Roma,Papa Francesco, Vangelo, Catanzaro, Giornata Mondiale di preghiera per la pace in Siria e nel mondo, Padre Piotr Anzulewicz, Siria, Damasco, Appello per la Pace, Cristianesimo come dono non come possesso, Egoismo, Sveglia, tempo dell'attesa, Strazio Mondiale, non possiamo essere indifferenti, Olocausto, Logica Mondana del potere e dell'efficienza, Preghiamo per la Pace, 7 Settembre, Preghiera e Digiuno per la Pace, Porre i poveri e gli ultimi al primo posto
Svegliamoci! – Accogliamo l'Invito del Papa
a pregare per la Pace in Siria e nel Mondo
Strazio Mondiale: il Cristiano non può far finta di nulla!
Il Tempo dell'Attesa e dell'Indifferenza è finito!
Altrimenti non potremmo dirci Cristiani!
di Padre Piotr Anzulewicz,
Fraternità Francescana "Sacro Cuore" – Catanzaro
Amore, Pace e Fede? – Dono, non possesso!
Catanzaro, Damasco, Roma – di Padre Piotr Anzulewicz – Nessun profeta è amato in Patria! O quasi! Ieri, lunedì della 22a settimana del tempo ordinario, la Sacra Scrittura riportata alcuni passi (1Ts 4,13-18; Sal 95; Lc 4,16-30) molto interessanti che aprono alla riflessione odierna. Come si spiega questo voltafaccia dei compaesani di Gesù, quando dicono, dopo il suo primo intervento: "Non è il figlio di Giuseppe?". Beh, da notare come in tal contesto, non lo dicono con un senso di disprezzo, come negli altri sinottici, ma per sottolineare che Gesù, questo nuovo, ammirevole "profeta", è un loro compaesano, quindi appartiene a loro. "Se Gesù ci appartiene – pensano – deve riservare a noi il primo posto nel suo ministero e fare per noi i miracoli!". Gesù invece, avvertendo questa loro tendenza possessiva, la denuncia. Di più! Richiede loro una grande apertura di cuore e li invita ad accettare che egli si dedichi al servizio di altra gente, che vada altrove a compiere i suoi miracoli. Contrastato, l'affetto possessivo si muta in odio violento (tanti drammi passionali si spiegano così: tanto più era forte l'affetto possessivo, tanto più violenta è la reazione contraria). Chi vuole essere davvero con Gesù, deve dunque aprirsi alla lezione di questo Vangelo: per essere con lui è necessario aprire il proprio cuore, non amare – neppure Gesù – in maniera possessiva, chiedendo solo per noi le sue grazie, favori e privilegi… Se vogliamo essere veramente con lui, lo dobbiamo accompagnare quando va verso altra gente e quindi accogliere le grandi intenzioni missionarie della Chiesa.
Anche questo si chiama egoismo!
La tentazione di addomesticare Cristo è di tutti ed è di sempre, ma Gesù non si lascia intrappolare: o si accoglie nel modo giusto o se ne va, ad annunciare un lieto messaggio di guarigione, di grazia, di liberazione di libertà, concreta e globale, ai poveri, ai peccatori pentiti, agli oppressi, e non solo a consolarli, ma a tirarli fuori dalla loro condizione. Il suo Vangelo si pone in una prospettiva di universalità (per tutti), a cominciare dagli ultimi e per essi in modo particolare, e annuncia la liberazione da ogni forma di schiavitù, fisica e morale, già “ora”, in questa vita, prima ancora che nella vita in pienezza, nella vita eterna. Soltanto così siamo veramente uniti al Cuore di Gesù, altrimenti il nostro è un certo egoismo spirituale, che, per quanto spirituale, rimane egoismo.
Sveglia! – E' Finito il Tempo dell'Attesa e dell'Indifferenza!
Ecco alcune provocazioni che potrebbero aiutarci ad applicare il testo alla nostra vita (specie in questo particolare momento di disagio e impressionante disordine "mondiale"). 1) Innanzitutto, merita attenzione l'«oggi» della proposta di Gesù. È finito il tempo dell'attesa: oggi la proposta interpella tutti; è oggi che c'è rivolta la parola di Dio, e oggi chiede una risposta. Ed è una proposta che è possibile accogliere e vivere, a una condizione: accettare di mettere in discussione un'idea di Dio (il Dio-per-noi) per aprirsi al volto di Dio testimoniato da Gesù (il Dio per tutti). Allora è in gioco un modo di intendere Dio, la sua salvezza, il modo di rapportarsi agli altri: oggi!
Gesù non è venuto solo per i Cristiani, ma per il Mondo!
2) La proposta di Gesù interpella, oggi, tutti coloro i quali leggono questa Parola. Essi devono rispondere riconoscendo, in modo fattivo, che in Gesù si rivela l'amore misericordioso di Dio verso la comunità cristiana e verso il mondo. Verso la comunità cristiana, quando essa annuncia il regno di Dio testimonia questo amore misericordioso che l'ha già raggiunta. Essa allora è chiamata a porre segni che attestino che davvero siamo nell'anno di grazia del Signore. Un anno di grazia che tutti interpella. Verso il mondo: come proclamare un giubileo e non porre al centro della comunità cristiana i poveri, gli ultimi, quanti non hanno alcun diritto? Com'è possibile attestare la gratuità dell'amore di Dio se la comunità cristiana si muove ancora nell'ottica del possesso e non nel dono?
Strazio Mondiale – Il Cristiano non può far finta di nulla!
Come interpellare il mondo se, come Chiesa, ci muoviamo nella logica mondana, non vedendo le lacrime dolorose del mondo e l'indifferenza ottusa e malvagia dei potenti, e non sentendo le urla silenziose (e non) di centinaia di migliaia di innocenti e lo straziò di genitori che stringono i corpi martoriati dei loro bambini? Vorremo davvero che tutto cessasse o che tutto finisse definitivamente in un "olocausto mondiale”?
I Poveri – i primi destinatari della "Buona Notizia" – dove li poniamo?
3) Quindi, vale la pena di rilevare che i destinatari della «lieta notizia» sono i poveri, gli ultimi, quelli che non contano nulla. Ci sarebbe da chiedersi se tanto nostro agire – personale e comunitario – non sia perdente in partenza, perché non fa propria la logica di Gesù ma si affida, invece, alla logica mondana del potere e dell'efficienza. Che ne abbiamo fatto dei poveri, in tutti i sensi? Quale «lieto annuncio» possiamo fare e quale volto di Dio possiamo proporre se gli «ultimi» restano tali? 4) Infine, occorre fidarsi della logica dell'accoglienza-rifiuto nella linea dell'universalità. Tutta la vita di Gesù è una proposta gratuita e come tale soggetta alla libertà dell'uomo. Ma per Gesù il rifiuto non è occasione di smentita, ma occasione per trovare altre strade e altri destinatari. Il suo Dio è il Dio di tutti, e non privilegio di qualche gruppo. Così dev'essere della vita del credente e delle comunità. Il rifiuto, l'ostilità, a volte la derisione dovrebbero confermare che la misericordia di Dio va ben oltre gli scherni umani. Forse è questa la prima conversione a cui il giubileo può invitarci: credere alla «debolezza» (per usare un eufemismo) dell'Amore Misericordioso di Dio che si è consegnato. Si è donato perché a tutti sia donato. Non è possesso di nessuno. Ma se questo amore non si visibilizza, seppure in segni provvisori, come celebrare la presenza, oggi, dell'amore misericordioso di Dio, che libera i poveri e gli oppressi?
Accogliamo l'appello del Papa per Pace in Siria e nel Mondo
Accogliamo allora la provocazione di Papa Francesco, lanciata Domenica 1° settembre all’Angelus, e organizziamo qualcosa per il 7 settembre in occasione della Giornata Mondiale di preghiera e digiuno per la pace in Siria e nel mondo. Forse potremmo dalle ore 19 alle ore 24 riunirci nelle nostre chiese, o nei saloni parrocchiali, e – mettendoci in collegamento in diretta con tv2000 o altre emittenti – attraverso lo schermo, da Piazza San Pietro, anche noi, comunitariamente, «invocare dal Signore questo grande dono per l’amata Nazione siriana e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo. L’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace». Ognuno di noi cerchi di perorare questa causa presso il proprio parroco e di chiamare a raccolta i fedeli (e non) presenti nelle nostre parrocchie di riferimento.
Padre Piotr Anzulewicz (Copyright © 2013 Qui Europa)