Paradosso Monti: La crisi è finita! Dalla Cina con stupore

Martedì, Aprile 3rd / 2012

– di Sergio Basile –

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Dalla Cina con stupore! Monti: “La crisi è finita!”    

Il Prof. “regala l’Italia ai Cinesi” ignora

l’Apocalisse italiana

Privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge:

continua la svendita dei gioielli di famiglia all'estero

Addio anche a De Tomaso, Ferretti e Gancia

Roma, PechinoConclusosi il tour asiatico del Prof. Monti è tempo di bilanci, ma a pesar le parole del “salvatore tecnico” della Patria assieme alle sue azioni, c’è qualcosa che no torna, qualcosa – lo capiranno anche gli Italiani più acerbi e indifferenti alla politica – di estremamente contraddittorio e grave che ci lascia sempre più perplessi, malgrado l’assurdo velo di fiducia e normalità calato da alcuni colossi mediatici nazionali. Qualcosa che oscilla tra il sadico e l’irrispettoso. Infatti il nostro caro professore, partito per la Terra del Dragone – forse sarebbe stato meglio a Lourdes – in cerca di “acquirenti” o “generosi investitori” che come per miracolo “potessero risollevare le sorti economiche di noi Italiani”, ha dipinto un quadretto del Bel Paese ispirato forse a Picasso: strano, fantasioso, irreale, alquanto illogico! “La crisi è finita!”:  ha dichiarato compiaciuto ai leader asiatici presenti.

  Non è un film  

Allora, come in un film dal finale incerto, noi “divertiti” spettatori italiani avremmo sperato che il protagonista della storia (suo malgrado, e per gentile concessione del neo-regista Giorgio Napolitano) il freddo Prof. Monti-San, d’improvviso si fosse destato dal sogno – abile montatura di un fantasioso direttore artistico – permettendo ai telespettatori di riprendere fiato, ed avesse magari dichiarato tutto il contrario di quanto detto. Cioè che in Italia (fino a qualche tempo fa, la settima economia del mondo ed una delle mete turistiche più ambite) la recessione sta distruggendo, ora dopo ora, l’economia del Paese in una spirale irreversibile; che la disoccupazione sta uccidendo più che la peste nella Milano manzoniana dei monatti, e che gli imprenditori – con grande equilibrio, da Nord sa Sud – si stanno suicidando a dozzine. Cose cioè finora assolutamente impossibili, impensabili fino alla dichiarazione di guerra dei mercati, dello spread e delle agenzie di rating. Ma per il nostro carissimo e beneamato professore (come si è autodefinito di fronte ai colleghi asiatici, dicendo che “oltre ad avere una solida maggioranza politica al suo fianco” gode anche di un “larghissimo consenso pubblico”) tutto procede a gonfie vele: “L’Italia è in ottime mani! Non c’è da preoccuparsi! L’Italia ha imboccato un terreno solido!” Solo per citare alcune delle sue esternazioni  “marziane”. Ma solido per chi? Non ci è dato di saperlo, e non ci è dato di capirlo.

  Liberalizzazioni selvagge e colpe della classe politica italiana   

E’ il solito politichese di chi vive in un altro mondo, e che purtroppo gode della “stima” di leader politici scoppiati – usando un’espressione cara a Matteo Renzi – “da rottamare”, aggiungiamo – non ce ne voglia Renzi – “da rottamare in massa”. Politici capaci solo di compiacere il loro tecnocrate di turno, chiamato ad ottemperare ad una “fulminea missione tecnica” (o strategica) che – purtroppo – sta assumendo i contorni sempre più chiari della disfatta. E Monti, malgrado una innaturale ostentazione di tranquillità e normalità, lo sa bene. Ma fino a quando potrà continuare questo gioco al massacro? Quali attori politici “credibili” oggi potranno rispondere a quello che quotidianamente la maggioranza degli Italiani onesti si chiede nei mercati, alla fermata dell’autobus,  sui treni e nelle lunghissime code dinnanzi agli uffici di collocamento? Pare davvero nessuno! “La giustizia – come si suol dire –  è dell’altro Mondo”! E questo per ora è ciò che ci conforta.

  La vera risposta alla crisi  

Forse, tuttavia, l’unica vera “risposta” a tali interrogativi restano i giovani: i disinteressati e puliti giovani, capaci di guardare al futuro con gli occhi consapevoli di chi non crede più al teatrino della politica e crede ancora meno ai trucchi di un libero mercato che oggi ci tradisce con lo spread e col debito,  e domani ci “regala” ai cinesi (che per ora possiedono già il 13% del nostro debito). Mercatismo senza regole e confini che tra poco – magari – regalerà ai nuovi voraci padroni asiatici uno dei nostri gioielli di famiglia più preziosi l’Eni (primo competitor dei colossi energetici cinesi in Africa, nonché uno dei pochi “gioielli di lusso” non ancora svenduti all’estero dall’insana logica neo-liberista) dopo aver perso – di recente – altre tre perle italiane come la casa automobilistica De Tomaso, il Gruppo Ferretti e la casa vinicola Gancia. Ciò fino a quando, magari, non saremo costretti ad alienare anche il 100% della nostra dignità italica. Svegliamoci Ora! Per l’Amor del Cielo!

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

 

 

 

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One Response to Paradosso Monti: La crisi è finita! Dalla Cina con stupore

  1. tablette graphique 24 Maggio 2012 at 15:57

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