Ferrari: l’ultimo gioiello dell’ex made in Italy?

Martedì,  Settembre 9th/ 2014 

– Redazione Quieuropa

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Ferrari: l'ultimo gioiello dell'ex made in Italy?

Il botta e risposta tra Montezemolo e Marchionne riaccende oscuri

presagi coloniali di "svendita" dello storico marchio, anima del

"Made in Italy" nel mondo

Video in allegato: storica intervista di Enzo Biagi a Enzo Ferrari

 

Redazione Quieuropa

Ferrari - Marchionne - Montezemolo

 Ferrari: l'ultimo gioiello dell'ex made in Italy?                                                

Maranello –  "La verità è che ormai la Ferrari è diventata americana". Lo "sfogo-denuncia", o pseudo tale, è giunto nelle ultime ore dal presidente Luca Cordero di Montezemolo all'indomani delle dichiarazioni di Sergio Marchionne, secondo il quale "nessuno è indispensabile" all'interno della scuderia! Dunque si preannunciano grosse novità anche in casa Ferrari, anche se il tutto ha l'aria di essere stato già deciso da tempo, probabilmente negli States, sulla scia di quanto accaduto alle altre grandi case del "Made in Italy", sacrificate al Moloch dell'usura e del controllo globale, particolarmente "affezzionato" alla bella Italia. L'alibi di comodo scelto per l'occasione è stato quello della pessima prestazione del cavallino rosso all'ultimo Gran Premio di Monza. Secondo il Corsera "per Montezemolo è finita un'epoca": timore fondato nel vero senso del termine, se si considera che, con la quotazione a Wall Street  del prossimo 13 ottobre (e il potenziamento del nuovo "Ferrari Club of America") l'uscita da Maranello della "Rossa" potrebbe essere un'amara quanto prossima sorpresa, sulle orme del trattamento riservato ad altri storici marchi del made in Italy, come Ducati, Valentino, Indesit (vedi qui Indesit Usa – Nel regno degli apolidi senza patria e senza Dio, un’altro caduto di lusso) Gancia e tanti altri (vedi qui Obama elogia Letta: Italia sulla strada giusta (il Precipizio), qui La svendita Italiana, Prima Parte e qui La svendita Italiana, Seconda Parte: Ex Made in Italy). Intanto nelle ultime ore lo stesso Montezemolo avrebbe indicato proprio in Marchionne il probabile nuovo presidente della Ferrari: avvicendamento che potrebbe concretizzarsi già il prossimo Giovedì o comunque all'interno del prossimo Cda di Fiat-Chrysler di fine ottobre. Del resto l’azienda di Maranello è sempre più integrata nel gruppo Fiat-Chrysler: cioè  Chrysler-Fiat. Allora forse, solo in quest'ottica, comprendiamo curiose espressioni del tipo "la Ferrari è oramai americana", esternate dallo stesso Luca Cordero di Montezemolo in risposta all'assist-provocazione dell'amico yankee Sergio Marchionne: "nessuno è indispensabile!". Ecco cosa accade dal voler calcellare con ogni mezzo – lecito e meno lecito – il senso della cultura nazionale di uno stato: che non ci si vergogna più di nulla! Dando sempre tutto per scontato… Cosa direbbe oggi Enzo Ferrari?

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 Allegato – Nascita della Ferrari                                                                              
 

La nascita della Ferrari

 

Ferrari - Marchionne - Montezemolo

 Erano gli Anni Trenta…                                                                                            

Maranello, Modena – La "crisi economica" del 1933 (o – aggiungiamo – truffa economica che dir si voglia) nel 1933 portò l'Alfa Romeo a ritirarsi fino al 1937; poco dopo Ferrari creò l'Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l'AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò "La Scuderia Ferrari", la sezione sportiva della casa automobilistica Ferrari, che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947, e che è attualmente la più nota squadra del mondo automobilistico sportivo.

 La prima gara                                                                                                              

La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio del 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell'Alfa Romeo nel mondo della F1 (che pur vincendo il mondiale 1951 decise di ritirasi per questioni economiche senza portare in gara il rivoluzionario progetto 160) e, contemporaneamente, l'ascesa sportiva della Ferrari, causando al Drake un conflitto di sentimenti, verso la vecchia casa milanese alla quale doveva ogni sua fama e conoscenza in campo automobilistico. « Quando nel 1951 González su Ferrari, per la prima volta nella storia dei nostri confronti diretti, si lasciò alle spalle la "159" e l'intera squadra dell'Alfa, io piansi di gioia, ma mescolai alle lacrime di entusiasmo anche lacrime di dolore, perché quel giorno pensai: "Io ho ucciso mia madre"» ( Cfr.: Enzo Biagi, Ferrari – The Drake, Biblioteca Universale Rizzoli).

Ferrari - Marchionne - Montezemolo

 Il primo titolo mondiale e la svolta "industriale"                                            

Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari (l'Alfa Romeo si era ritirata alla fine del 1951 per concentrare i propri sforzi sulla produzione di auto stradali). La "Scuderia Ferrari" è attiva nel campionato del mondo di Formula 1 fin dalla sua istituzione, e ne ha vinto 15 volte il titolo piloti e 16 volte quello costruttori. La conversione di Ferrari – pilota e direttore di scuderia sportiva – in industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia-competizione con Adolfo Orsi, proprietario della Maserati, e soprattutto con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni quaranta dominava i circuiti del mondo con le auto FIAT abilmente modificate. Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell'esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell'amico-avversario (Vedi: Antonio Saltini, Maria Teresa Salomoni, Stefano Rossi, Via Emilia. Percorsi inusuali fra i comuni dell'antica strada consolare, Il Sole 24 ore – Edagricole, Bologna 2003, pag. 158).

 Il Dott. Ferrari                                                                                                             

Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di "ingegnere meccanico", datogli ad honorem nel 1960 dall'Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in Fisica dall'Università di Modena e Reggio Emilia. Nel giugno del 1988 papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo. Ferrari però era già troppo malato, i due così ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari che desiderava quell'incontro da tempo (vedi qui Ferrari, uomo oltre il tempo che ha creato un mito). (Fonti: wikipedia / La Gazzetta dello Sport).

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 Video in allegato – Storica intervista di Enzo Biagi a Enzo Ferrari           

 

 

 

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 I motivi della soddisfazione di Letta e Obama? 18 ottobre 2013              

Tratto da un articolo del 18 ottobre 2013 di QE – di Sergio Basile

Tratti di filantropia massonica nell'Italia dell'usura legalizzata

 

Obama - Letta Da "Qui Europa" del 18 ottobre 2013                                                                  

Roma – A chi è stato svenduto il glorioso ed impareggiabile patrimonio aziendale nazionale, dunque? Vediamo: De Tomaso – Auto – (ai Cinesi); Ferretti-Yackt – (ai cinesi di Shig-Weichai);  Scotti – (agli spanoli Ebro foods); San Pellegrino, Buitoni, Perugina, Motta, Antica Gelateria del Corso, La Valle degli Orti, Maggi – (agli Svizzeri della Nestlè);  Gancia – (al russo Roustam Tariko); Parmalat, Galbani, Cademartori, Invernizzi, Locatelli  (ai  francesi di Lactalis); Algida – (alla Unilever, multinazionale anglo-olandese); Bertolli, Carapelli, Sasso, Minerva Oil – (agli spagonoli della Deoleo); Fiorucci alimentari – (agli Spagnoli Campofrio Food Holding);Peroni – (ai sudafricani di SABmiller); Ar Alimentari, leader nei pelati – (alla multinazionale anglo-nipponica Princes-Mitsubishi); Star – (agli spagnoli Agrolimen);Rigamonti salumi – (ai Brasiliani della Jbs); Bulgari, Emilio Pucci, Fendi, Acqua di Parma (ai francesi di  Lvmh); Chianti Classico Casanova ''azienda Gallo Nero'' –  (ai Cinesi); Gucci – (ai francesi Pinault-Printemps-Redoute); Pernigotti – (ai Turchi Sigh); Alitalia – (ai francesi); Coin –  (ai francesi di Pai Partners); Standa – (agli austriaci Billa); Gianfranco Ferrè – (al Paris Group di Dubai); Valentino – (agli ingressi di Permira); Fiorucci – (ai giapponesi di Edwin International); Bottega Veneta,Sergio Rossi calzature – (ai Francesei di François Henri Pinault); Safilo  – (agli olandesi di Hal Holding); Fastweb – (agli svizzeri Swisscom); Wind – (oggi ai russi di VimpelCom); Ercole Marelli, Fiat Ferroviaria, Parizzi,  Sasib Ferroviaria, Passoni & Villa –  (ai Francese di Alstom); Acciaierie Lucchini – (ai Russi di Severstal); Fiat Avio – (ai lussemburghesi di Bcv Investments sca); Benelli – (ai Cinesi di QianJiang); Sps Italiana Pack Systems – (agli statunitensi Pfm Spa);Edison – (ai francesi Eléctricité de France); Loquendo – (agli statunitensi di Nuance); tutta la grande distribuzione italiana è praticamente in mano ai francesi di Carrefour, Auchan, Castorama e Leroy Merlin, Leclerc. Senza scordare la leadership di aziende tedesche come Lidl ed Eurospin. Infine la Ciliegina Telecom, che – come noto – ha preso il volo verso Madrid. Per tacere sui passaggi di proprietà di squadre di calcio come Roma e Inter… ed altre assolute nefandezze di sorta, in quello che potremmo definire il "Britannia 2"…. (leggi tutto l'articolo qui Obama elogia Letta: Italia sulla strada giusta, il Precipizio) (Tratto da quieuropa del 18 ottobre 2013 – di Sergio Basile)
 
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 Link e Articoli Correlati                                                                                           
 

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