Libano, una storia sconosciuta – La rivincita del “Generale” cristiano Aoun, nuovo Presidente

Venerdì, 4 Novembre/ 2016   

di Vittorio Gigliotti

 Redazione Quieuropa, Vittorio Gigliotti, Cantiere Laboratorio, Osservatorio Comunità Cristiane in Medioriente, Michel Aoun, Beirut, Presidente del Libano 

Libano – La rivincita del "Generale" cristiano

Michel Aoun, nuovo Presidente

Il Piano del "Grande Israele" per la "Terra dei Cedri"

e la resistenza del popolo libanese: una storia poco

raccontata

 

di Vittorio Gigliotti

Presidente di Cantiere Laboratorio

Osservatorio sulle Comunità Cristiane in Medio Oriente

Libano, Aoun Presidente - La rivincita del "generale" cristiano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto sopra, in basso a sinistra: bunker del Palazzo del Governo a Baabda di Beirut, 12 agosto 1990: Vittorio Gigliotti con il Generale Cristiano Maronita Michel Aoun, nuovo Presidente del Libano

 Michel Aoun, Presidente cristiano del Libano  

Beirut – di Vittorio Gigliotti – Cattive notizie per Israele? Beh, forse si! Infatti una vecchia conoscenza di Tel Aviv, il generale Michel Aoun, è stato eletto presidente del Libano. Ciò è avvenuto lo scorso 31 ottobre, dopo due anni e mezzo di vuoto istituzionale al vertice del Paese. Aoun è un ex generale cristiano-maronita che dagli Anni Settanta fu co-protagonista della travagliata storia di quel lembo di Medioriente di biblica memoria. L’elezione, frutto del Patto del 1943 – secondo il quale il ruolo di Presidente della Repubblica deve essere affidato ad un cristiano maronita – è il risultato di un accordo tra forze politiche e religiose avverse, ma soprattutto con il rappresentante dell'onnipresente "sponsor-guardiano" saudita, il sunnita Saad Hariri: a sua volta nominato Primo Ministro. Al fine di comprendere meglio l'attuale assetto mediorientale e dello stesso Libano, è opportuno ripercorrere, anche se in modo sintetico, la vita del nuovo Presidente e gli avvenimenti che dal 1988 ai nostri giorni si sono succeduti, in un incalzante susseguirsi di colpi di scena internazionali ed intrecci di potere.

 La terra dei cedri nei piani del "Grande Israele" 

Michel Aoun, 80 anni, ritorna al potere, da Presidente della Repubblica, dopo che il 22 settembre 1988 il Presidente Amin Gemayel, alla fine del suo mandato, in una situazione d’emergenza, con i decreti ministeriali nr. 5387 e 5388, aveva nominato l'allora generale capo dell’esercito, Primo Ministro e capo di un governo retto da un consiglio militare costituito da cristiani, drusi e musulmani. Fu il tempo, quello che inizierà a scandire i suoi giorni dal lontano 1975, di una guerra iniziata da forze straniere sul territorio dei cedri, al fine di stabilire un "Nuovo Ordine"; tempo di una guerra lunga guerra che alla fine causerà oltre 150mila morti e decine di migliaia di feriti. Il progetto della “Grande Siria” e soprattutto del “Grande Israele” evidentemente cozzava con la determinazione del generale Aoun che sognava ivece un 

                      Libano unito ed indipendente

Alla sua nomina, la Siria, di fatto padrona in Libano, rispose imponendo agli ufficiali musulmani e drusi di non prendere parte alle riunioni direttive e di isolare il nuovo e legittimo capo del governo. Il Generale, per contro, rispose decretando la “guerra di liberazioneda tutte le forze straniere, siriane ed israeliane, sul territorio libaneseL’accordo farsa, stipulato dai nemici del Libano a “Taif”, in Arabia Saudita, sancì di fatto l’occupazione di Damasco, stabilendo solo il ritiro delle forze israeliane dal sud del Paese ma non di quelle siriane. Il 5 novembre 1989, i deputati, ormai non più rappresentativi del popolo libanese, essendo stati eletti per l’ultima volta nel 1972, vennero condotti nella caserma di Kleiat, utilizzata dalle truppe siriane. Nell'occasione fu eletto Presidente della Repubblica del Libano il filosiriano, Renèe Moawad, che tuttavia, 17 giorni dopo, venne assassinato presso la sede dei servizi segreti siriani. Alla stessa ora falliva un attentato contro Aoun.

 Pronti a morire per il loro capo                          

L’elezione di Elias Hrawi in un edificio controllato dai servizi segreti siriani, nella Bekaa, sdoganò l’uso di metodi cruenti per cacciare Michel Aoun dalla sua legittima sede del palazzo governativo di Beirut. Il giorno successivo alla minaccia centinaia di migliaia di cittadini libanesi si recarono presso il palazzo presidenziale, presidiandolo e facendo da scudo umano al generale Aoun e contro un’eventuale azione militare siriana. Questo presidio popolare continuò per mesi. La notte di Natale del 1989 circa 700mila libanesi assieparono il palazzo presidenziale, fin sui fianchi della collina sulla quale sorge Baabda, pronti a morire per il loro CapoIniziò una strenua difesa da parte delle forze leali al generale di quelle zone del Libano (ancora libere) e del limitato enclave cristiano di Beirut Est. L’assedio fu serrato, i bombardamenti continui; il blocco economico sulla popolazione cristiana (embargo) fu una delle armi sfoderate dallo straniero per fiaccare la resistenza di chi anelava alla sovranità e all’indipendenza del Libano. Il tutto – come sempre – nell’assoluta indifferenza delle nazioni occidentali. In questo contesto venne costituito in Italia il “Comitato di Solidarietà con il Popolo Libanese” che predispose e curò l’invio di tre container di viveri, medicinali, protesi e carrozzine per invalidi verso la martoriata biblica terra dei cedri. Circa 40 volontari, italiani e spagnoli partirono alla volta del Libano e per tutto il mese di agosto del 1990 si occuparono della distribuzione dei generi di soccorso.

 Quando si ha con se il popolo è un onore servirlo 

Il 12 agosto 1990, alle 21.00, dopo aver attraversato Junieth, cittadina controllata dalle Forze Libanesi di Samir Geagea armate sul libro paga israeliano, e ostili ad Aoun – e superati i vari posti di blocco stradali, un gruppo di volontari (tra cui il sottoscritto) raggiunse Baabda. Perquisiti più volte da un nuvolo di militari, entrammo nella Sede governativa bombardata. Ad attenderci, nel bunker, proprio il Generale Michel Aoun, pronto a rispondere alle nostre domande. Egli nell'occasione ci ringraziò con un sentito elogio. Egli ci fu grati per aver intrapreso quella coraggiosa missione di soccorso, in uno dei luoghi più pericolosi e "caldi" del pianeta; lì accanto a lui e al suo popolo in circostanze non facili, per offrire un provvidenziale e spontaneo sostegno. Allora il ritratto che emerse fu quello di un uomo tutto d’un pezzo, amato e stimato dal popolo. Dalle sue parole emerse con chiarezza quanto, sia il generale che i suoi fedelissimi, fossero avversi agli intrighi politici ed ai giochi di potere internazionali perpetrati sulla pelle dei libanesi. Queste le parole pronunciate da Aoun:

                   “Io chiedo libere elezioni 

              non cerco il potere con la forza,

 quando si ha con se il popolo è un onore servirlo

     quando non lo si ha è preferibile dimettersi”. 

                               Michel Aoun

  Usa, Israele e la fine del Libano Indipendente     

Intanto, il 2 agosto del 1990, Saddam Hussein "invase" il Kuwait occupato: gli Stati Uniti in risposta si mossero alla ricerca di alleati in Medio Oriente e pensarono bene di sollevare la Siria dall’isolamento imposto (e dal titolo di “Stato Canaglia”). Il governo siriano, dunque, da pericoloso fomentatore di terrore fu trasformato in valido e beneamato “alleato”. Fu la fine del Libano, del sogno di indipendenza e sovranità nazionale rappresentato dal “generale cristiano” e dal Popolo libanese nelle sue varie componenti etniche e religiose. Infatti il 13 ottobre 1990, alle 19.30 ore locali, violando ogni legge internazionale, l’aviazione siriana, con il permesso di Israele, attaccò e bombardò Baabda di Beirut causando oltre mille morti. Per evitare ulteriori ed inutili spargimenti di sangue, Aoun venne accolto nell’Ambasciata Francese e diede l’ordine ai suoi uomini di non opporre resistenza e di mettersi agli ordini di Hrawi. Ma non mancarono i morti (centinaia) e le vendette sulla popolazione civile.

 Aoun e il futuro del "Paese dei Cedri"                   

Il Libano era stato “venduto” dagli americani alla Siria in cambio dell’appogio di questa nella guerra contro Saddam HusseinIl Generale Aoun venne trasferito a Parigi da dove, nei 15 anni di esilio, continuò la sua azione politica in favore del Libano; in Italia il nostro impegno culturale e "contro-informativo" continuò: informazione e denuncia le parole d'ordine! Denuncia per la sorte dei cristiani libanesi e per la sirianizzazione ed islamizzazione del Paese. Nacque in quegli anni il “Comitato per la Libertà e l’Indipendenza del Libano”.  Nel 2005, Aoun ritornò in Libano in uno scenario completamente cambiato, ma la simpatia e la fiducia del popolo libanese (specie cristiano) nei suoi confronti, non è mai mutato. Egli diede vita al “Movimento Patriottico Libero”: fu una scelta di campo che portò all'alleanza con gli sciiti Hezbollah libanesi. Nel frattempo egli, rimasto l'unico a difendere i cristiani, allacciò rapporti di amicizia e alleanza con la nuova Siria di Bashar Al Assad e con l’IranFu proprio l’asse sciita Hezbollah–Siria–Iran a sostenerlo maggiormente verso il raggiungimento della carica presidenziale. Dopo Bashir Gemayel, Aoun è certamente la figura cristiana oggi più rappresentativa del Libano. A lui guardano con fiducia la comunità Cristiano Maronita e tutto il popolo del “Paese dei Cedri”, quale simbolo e modello, dal 1943 al 1975, di convivenza civile (e religiosa) non solo per l’Oriente ma anche per l’Occidente. Di fronte alla drammatica situazione libanese, il nuovo Presidente di certo farà valere la sua esperienza e determinazione, mettendo la sua ormai non più giovane vita al servizio della “Patria Libanese”.

Vittorio Gigliotti (Copyright © 2016 Qui Europa)

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Libano: Michel Aoun eletto presidente

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