La truffa dei falsi ordini cavallereschi

Venerdì,  Dicembre 12th/ 2014    

– di Michela d'Andrea 

Iniziativa di Libero confronto, "Pensa e Scrivi" di "Qui europa"

Redazione Quieuropa, Michele D'Andrea, truffa degli ordini cavallereschi, Luigi Gasparotto, OMRI, spregiudicati millantatori, caccia alla decorazione, ordine della corona di ferro, Farnesina, socialmente ridicoli, logge e loggette 

La truffa dei falsi ordini cavallereschi

Una legione di spregiudicati millantatori e opportunisti dietro

il mercato dei falsi ordini cavallereschi, che spesso e

volentieri strizzano l'occhio alla massoneria

 

di Michela d'Andrea, 

Iniziativa di Libero confronto, "Pensa e Scrivi" di "Qui europa"

 falsi ordini cavallereschi

 Ordini & Disordini…                                                                                                    

Roma – (Ordini portati avanti da prodi e valorosi uomini, massonerie, cenacolo di opportunisti e spregiudicati millantatori o che cosa? Cosa orbita intorno all'inflazionatissimo pianeta degli ordini cavallereschi o preudi tali? Ndr) Il 25 ottobre 1950, nell’aula di Palazzo Madama risuonarono le litanie cavalleresche intonate dal senatore Luigi Gasparotto durante il cammino legislativo che avrebbe portato, l’anno successivo, all’istituzione dell’OMRI [= Ordine al merito della Repubblica italiana]: «Ordine di S. Uberto di Lorena e di Bar, Ordine della Santissima Trinità, Ordine Militare e Ospedaliero di Santa Maria di Betlemme (…), Ordine della Concordia, (…) Ordine Militare di San Giorgio di Antiochia e della Corona Normanna di Altavilla, Cavalieri di Betlemme, Ordine di Gesù in Giappone (non ho mai sentito dire che questo grande Apostolo dell’umanità (…) abbia avuto a che fare con il Giappone, eppure, hanno osato creare un ordine di Gesù in Giappone), Ordine di San Giorgio di Carinzia, e gli Equites Pacis, l’Ordine Capitolare dei Cavalieri di Colombo, l‘Ordine Militare dei Cavalieri del Soccorso, l’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia. Basta, per carità!» 

 La truffa fu orchestrata nel Secondo dopoguerra                                              

Con disincantata ironia, Gasparotto aveva fotografato nitidamente l’Italia del secondo dopoguerra, ritrovatasi orfana del sistema onorifico monarchico: una perdita troppo grande per una società che aveva costruito sulle decorazioni e sui titoli cavallereschi la legittimazione di un rango acquisito, l’ascesa nella carriera, il rispetto e la considerazione. In mancanza di altro, il Paese si arrangiò. Per cinque anni prosperò indisturbato un sistema onorifico alternativo basato sull’iniziativa privata. Ordini indipendenti, si autodefinivano, con il corredo di gran maestri dai titoli chilometrici, pompose cancellerie, improbabili alberi genealogici, cerimonie d’investitura, perfino una rivista ufficiale.

falsi ordini cavallereschi

 Una delle maggiori truffe del primo dopoguerra                                             

In realtà, si trattò di una delle maggiori truffe del primo dopoguerra che arricchì spregiudicati millantatori, facendo leva sull’appetito onorifico di migliaia e migliaia di sprovveduti alla ricerca di un titolo a tutti i costi. E rileggendo gli atti parlamentari di allora, emerge chiaramente che la necessità di porre un freno ad una situazione divenuta insostenibile fu l’elemento decisivo per la creazione di un ordine repubblicano di cui molti, negli opposti schieramenti, avrebbero fatto tranquillamente a meno.

 La folle caccia alla decorazione                                                                              

È passato mezzo secolo, ma la situazione non si direbbe cambiata poi tanto. La caccia alla decorazione è un’attività tuttora fiorente, intorno alla quale ruota un disinvolto mercato che continua a sfornare commende fasulle, a concedere titoli nobiliari, a investire, con tanto di cerimonie in chiesa officiate da credibilissimi monsignori, infornate di cavalieri in smoking e mantello. Ed è inspiegabile, a meno di non ricorrere all’analisi antropologica, la facilità con cui si continua a cadere in trappole talmente maldestre che appaiono vere e proprie offese all’intelligenza comune. Soltanto qualche anno fa, prima dell’arrivo dei Carabinieri, un sedicente «principe d’Epiro» era riuscito a metter su una rispettabile impresa cavalleresca che distribuiva fotocopie a colori di diplomi di onorificenze pontificie, creava conti e baroni, distribuiva croci di un ordine talmente sgangherato nel nome da sembrare ispirato alle migliori pellicole della commedia all’italiana degli anni ’50.

falsi ordini cavallereschi

 Il caso dell'ordine della corona di ferro                                                               

E di poco più lontano nel tempo è il caso dell’«Ordine della Corona di Ferro», assolutamente privo di legittimazione ma abilissimo nell’introdursi negli ambienti che contano. Alti esponenti delle forze armate e delle istituzioni che ne erano stati insigniti avevano richiesto e ottenuto dal Ministero degli Affari esteri l’autorizzazione all’uso delle insegne. Qualche tempo dopo, con un’imbarazzata quanto coraggiosa retromarcia, la Farnesina ha prima sospeso e poi revocato tutte le concessioni.

 Intorno alle autorizzazioni ed alle insegne                                                        

Insomma, la materia degli ordini non nazionali presenta ancora oggi vasti margini di ambiguità. Non sempre, poi, la produzione editoriale aiuta a fare chiarezza: accanto a testi di elevato rigore scientifico, il mercato offre opere approssimative per dottrina, aggiornamento e apparato iconografico. Chi veste la divisa, poi, deve adottare la massima prudenza, tenuto conto non solo della dignità dell’uniforme, ma anche delle sanzioni cui si potrebbe andare incontro. Vediamo, allora, lo stato dell’arte.  Le insegne di ordini cavallereschi conferiti da paesi con i quali l’Italia intrattiene normali relazioni diplomatiche sono indossabili previa autorizzazione all’uso. La competenza è del Ministero degli Affari Esteri, fatti salvi gli ordini vaticani e l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di subcollazione della Santa Sede), che rientrano nell’attività istruttoria dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono esclusi da procedimenti di autorizzazione, sulla base di accordi bilaterali, le decorazioni del Sovrano Militare Ordine di Malta (membri dell’Ordine e Ordine al Merito melitense), che possono essere portate liberamente.

falsi ordini cavallereschi

 La questione degli ordini dinastici non nazionali                                           

Più insidiosa, invece, è la questione relativa ai cosiddetti ordini dinastici non nazionali. Si tratta di quegli istituti cavallereschi costituiti e operanti all’estero – estranei dunque all’ordinamento italiano – ma che non promanano da ordinamenti statuali esteri. Per questo, il riconoscimento che ne identifichi l’esistenza e ne legittimi la dignità cavalleresca, non potendo essere rinvenuto nell’ordinamento italiano, deve individuarsi in altri ordinamenti stranieri, civili o canonici. Questo principio, affermato nel 1981 e nel 2001 dal Consiglio di Stato, ha portato ad autorizzare, nel tempo, il pubblico uso nel territorio italiano delle insegne dei seguenti ordini, conferiti da dinastie già regnanti nella penisola italiana dal 1815 al 1860: – Ordine di Santo Stefano e Ordine di San Giuseppe (Casa Asburgo-Lorena Toscana); – Ordine di San Gennaro e Ordine Costantiniano di San Giorgio (Casa Borbone-Due Sicilie); – Ordine Costantiniano di San Giorgio e Ordine di San Lodovico (Casa BorboneParma).

 I casi dei Savoia e dei Borbone                                                                              

Attenzione, però. Potenzialmente autorizzabile non significa né riconoscimento dell’ordine in sé da parte dello Stato, né certezza di buon esito della pratica. L’autorizzazione del Ministero degli Affari Esteri, infatti, è un provvedimento a carattere individuale che gode di un amplissimo margine di discrezionalità. In altre parole, motivi di opportunità potrebbero consigliare di non dar luogo alle autorizzazioni, sebbene l’ordine possieda, in punto di diritto, tutti i requisiti. È il caso, ad esempio, degli ordini di Casa Savoia, che costituiscono l’assenza più rilevante nell’elenco sopra riportato e per i quali non si intravede, almeno per ora, alcuna possibilità di sdoganamento. Si sottolineava, in precedenza, l’insidiosità di una materia complessa e non perfettamente codificata, che lascia ampi margini alla discrezionalità e alla prassi innovativa, come le recenti autorizzazioni in favore delle onorificenze conferite dal ramo cosiddetto «spagnolo» della Casa Borbone-Due Sicilia, fino a qualche tempo fa oggetto di un rigido atteggiamento di chiusura.

falsi ordini cavallereschi

 Millantatori dietro ogni angolo                                                                              

Di qui il rischio di cadere in tranelli tesi da abili millantatori che giocano sulle assonanze terminologiche, sulla somiglianza dei simboli e su abili memorie giuridico-dottrinarie. Il suggerimento è di fare sempre molta attenzione, di diffidare degli ordini che chiedono somme di denaro o che esibiscono tariffe legate alle classi, di informarsi, in caso di dubbio, presso l’Ufficio Onorificenze e Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri (per gli ordini della Santa Sede e del Santo Sepolcro di Gerusalemme) o l’Ufficio del Cerimoniale della Farnesina per gli ordini statuali stranieri e per gli ordini dinastici non nazionali.

 Alcuni semplici note da ricordare                                                                         

Ad ogni buon conto (logge e loggette massoniche a parte, che spesso e volentieri vanno a braccetto con diversi di questi pseudo ordini cavallereschi… Ndr) , se non volete rischiare di ritrovarvi associati ad un circolo di simpatici intrattenitori dalla denominazione altisonante, senza alcuna speranza di legittimazione ma con il serio rischio di rendervi socialmente ridicoli, tenete a mente questi semplici consigli: 1)  i Templari non esistono più; 2) lasciate perdere i Normanni, gli Angioini, gli Svevi, gli Aragonesi, la gran parte dei santi nel calendario, i Teutonici, Bisanzio e l’Impero romano d’oriente, sangiaccati compresi; 3) l’unico vero Ordine di Malta ha sede in Roma, in Via dei Condotti 68 e l’attuale Gran Maestro si chiama Fra’ Matthew Festing; 4) un monsignore e una chiesa non sempre fanno un ordine legittimo; 5) se l’ingresso gratuito in un ordine comporta l’acquisto obbligatorio di mantello, spadino, feluca e insegna, lasciate perdere.

falsi ordini cavallereschi

 Gli ordini cavallereschi pienamente legittimati dalla storia                         

Di seguito troverete le denominazioni ufficiali degli ordini cavallereschi conferiti nella penisola italiana che possono essere pubblicamente indossatiRepubblica Italiana Ordine al Merito della Repubblica Italiana Ordine Militare d’Italia Ordine cavalleresco al Merito del Lavoro Ordine della Stella d’Italia Ordine di Vittorio Veneto; Repubblica di San Marino Ordine Equestre di San Marino Ordine equestre di Sant’Agata; Santa Sede Ordine Supremo del Cristo Ordine dello Speron d’Oro Ordine Piano Ordine di San Gregorio Magno Ordine di San Silvestro Papa Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme; Sovrano Militare Ordine di Malta Sovrano Militare Ordine (Ospedaliero) di (San Giovanni di Gerusalemme di Rodi) di Malta Ordine Cavalleresco al Merito Melitense; Casa Asburgo-Lorena Toscana Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire Ordine al Merito sotto il Titolo di San Giuseppe; Casa Borbone-Due Sicilie Insigne Reale Ordine di San Gennaro Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio; Casa Borbone-Parma Sacro Angelico Imperiale Ordine Costantiniano di San Giorgio Ordine del Merito sotto il titolo di San Lodovico.

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