La Via per essere pienamente umani e la Dimensione Verticale

Sabato,  Novembre 2nd/ 2013

 di Padre Piotr Anzulewicz  

Italia, Festa di Ognissanti, Commemorazione dei defunti, Controcultura, Senso della Morte, Il Nobile significato della Morte, Impariamo dai Santi, Culturta Mondialista, Padre Piotr, Convento Sacro Cuore, Circolo Culturale San Francesco 

La Via per essere pienamente umani e la

Dimensione Verticale

La Strada delle Beatitudini: stupidaggine per il mondo  

In questa Italia – ed in quest'Europa – del non-senso, afflitta

e distrutta dall'usurocrazia, dalla corruzione sistematica,

dalle menzogne e dall'ideologia dell'Anti-Cristo abbiamo,

il dovere di dire la verità senza paura alcuna di nulla… 

ma nel contempo di trasmettere il senso e il valore

altissimo della Vita Vera… Oltre la Morte

►Video in allegato: Natuzza Evolo

 

di Padre Piotr Anzulewicz

Festa dei Santi, Festa dei Defunti

 Due giorni che ci ricordano chi siamo e dove andiamo                                 

Catanzaro –  di Padre Piotr Anzulewicz, Convento Sacro Cuore, Circolo Culturale San Francesco – Oggi, Sabato 2 Novembre ricorre la commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti; li soccorriamo con l’elemosina, la carità, il suffragio ma soprattutto partecipando alla Santa Messa e accostandoci ai Sacramenti (Confessione e Comunione). Ogni sera, alle ore 20.30, durante l’ottavario dedicato ai defunti, nelle nostre case accendiamo – riscoprendo un'antica tradizione – un cero che ci suggerisce il ricordo dei nostri cari che, nella fede, ci attendono oltre il passaggio chiamato morte. Ricordare e pregare per i nostri cari – e per tutti i defunti – è atto di misericordia che ci fa partecipi della loro vita e ci consente di aiutarli a raggiungere la pace con Dio e con tutta l'umanità, passata e presente. Ieri, Venerdì 1° Novembre abbiamo invece celebrato la solennità di Tutti i Santi – "uomini normali capaci di vivere nella gioia della Fede e col sorriso malgrado le tribolazioni" (come li ha definiti il Papa) – che continuano ad esercitare il compito dell’intercessione.  Al termine della Santa Messa – preceduta dall'adorazione Eucaristica – nella giornata di ieri abbiamo pensato, tra l'alro, ad un piccolo segno per aiutare i fedeli a vivere meglio questo ricordo: l'estrazione a sorte di un'immaginetta del santo che ci accompagnerà tutto l’anno. Ricordiamo, inoltre, che fino ad oggi sarà possibile ricevere l’indulgenza plenaria visitando una chiesa e recitando un Padre nostro e il Credo. Occorrono le consuete condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Papa. Queste tre condizioni possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti il 2 Novembre. Inoltre, nei giorni dall’1 all’8 novembre, chi visita il cimitero e prega per i defunti può ricevere una volta al giorno l’indulgenza plenaria, applicabile ai defunti, alle condizioni di cui sopra.

 La Festa della nostra Chiamata                                                                              

celebriamo in queste giornate particolari, la festa di coloro che hanno scoperto il proprio destino, lo hanno realizzato e lo hanno raggiunto. Nella speranza che anche tutti i nostri defunti – come i Santi – abbiano potuto godere di questa grazia. Dunque celebriamo anche la festa della nostra chiamata, del nostro destino e della nostra meta. Abbiamo celebrato e celebriamo la festa di ogni essere umano che nello spazio dell’amore, del bene e del bello, costantemente superando il proprio «io», ritrova se stesso e diventa sempre più se stesso, e soltanto in questo spazio matura e raggiunge “la radice di se stesso” e la sua pienezza: Gesù, Amore incarnato di Dio, Rivelazione dell’Amore fontale, di Dio che è in se stesso amore. Festeggiamo dunque, anche in questo giorno di festa per i nostri defunti, la gioia di vivere così, e i santi che ce l’hanno testimoniata…”

Festa dei Santi, Festa dei Defunti

 Beati e Santi Subito!                                                                                                   

Beati e santi subito! (Ap 7,2-4.9-14   Sal 23   1Gv 3,1-3   Mt 5,1-12) – La liturgia della solennità di Ognissanti ci ha invitato ad assaporare la gioia degli uomini e donne veramente autentici, pienamente realizzati, ufficialmente riconosciuti, come Francesco d’Assisi († 1226) – uno dei santi più amati dalla gente, canonizzato rapidamente, appena due anni dopo la sua morte, il 16 luglio 1228, da Papa Gregorio IX – e Angela da Foligno († 1309) – mistica francescana, proclamata santa dopo secoli di dibattiti, il 9 ottobre scorso, da Papa Francesco – o in procinto di essere riconosciuti, come Giovanni Paolo II – il 27 aprile prossimo, nella seconda domenica di Pasqua, festa della Divina Misericordia, da Papa Bergoglio; la gioia degli uomini e donne senza volti e nomi, di ogni epoca e nazione; la gioia di una folla senza numero. Verso questa folla, infinito raggio di luce divina, siamo esortati a levare lo sguardo e vivere anche noi la vita da protagonisti, come astri nel firmamento della propria famiglia e della collettività religiosa e civile.

 La Dimensione Orizzontale e quella Verticale                                                 

Per questo abbiamo sentito risuonare nelle chiese l'annuncio delle Beatitudini – un annuncio-provocazione alla nostra fede: la "Magna Carta" del Vangelo di Matteo, il perché dell'essere discepoli di Cristo, l’identikit dei santi (Mt 5,1-12). È un testo rivelativo, perché apre uno squarcio nei cieli e ci fa incontrare lo sguardo di Dio. Esso ci dice che chi vive le Beatitudini, impara a vedere il mondo come Dio lo vede, non solo nella sua dimensione orizzontale, ma anche in quella verticale, interiore e profonda. Di conseguenza attua quella metamorfosi delle relazioni che in Cristo Risorto è stata già attuata. Si rende consapevole di appartenere al destino di essere costruttore di pace: non solo non offende il prossimo, ma si rimbocca le maniche e lavora per costruire la riconciliazione. Queste giornate, dunque, ci ricordano di essere amanti della povertà di spirito, facendo passare nelle nostre vite la stessa misericordia, mitezza e tenerezza del Padre; Ci esortano ad essere pronti al perdono, perché è l'amore che salva il mondo, e non la guerra; ci ammonisce a non essere portatori di ira, di invidia e di gelosia, ma di essere amanti della giustizia – e nel contempo della verità – anche quando tutto ciò che ci sta attorno è una tentazione continua a farci vivere da ladri. E la società di oggi, in tal senso, è un modello "esemplare"… 

Holyween meglio di Halloween

 La Strada delle Beatitudini – Stupidaggine per il "Mondo"                          

Chi – per grazia di Dio – guarda e vive così, è santo, e Dio lo riconosce come tale. Chi non impara a guardare così, resta prigioniero dei fatti, fermo sulla povertà e sulla persecuzione, e continua a considerare la mitezza stupidaggine. Non ci dicono forse: "Non farti mettere i piedi in testa!" ? Chi assume lo sguardo di Dio sul mondo e sulle cose, impara che tutto ci parla di Dio e lo rivela, persino la sofferenza, il rifiuto, la negazione, lo stesso silenzio di Dio.  Rallegriamoci oggi se siamo sulla strada delle Beatitudini: afflitti, poveri, umili, naufraghi, desaparecidos, martiri, quelli che da sempre subiscono le angherie di chi vuole incatenarci – con le guerre o con il debito – quelli che con la non-violenza e la mitezza lottano contro le violenze, i regimi e le oppressioni, quelli che inneggiano alla giustizia. Un giorno anche noi saremo osannati, ricordati e seguiti, perché pienamente umanizzati e divinizzati dall’amore. Se non fosse così, si osannerebbero Caino, Hitler, Stalin…

 Lui solo ci fa pienamente umani                                                                         

Ecco ciò che vi vorrei comunicare, in questi primi giorni di Novembre, mentre celebriamo la solennità di Tutti i Santi e  la commemorazione di chi ci precede della vita nuova: la santità desiderata così, perseguita e realizzata con lacrime e sangue in questa vita, non vanta meriti, non accampa né privilegi né diritti di prelazione, e neppure attende alcun riconoscimento ufficiale. È santo chi lascia che in lui agisca Gesù, il Santo dei santi. Lui solo ci fa pienamente umani, sulle orme dei nostri santi e beati, riconosciuti o non. Lasciamoci allora amare da Lui, e smettiamo di essere riottosi e addirittura ribelli contro noi stessi in primis. La nostra vita, il nostro corpo, tutto di noi, è preparato per essere tempio santo per la Sua santità. Cosa ci manca ancora? Abbiamo già la sua Parola, il suo Corpo e Sangue, la sua comunità… E la sua grazia, il suo amore, la sua presenza divina ci accompagnano sempre… Ci accompagna, ci segue e ci precede lui stesso, il Santo dei santi, «il Beato per eccellenza. È Lui, infatti, il vero povero in spirito, l'afflitto, il mite, l'affamato e l'assetato di giustizia, il misericordioso, il puro di cuore, l'operatore di pace; è Lui il perseguitato a causa della giustizia. Le Beatitudini ci mostrano la sua fisionomia spirituale: esprimono il suo mistero di morte e di risurrezione, di passione e di gioia della risurrezione» (Benedetto XVI).

 L'"Osare" che non è presuntuoso                                                                        

In questa Italia – ed in quest'Europa – del non-senso, afflitta e distrutta dall'usurocrazia, dalla corruzione sistematica, dalle menzogne e dall'ideologia dell'Anti-Cristo abbiamo, dunque, il coraggio di dire la verità senza paura alcuna di nulla… ma nel contempo di trasmettere il senso e il valore altissimo della Vita vera… nonché il senso ed il valore di osare la pace, il perdono, la misericordia, la povertà di spirito. C’è un «osare» nella nostra vita che non è presuntuoso, ma filiale. E affrettiamoci… I santi sono coloro che hanno vissuto oggi il Vangelo delle Beatitudini – ricevendo cento volte tanto nella loro vita e dopo la morte – che non hanno rimandato a domani la loro sequela di Gesù… Ecco, le Beatitudini ci invitano allo stesso salto di qualità nella nostra vita – beati subito! Viviamo già oggi da poveri, da affamati di giustizia, da costruttori di pace, da misericordiosi, forse da perseguitati a causa Sua. Il Signore ci dona di vivere il nostro tempo con l’impegno e la gioia, certi, come afferma l’Apocalisse, che «la salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello». Sì, la salvezza appartiene a Dio e a nessun altro, perché nulla può renderci veramente uomini, se non la Sua grazia e la Sua vita divina che già scorre in noi. Così crediamo e così viviamo. Invochiamo Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Lei ci faccia fedeli discepoli del suo figlio Gesù Cristo, nostro Signore.

Padre Piotr Anzulewicz (Copyright © 2013 Qui Europa)

Comunità Francescana, Catanzaro – "Circolo Culturale San Francesco" 

P.S.:

Si sta svolgendo ad Assisi – 31 ottobre al 4 novembre –  il 34o Convegno Giovani verso Assisi,

a cui partecipano alcuni nostri ragazzi; li accompagniamo con la nostra preghiera

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