Dramma Siria – La Scomoda Domanda a Terzi e la “non risposta” del ministro – S.O.S. del Vescovo di Aleppo

Dramma Siria - La non risposta di Terzi

Siria - SOS del Vescovo di Aleppo contro la Guerra

Lunedì, Dicembre 17th/ 2012

– di Marinella Correggia –

 

Dramma Siria – La Scomoda Domanda a Terzi e la "non risposta" del ministro –  S.O.S. del Vescovo di Aleppo / Dramma Siria / Le Scomode Domande a Terzi e Rogozin / Le non risposte di Terzi e le Conferme del Vicepremier Russo / Italia / Russia / Siria / Damasco / Conferenza stampa / Rogozin e Terzi / Incremento delle spese militari / Guerra / Armamenti / F-35 / Ordigni di morte / Nato / Pazzie della Guerra / Disarmo / Roma / Signori della Guerra / Esteri / Europa / Unione europea / Premio Nobel per la Pace / Esercito siriano / Media / Pace / Guerra / Libertà / Diritti fondamentali /  Distruzione / Crimini / Manipolazione mediatica / Ribelli / Armi / Controllo del territorio / Jihadisti / Terrorismo / Esercito Libero Siriano / Aleppo / Damasco / Lettera al Ministro Terzi / Sibialiria / Marinella Correggia / Lettera al vicepremier russo Rogozin / Russia / 500 aziende italiane / Zone economiche speciali (Zes) / Walid al-Moualem / Rogozin / Valerie Amos / Installazione dei missili Patriot in Turchia / Doha / Amici della Siria / Bufala dell'uso delle armi chimiche / Catholic Relief Services / Caritas Germania / Svizzera e Lussemburgo / Appello del vescovo di Aleppo / 70% dei siriani sotto la soglia di povertà / embargo dell'accidente / Minaccia di rapimenti / Attentati continui di cecchini / St. Louis Hospital / Suore di San Giuseppe dell'Apparizione 

Dramma Siria: Le scomode domande al

Ministro Terzi e le conferme del

Vicepremier Russo, Rogozin in

visita a Roma

 

Risposte e "non risposte" su un dramma umano 

 

consumato tra l'indifferenza di chi potrebbe

agire per la Pace e sta a guardare e la

complicità  dell'imperialismo occidentale

 

Intanto in Siria continua la carneficina.

 

Ormai circa 40.000 i cristiani trucidati da mercenari

pagati da gruppi di pressione esterni. Ma attenzione: 

"Siamo tutti Siriani!" – S.O.S. del Vescovo di Aleppo

Roma, Damasco – Il ministro italiano del governo tecnico Giulio Terzi è fra quelli che fomentano la guerra in Siria, ultimamente anche riconoscendo come unico rappresentante del popolo siriano una Coalizione di oppositori nata in Qatar e alleata dei gruppi armati (e questo proprio nei giorni in cui a Damasco una autobomba esplosa vicino a una caserma e a un asilo uccideva donne e bambini). Per protestare contro la politica di guerra del governo tecnico da nessuno eletto, il 12 a Roma la Rete No War e a Milano il Comitato contro la guerra hanno manifestato (vedi foto). Ma per dire allo stesso Terzi che “il re che fomenta la guerra è nudo”e possibilmente dirglielo di fronte al vicepremier russo Dmitrij Rogozin che era in visita a Roma nell’ambito dei rapporti economici, ho partecipato alla conferenza stampa tenuta dai due alla Farnesina. I giornalisti italiani avevano a disposizione una sola domanda e mi sono fatta avanti per una volta con audacia. L’interscambio fra Italia e Russia è di circa 27 miliardi di dollari, l’Italia è il terzo partner commerciale della Russia che è il nostro secondo fornitore di petrolio – con il 15% – e di gas, con il 30%: dati non irrilevanti, nel caso in cui i produttori di energia e risorse naturali volessero effettuare un embargo all’Occidente. Finora è stato sempre quest’ultimo a condurre embarghi. In Russia poi sono attive circa 500 aziende italiane nelle Zone economiche speciali (Zes). Quanto alla Siria, nel suo intervento Terzi ha detto solo che “nelle differenze che hanno caratterizzato le posizioni dei nostri governi, c’è una visione condivisa della necessità di una soluzione politica”.

 Le Domande al ministro tecnico  Terzi e a Rogozin 

Mia domanda a Terzi. “Il suo governo tecnico ha dichiarato nei giorni scorsi di aver riconosciuto come unico e legittimo rappresentante del popolo siriano la Coalizione di gruppi nata in Qatar. Cosa pensate allora di fare rispetto a quella grande parte della popolazione siriana che non si riconosce nell’opposizione, o perché sta con il governo, o perché sta con sezioni dell’opposizione, parlamentare e non, che non partecipano alla Coalizione o perché infine è vittima di gruppi armati alleati della Coalizione stessa?Mia domanda a Rogozin: “Il viceministro degli Esteri russo Bogdanov ha detto che il riconoscimento della Coalizione di Doha da parte di molti paesi, in testa quelli occidentali e arabi, allontana una soluzione pacifica e negoziale e promette ulteriori spargimenti di sangue perché facilita l’invio di armi ai gruppi armati. Cosa pensa di fare ora la Russia sulla strada del dialogo fra tutte le parti come previsto dalla Conferenza di Ginevra?”

 La "non risposta" di Terzi 

(Non) risposta del ministro (per conto) Terzi. “La nostra decisione è in linea con le posizioni di molti paesi ed è lo sbocco e la maturazione di due anni di contatti con le forze della società siriana. Siamo convinti che l’alleanza e la leadership delle forze della Coalizione garantiscano inclusività per un futuro democratico; anche quanto alla governance, per un esecutivo, si può contare su personalità autorevoli in grado di rappresentare tutte le componenti della società siriana. La nostra valutazione non coincide con quella della Russia ma siamo d’accordo sulla necessità del cammino verso la più immediata soluzione politica a partire dalla Conferenza di Ginevra e dal piano Brahimi. Non possiamo consentire alla guerra civile di continuare all’infinito”. “Soluzione politica” (?): le stesse parole che usavano i governi della Nato mentre bombardavano a tutto spiano la Libia

 Intanto a Bruxelles … 

Infatti nella stessa giornata a Bruxelles i leader dell’Unione Europea, (fresca di Nobel per la Pace) – scrive la Reuters – "hanno dichiarato che tutte le opzioni sono sul tavolo, anche la fornitura di armi all’opposizione". Un atto, però, illegale dal punto di vista internazionale. E a questo proposito si noti che Terzi aveva richiamato il diritto internazionale…a protezione di chi lotta contro la pirateria: cioè i soliti due marò che, per aver ucciso dei pescatori indiani, sono trattenuti dall’India. (Le tivù italiane presenti si sono poi affollate intorno a Terzi, all’uscita, per chiedergli qualcosa in più e il ministro tecnico ha minacciato iniziative serie, “se la cosa non si risolve, abbiamo pronti dei piani concreti” (forse l’invio di armi ai guerriglieri maoisti visto che ormai l’Italia, dopo la Libia in Siria, appoggia gruppi armati in lotta contro governi?).

 La risposta di Rogozin: "tutti devono agire per la Pace!" 

Risposta del vicepremier russo Rogozin. “Noi l’avevamo detto: dopo le primavere arabe ci sarebbero state estati caldissime. Il Medio oriente cade a pezzi come un domino. La comunità internazionale si è dimostrata incapace di trattare in modo saggio i conflitti civili sviluppatisi. Oppure fa ancora peggio: prende le parti di una parte in guerra, come in Siria. C’è una guerra feroce là e il coinvolgimento di attori terzi in quel conflitto è come buttare benzina sul fuoco. Si alimenta la violenza. Tutti dicono di volere la pace,  e un giorno ci sarà la pace in Siria, ma di questo passo, a che prezzo? Noi continuiamo a sostenere le azioni negoziali in ambito Onu. La Russia è più lontana di voi dall’area del conflitto. Ma tutti dobbiamo agire per il negoziato, in ambito Onu

 La questione delle sanzioni: Concausa di morte e precarietà assoluta 

Intanto, mentre in Siria proseguono gli scontri fra esercito e gruppi armati, il Ministro degli Esteri Walid al-Moualem ha sottolineato alla responsabile umanitaria dell’Onu Valerie Amos la necessità che siano rimosse le sanzioni (causa, insieme agli scontri, di carenze anche alimentari)  e che venga aiutata la ricostruzione delle infrastrutture distrutte. Un funzionario della Nato citato dalla Reuters ha sottolineato che "l’Alleanza deve avere un piano per impedire che le armi chimiche finiscano nelle mani sbagliate”. 

 Scopo dei "falsi allarmi" sull'uso di armi chimiche 

Da notare: cade l’allarme suscitato per settimane  circa il possibile uso delle armi non convenzionali da parte dell’esercito siriano si Assad, e si torna alla versione di mesi faL’allarme serviva a due scopi: 1) installare i Patriot in Turchia, “in funzione difensiva”;  2) garantire il successo della riunione dei ("cosiddetti") “Amici della Siria”a Marrakesh. Pieno doppio successo.

Marinella Correggia, Sibialiria

 

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  Articolo correlato – Appello del Vescovo di Aleppo                                               

 

(Intervista di La Croix al Vescovo di Aleppo – del 14 Dicembre 12)

 

Dramma Siria – Il Vescovo Audo: "Potenze

 

internazionali, fate ai siriani questo

 

dono della Pace"

 

Mobilitazioni delle chiese in tutto il mondo, dopo

 

l'appello di Benedetto XVI: l'ultimo appello del

Vescovo di Aleppo alla comunità internazionale 

 

Per Mons. Antoine Audo, gesuita Vescovo di Aleppo,

 

Presidente della Caritas Siria, il conflitto siriano è

 

diventato internazionale: solo un accordo internazionale

 

e l'impegno di tutti i vescovi e le chiese cristiane potrà

 

portare alla riconciliazione, fermando le forze esterne

 

che vogliono distruggere il Paese

 

Aleppo – Come descriverebbe la situazione ad Aleppo adesso? – Mons. Antoine Audo:  L’Insicurezza regna ovunque. Non possiamo più circolare e si è permanentemente minacciati da rapimenti (a scopo di estorsione), dalle imboscate dei cecchini, dalle bombe (da parte dell'esercito siriano o dei ribelli) e dagli attentati con autobombe. Questa insicurezza ha fatto sì che l'80% delle persone non lavora più, in modo che l'economia è bloccata e la povertà aumenta (per non parlare dell'embargo economico occidentale alla Siria). Tanto più che il costo della vita è raddoppiato dall'inizio del conflitto.

 70% dei siriani sotto la soglia di povertà 

Le persone semplici che vivevano con poco devono ora essere supportate in  tutto, così si può dire che oggi il 70% dei siriani vive al di sotto della soglia di povertàCome fanno a sopravvivere? – M.A.: La gente ha dei risparmi e il sostegno della famiglia funziona ancora bene nelle nostre società tradizionali. E i siriani della diaspora (Nord America, Europa, Australia …) riescono ad inviare da 300 a 500 dollari per le loro famiglie ogni mese. Ma le famiglie sfollate facilmente diventano un peso. In qualità di presidente della Caritas Siria da un anno, posso dire che tocco la miseria con le dita  Caritas Siria quali programmi  ha implementato?M.A. : Nelle sei regioni organizzate dalla Caritas (Damasco, Aleppo, Homs, Jaziré, Horan e la costa), diamo la priorità all'aiuto alimentare con 4000 pacchi di alimenti (del valore di circa 20-30 dollari ) distribuiti mensilmente in tutto il paese: un totale di 100.000 dollari finanziati principalmente dai nostri partner tradizionali (Catholic Relief Services, Caritas Germania, Svizzera e Lussemburgo …). Sviluppiamo assistenza medica, in particolare a Damasco e Aleppo, per dare libero accesso alle cure sanitarie. E ad Aleppo, abbiamo aperto un contratto con il St. Louis Hospital gestito dalle Suore di San Giuseppe dell'Apparizione perchè tutti i feriti vi siano operati e curati gratuitamente e ho deciso di finanziare questo progetto per la somma di $ 50 000 al mese. Abbiamo anche un "programma invernale" ($ 300 000 fino a marzo 2013) per l'acquisto per 3.000 famiglie in tutta la Siria, di stufe e petrolio, coperte e vestiti caldi e di aiuto per pagare l'affitto.

 Contributo di tutti i Cristiani determinante per evitare guerra "legale" 

Come vede il futuro prossimo in Siria? – M.A. : La mia impressione generale è che non se ne esce. Questo conflitto siriano, inizialmente  locale, è diventato regionale (con il Qatar, Arabia Saudita, Iran, Turchia) ed è ora internazionale (con la Russia, gli Stati Uniti, la Cina e l'Europa). Quindi possiamo solo sperare che ci sia un accordo internazionale per risolvere il conflitto locale e raggiungere la riconciliazione e la pace. Ciò significa riconoscere la complessa storia dei rapporti tra alawiti e sunniti e parlarne con calma – che oggi è impossibile, perché si tratta di un argomento tabù nella società siriana. Ciò implica anche che ogni parte smetta di ritenersi depositario della verità e riconosca la dignità degli altri. A questo proposito, i cristiani, tutti i Cristiani – in Siria, in Oriente come in Occidente – possono contribuire a spezzare la spirale di umiliazioni, di violenza e di vendetta per avere l'audacia del perdono .

 Fare il possibile per salvare questo bellissmo Paese e migliaia di Cristiani 

Quale appello Lei vorrebbe lanciare? – M.A. : Mi rivolgo a quelli che distruggono questo bellissimo Paese, così ricco di storia e cultura: invece di sfruttare i punti deboli confessionali, essi farebbero meglio ad aiutarlo a trovare soluzioni  politiche ed economiche. Miliardi di dollari sono già stati persi in questa guerra, per niente. Cerco di fare tutto il possibile per salvare la Siria e anche per salvare la presenza dei cristiani, perché più ci sarà distruzione in Siria, sempre più cristiani se ne andranno, e sarà una perdita per il paese e per tutta la regione! Contribuire alla riconciliazione e assicurare la pace alla Siria sarà vantaggioso per tutti, a livello nazionale, regionale e internazionale! Chiedo pertanto alle potenze internazionali che ci facciano il dono della pace attraverso una mediazione politica ragionevole e razionale.

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