Italia – Tentacoli sulla Riserva Aurea per salvare una Euro-gabbia da Rottamare

Martedì, Luglio 24th/ 2012 

– di Sergio Basile – 

Italia / Eurozona / Crisi Ue / Economia / Debito pubblico / Alberto Quadrio Curzio / Il Giornale / Riserve auree / Prestito garantito / Tentacoli sull'oro italiano / Speculazioni / Furbizie / Recessione / Bilderberg Club / Goldman Sachs / Jim O'Neill / Economia della truffa / Euribor / Porta aperta alla speculazione / Barclays / Depositi Over-nigth  

Italia – Tentacoli sulla Riserva Aurea Nazionale

Vogliono mettere le mani sul nostro oro: la terza

riserva del mondo. Ecco come! 

Il potenziale distruttivo dell'Euro-gabbia e dell'Euribor

del quale nessuno parla, svelato per voi

La discutibile intervista dell'economista Quadrio Curzio al 

quotidiano "Il Giornale"

Roma, Bruxelles – La scorsa settimana tra le dissennate proposte del governo del professor Mario Monti, tendenti ad estinguere il debito nazionale in gran parte "fittizio ed illegale" maturato nell'Eurozona, vi era stata quella di svendere 20 miliardi l'anno di beni pubblici rientranti nel patrimonio immobiliare "storico" italiano. Proposta che a quanto pare sarà sguita alla lettere dal professore e dai suoi scellerati ed asserviti seguaci, che – in caso di vittoria elettorale, a partire dal 2013, e se Dio non ci assiste – si adopereranno senza sosta a "regalare" pezzi d'Italia per ripagare chi specula e dissangua le ricchezze delle famiglie e delle imprese italiane. Inoltre avevamo accennato anche ad un altra ipotesi di scempio: quella protesa a conivolgere nel presunto (quanto pazzesco) "piano di risanamento" la  nostra riserva aurea – la terza del mondo, ricordiamolo – per finanziare il dittatoriale MES o per qualche altra simile sconcezza.

  L'Italia e l'ombra lunga di Goldman Sachs  

Avevamo poi analizzato la posizione alquando ambigua del neo-liberista Mario Draghi: ex-uomo di punta per l'Europa di Goldman sachs. nonché tra i principali artefici di un piano di privatizzazione nazionale senza precedenti avviatosi segretamente nel 1992 sul piroscafo Britannia (vedi articoli correlati). Un Mario Draghi che da presidente della Bce, appena insediatosi – ricordiamolo pure – si rifiutò di intervenire in favore dell'Eurozona. Rifiutandosi cioè di acquistare i titoli del debito pubblico dei Paesi Piigs: Paesi dell'Eurozona fatti oggetto degli attacchi della speculazione internazionale e lasciati allo sbando dalla Commissione europea e dagli altri organi dell'Ue (Parlamento e Consiglio). Ciò mantenendo volutamente chiusi i rubinetti della BCE, malgrado l'art. 11 del SEBC (Sistema Europea delle Banche Centrali) prevedesse in casi urgenti interventi simili (vedi protocollo SMP ). Abbiamo poi analizzanto un'altra posizione curiosa, quello del "gran consigliere" Jim O'Neill,  presidente di Goldman Sachs Asset Management, che in tempi non sospetti dettava consigli utili per uscire dalla crisi, trovandosi curiosamente in perfetta sintonia con altri 3 ex-colleghi di Goldman Sachs: Mario Draghi ed i professori Mario MontiRomano Prodi.

  L'ipotesi "Riserve Auree"  

Comune denominatore di quella che potremmo ribattezzare con un pizzico di "ironia" (consentitecelo) la "Strategia Goldman", è l'utilizzo del (deleterio) Meccanismo Europeo di Stabilità (o MES): arma altamente dittatoriale (direi neo-coloniale) spacciata come democratico strumento per la crescita.  Ma come finanziare il MES? Mediante, "magari", l'utilizzo delle riserve auree del Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC): vista la cronica scarsità di liquidi che afflige gli stati, dovuta alla recessione ed alla speculazione da interessi bancari da pagare sulle obbligazioni sottoscritte. Pertanto avevamo avanzato l'insana ed azzardata, quanto probabilissima ipotesi – balenata nelle menti illuminate della casta – di ricorrere all'ulilizzo delle riserve auree degli stati dell'Eurozona in crisi. Tra di essi, ovviamente, quelle dell'Italia: Paese che – come detto – detiene ad oggi la terza riserva aurea del mondo. Ed  ecco come per magia il materializzarsi delle nostre previsioni, stamane, in una intervista pubblicata dal quotidiano "Il Giornale". Protagonista l'economista Alberto Quadrio Curzioprofessore emerito di Economia politica all'Università Cattolica di Milano, nonché grande amicone e consigliere indovinate di chi? Del professor Prodi.

  Paradossale Quadrio Curzio: "Per la crescita  si impegni l'Oro" 

L'intervista Alberto Quadrio Curzio è a dir poco scioccante, a tratti imbarazzante. Almeno a nostro modesto avviso. E vi spieghiamo il perchè! Secondo lo stimatissimo economista, infatti, per la crescita – a quanto pare – non occorre sbaragliare la speculazione e tagliare le unghie alla finanza con la de-finanziarizzazione dell'economia. Nell'intervista e nelle parole di Quadrio Curzio non si fa cenno né al ruolo anti-speculativo degli acquisti di bond da parte della Bce, né di una "provvidenziale" riforma o cancellazione dell'Art. 123 del Trattato di Lisbona. Ma bensì la soluzione proposta dal luminare è il ricorso ad un "prestito garantito in oro". Cioè, la strada indicata dal fantasioso economista passa dal compromettere (a garanzia) le nostre preziosissime riserve auree nazionali. Così facendo – secondo Quadrio Curzio – il governo potrebbe evitare di innalzare il cuneo fiscale. Come a dire: per guarire un malato da una forma gravissima di varicella (provocata tra l'altro da un contagio evitabilissimo ed indotto) il medico anzichè somministrare medicine che curino la malattia alla radice, decida di correre il pericolo di tagliare una mano al paziente, per evitare – in alternativa – di tagliargli una gamba. Soluzione alquanto paradossale e fuori dalle righe.

    Lo spread e le inconciliabili "Teorie del Nulla"  

Il concetto che vorrebbero far passare come la "panacea ai mali (indotti) della Nazione", dunque, passerebbe per il ricorso ad un "prestito con garanzia in oro per rilanciare la crescita attraverso un abbattimento del cuneo fiscale contributivo e investimenti in infrastrutture". Per l'economista la fiscalità orientata al risanamento può crescere, dunque, con un prestito garantito da oro. Ma la domanda è: se la recessione (indotta dall'Euro-sistema e dal sistema Target 2) non frena la sua folle corsa, che ne sarà delle riserve auree italiane? Perchè fidarsi di queste previsioni? Perchè giocare con il fuoco, continuare a fidarsi e ad avallarle tutto ciò, quando oggi lo stesso governo Monti propone addirittura di uscire dalla crisi del debito (debito artifizioso ed indotto) svendendo 20 miliardi l'anno di patrominio pubblico nazionale? evidentemente qualcosa o qualcuno è letteralmente impazzito! Ma il professor Quadrio Curzio è capace addirittura di  superarsi, sostenendo poi che "le recenti dichiarazioni di Mario Draghi (BCE) sull'irreversibilità dell'euro e sul fatto che la Bce interverrà in modo non convenzionale dovrebbero alleggerire le pressioni sugli spread. Peccato che proprio ieri il professor Mario Monti – in merito avesse contraddetto tale teoria, sostenendo che lo spread ed i giudizi del rating piovuti nelle ultime ore come una pioggia acida sull'Italia, fossero ingenerose ed assurde, quanto inaspettate. Allora cari professori "illuminati" perchè non fate pace con voi stessi e vi decidete? Il rating e lo spread sono strumenti inaffidabili di destabilizzazione economica oppure, al contrario, misuratori affidabili, "nervosi" e "pensanti" da acquietare con sacrifici e dichiarazioni accomodanti?  

  Per la vera crescita "De-finanziarizziamo l'economia reale"! 

La sensazione, o meglio la certezza, è che siamo allo sbando, e che i "mercati", il "rating" e lo "spread" abbiano definitivamente fatto il loro corso e fallito completamente la loro "missione": sporca o confusa che sia! Bisogna definitivamente de-legittimare le "agenzie della discordia" (Standard & Poor's, Fitch ratings e Moody's) e tornare a parlare di economia reale, mandando a casa – ed alla svelta – quanti ancora vorrebbero farci credere che le imprese e le famiglie (come le stesse banche, di Basilea 2) dovrebbero sottostare alla pazzia ed all'aleatorietà di questi perversi strumenti di caos e destabilizzazione economica e sociale.

  I sintomi di una "follia europeista acuta"  

Dunque molti sono ancora i sintomi acuti (vedi articoli correlati) di una euro-follia dilagante che getta le sue basi in un europeismo cieco e bieco: primato dei privati nel controllo del sistema bancario europeo; rifinanziamento pubblico obbligato – per gli stati dell'Eurozona – presso le banche privare; immobilismo della BCE; finanziarizzazione dell'economia e uso spropositato di derivati e ricorso anti-economico e speculativo ai depositi over-nigth; subalternanza della sovranità statale al giudizio delle società private del rating ed alle lobby; Strenua difesa dell'euro, a discapito del Welfare e della sacralità della dignità umana; utilizzo ad oltranza dello scellerato ed arbitrario Sistema (di pagamenti interbancari) Target 2 e del Tasso "Euribor": quest'ultimo tornato prepotentemente sotto-accusa negli ultimi giorni. Vediamo cos'è!

  Definizione di "Euribor"  

 

L'Euribor è un “marchio registrato” di esclusiva proprietà dell’associazione privata delle banche europee (Euribor-EBF); per definizione esso è il "tasso d’interesse a cui i depositi a termine interbancari sull’Euro vengono offerti da una primaria banca a un’altra primaria banca della zona dell’Unione monetaria europea (UEM) alle 11.00 ora di Bruxelles”. Ma in effetti, i tassi d'interesse forniti dalle singole banche sono “autocertificati”: ciò equivale a dire  che gli istituti di credito hanno piena discrezionalità nel dimostrare che possono effettivamente contrattare prestiti ai tassi comunicati. Questo è pertanto un sistema piuttosto "anarchico" e "discrezionale" (arbitrario) incentrato sull'assenza di controlli e su meri criteri opportunistici. Ne è esempio lo scandalo del caso "Libor", tasso: manipolato dalla banca Barclays e forse da altre. L’Euribor (tasso interbancario offerto in euro) come molti ignorano è stato introdotto con la nascita dell'euro nel 1999, tramite il concorso delle banche europee di maggior spessore,  unitesi nel determinare un tasso di interesse base che potesse tornare utile alle transazioni finanziarie che interessano le moneta unica.  Il fine perseguito è stato, almeno in teoria, quello di modulare sullo stesso livello i tassi di interesse, con lo scopo di avere un unico punto di riferimento per le operazioni finanziarie interbancarie per – udite udite –  evitare speculazioni. Ma solo in teoria per l'appunto!

   "Tasso Euribor": un'ulteriore portone aperto alla speculazione  

Alla fine, invece, i professori dell'euro hanno finito per confezionare un sistema gabbia che (all'interno del già illustrato disastroso "Sistema Target 2" – vedi articoli correlati) ha ingenerato di fatto profonde disparità di trattamento tra i vari Paesi dell'Eurozona, ed addirittura – in molti casi – tra le stesse banche di un medesimo Paese membro. Chi vigila sull'Euribor? Praticamente nessuno! E' una giungla selvaggia ed anarchica nella quale i più furbi prevalgono:  ed in particolare le banche meno solide o più spregiudicate, che hanno la meglio su quelle più virtuose e corrette, che vengono fortemente penalizzate dalle prime. Questo evidentemente accade per un vizio intrinseco all' "Euro-gabbia" legato al fatto che i paesi e le stesse banche presentano situazioni economiche molto diverse tra loro, e quindi non sono suscettibili di confronto ad un tasso uniforme. Quindi è logico – lo capirebbe anche un bambino: ma non evidentemente i nostri illuminati professoroni –  che per sormontare gli evidenti  ostacoli e limiti dell’Euribor, andrebbe creato uno strumento più flessibile che tenga conto della diversità dei vari istituti di credito e delle loro situazioni patrimoniali, premiando esclusivamente quelle che hanno dimostrato nel tempo una maggiore onestà ed una gestione economica più oculata: magari accordando loro  accessi al credito BCE, più facilitati. 

   I paradossi del "Tasso Euribor"  

Il "Tasso Eurobor" – usando un eufemismo – può essere considerato alla luce di quanto esposto alla stregua di una amara ciliegina posta su una altrettanto indigesta torta  preconfezionata ad arte dai "distratti" pasticceri europeisti: Romano Prodi e i suoi fidati "consiglieri" in primis. Pur se poco conosciuto (o addirittura occultato) esso è un qualcosa che tutti dovrebbero conoscere, soprattutto quando ci si appresta a sottoscrivere un mutuo da migliaia di euro. Spesso, infatti, chi ha il mutuo indicizzato all’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) non sa che si tratta né – come detto – di un “marchio registrato” privato; né come esso viene calcolato e che effetti comporta.  Lacuna informativa gravissima, soprattutto perchè da esso spesso e volentieri possono dipendere sensibili variazioni di rate da un mese all’altro. Pertanto, una volta appresi questi elementi, forse adesso sapremo controbbattere meglio alle forzate posizioni europeiste – oggi difese a spada tratta da una parte esigua di Italiani e ma molti media e luminari universitari – sull'Euro-gabbia ed i i suoi accidenti. O meglio suoi suoi  "eccezionali meccanismi" economico-finanziari da poker. Meditiamo gente!

Sergio Basile  (Copyright © 2012 Qui Europa)

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