato il potere, fu quella di privatizzare la Banca Centrale Russa (Gosbank) e quindi di “commissariare” la vita economica di milioni di cittadini, mediante l'emissione di moneta-debito (debiti fittizi), tasse ed espropri coatti: oggi la BCE può dirsi la copia conforme di quel modello.

 Babele: iconografia e potere                                      

Oggi i palazzi dell’Ue rappresentano iconograficamente la nuova torre di Babele, la nuova superba sfida contro Dio e il Cristianesimo portata avanti dagli “scorpioni” rivoluzionari in casacca blu-stellata. Ciò non solo nella curiosa forma (vedi l’edificio del Parlamento europeo a Strasburgo: omaggio alla biblica torre pagana) ma nei fatti: leggi e regolamenti progressisti sottilmente o palesemente anti-cristiani vengono sfornati a ritmi forsennati dall’industria comunitaria del “diritto”, con l’obiettivo di regolamentare (e quindi commissariare) gli ultimi spazi di libertà economica, sociale e religiosa rimasti "vergini". E che dire degli enormi costi sostenuti per mantenere questo faraonico apparato burocratico? Che dire degli stipendi dei funzionari e dei semplici segretari o delle spese generali dei 98 edifici dell’UE, disseminati tra Bruxelles e Strasburgo? Sono innumerevoli i documenti prodotti per illustrare e pubblicizzare centinaia di migliaia di regolamenti, direttive, decisioni, raccomandazioni e pareri che comprendono il diritto europeo. Regolamenti che – sostanzialmente – nessuno tra i “comuni mortali” conosce e conoscerà mai. Si calcola che fino ad ora sarebbero state prodotte poco meno di 500.000 pagine di regolamenti: a leggerli non basterebbe una vita! L’obiettivo evidente di questa schizofrenica iper-produzione è quello di comprimere le libertà dei singoli, andando a sindacare perfino sulla lunghezza e curvatura dei cetrioli (ordinanza numero 1677 della Commissione Europea).

 La denuncia del dissidente Bukovsky                    

Vladimir Bukovsky, scrittore russo anticomunista, dissidente dal regime sovietico, passò alla storia come uno tra i primi prigionieri politici ad essere rinchiuso in una psikhushka: rete di ospedali psichiatrici istituiti dal governo dove venivano internati i dissidenti dell'ex-Unione Sovietica. In totale lo scrittore trascorse ben dodici anni tra prigioni, campi di lavoro ed ospedali psichiatrici e pertanto conobbe a fondo i metodi del sistema sovietico: non solo campi di concentramento, stragi, distruzione di chiese e omicidi sommari, ma anche forme di controllo totale su persone e cose, sostanziale compressione della libertà e abolizione della proprietà privata (medesimo risultato delle strategie liberal-capitaliste, visto da prospettive diverse)In un discorso tenuto a Bruxelles, nel 2006, egli paragonò l’attività regolamentativa dell’Unione europea, corroborata – tra l’altro – da una robustissima propaganda mediatico-ideologica, a quella del Gosplan, l’Organismo Sovietico di Pianificazione dello Stato, un organo di regime dedito all’iper-pianificazione ed al commissariamento di tutti gli spazi sociali ed economici della società russa post-rivoluzionaria.   Bukovsky paragonò poi il Parlamento europeo al Soviet Supremo (organo al vertice del sistema dei Soviet, dal 1938 al 1989, su cui si basava il potere in Unione Sovietica: poi riformato e trasformato in organo ad elezione indiretta, fino al 1991) e la Commissione Europea al Politburo (ufficio politico del comitato centrale del partito comunista). Bukovsky fu tra i primi a comprendere il fil rouge che univa i profeti del comunismo a quelli della Paneuropa, nonché i retaggi comunitari della trappola razziale di Kalergi. Egli in un passaggio del suo famoso intervento notò profeticamente:

        “coloro i quali si oppongono all'immigrazione incontrollata dal Terzo Mondo

                                          saranno considerati razzisti

                     e quelli che si oppongono all'integrazione europea

                                       saranno considerati xenofobi”.

  Elite, multiculturalismo e iper-immigrazione     

Le osservazioni del dissidente russo, del 2006, hanno oggi un sapore amaramente profetico, infatti i cittadini italiani ed europei contrari all’iper-immigrazione di massa sono bollati senza mezzi termini come razzisti e / o xenofobi, e finanche “cattivi cristiani” da parte del clero modernista e filo-europeista (espressione di una chiesa decisamente avversa alla vera Chiesa di Cristo: eretica). Quindi chi si schiera contro il “Piano Kalergi” e non abbraccia l’omologazione forzata e il genocidio programmato della cultura, dei valori e delle razze europee, è marchiato e ghettizzato dal regime: proprio come avvenne a Bukovsky, in Unione Sovietica. Alla luce di ciò è lecito parlare di europeismo “rosso” e di stretto rapporto tra ideologia, linguaggio propagandistico e cultura dell’iper-immigrazione. Oggi il multiculturalismo dilaga in Europa come in Russia! Indice che l'élite per mantenere il potere confiscato ai popoli, ha bisogno di non-popoli, greggi senza identità. La questione della commistione razziale, non è assolutamente un fatto nuovo, come qualcuno vorrebbe farci credere: non si tratta di “fenomeni incontrollabili o naturali”, né recenti, ma di strategie ampliamente denunciate in diverse sedi e oggi attuate meticolosamente, secondo un rigido copione. Anche chi, malgrado tutto, ancora non crede alla veridicità del “Piano Kalergi” dovrà ricredersi. Eppure, malgrado ciò, molti cittadini, praticamente rimasti in mutande, espropriati delle loro ricchezze materiali e mentali, e invasi nei loro spazi vitali, ancora conservano gelosamente sotto la giacca, con la mano sul cuore, il seme dell’ideologia: retaggio di fantasmi del passato che ogni tanto ritornano agghindati di buoni propositi. Come disse il saggio: la madre dei cretini è sempre incinta!

Sergio Basile (Copyright © 2017 Qui Europa)

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