Dittatura Italia: Benvenuti nello stato liberista di “benessere socialista”

Giovedì, Luglio 19th/  2012

– di Silvia Laporta –

Crisi economica / Bce / Mario Draghi / agenzie di rating / Disoccupazione / crisi del settore della costruzioni / Mario Ciaccia / Ministro delle Infrastrutture / Banca d'Italia / Usa / Cassa Integrazione / debito illegale / Fillea / Filca / Feneal / Patto di Stabilità  / Parlamento / Fiscal Compact  / Barzelleta / Giuliano Amato 

La crisi pilotata continua a mietere vittime:

meno mezzo milione di posti di lavoro 

Illusioni di Bankitalia: la recessione finirà nel 2013

L'ipocrisia della casta e la trasformazione latente

dello stato di benessere, suggellata dalla ratifica 

del Fiscal Compact in Parlamento

La Barzelletta di Amato "consulente agli sprechi"

Roma – Tempi duri. La disoccupazione è salita pericolosamente all’11 % – secondo stime ufficiali: anche se ci sono regioni dove è addirittura al 50% – e aumenta il ricorso alla Cassa Integrazione, scendono le retribuzione reali, si flettono i consumi, i debiti aumentano e prosegue la fuga di capitali stranieri. Ne abbiamo parlato mille volte della crisi "pilotata" e dei suoi effetti trasversali sulla vita dei cittadini, uniche vittime di un debito illegale ed immorale che i media continuano a trattare nella stragrande maggioranza dei casi con un'aurea di "normalità" davvero sconcertante. Il prezzo da pagare sta diventando troppo alto e, giorno dopo giorno, cresce l’insofferenza e la frustrazione. 400 mila posti di lavoro spazzati via nel settore delle costruzioni, mezzo milione contando gli indotti. Per denunciare l’inadeguatezza dei provvedimenti governativi a riguardo, i sindacati di categoria, hanno organizzato un presidio sotto il ministero delle Infrastrutture, per ottenere perlomeno un tavolo di confronto in cui, il vice ministro Mario Ciaccia, si dice intenzionato all’apertura e alla trattativa per il rilancio. Un modesto risultato teorico che però, se non sarà affiancato anche da un tornaconto pratico, vedrà l’economia del settore delle costruzioni pericolosamente in ginocchio.

  Intanto la Camera ratifica il recessivo Fiscal Compact  

Intanto, mentre tra il compiacimento della maggioranza del Parlamento, stamane, si è giunti – in un'aula decimata dalle assenze – alla ratifica dello scellerato e recessivo "fiscal compact". Lo stesso sventurato provvedimento rinviato dai Tedeschi; per far ripartire il settore, i sindacati ripropongono la piattaforma unitaria della manifestazione nazionale dello scorso 3 Marzo, sottolineando che in questi mesi il governo non ha dato un’adeguata  risposta in termini di crescita e tutela sociale; ma, nel frattempo, la situazione di crisi  ha continuato a dilagare indisturbata. 

  La proposta dei sindacati  

La piattaforma unitaria sollecita una politica di rilancio delle infrastrutture che si concentri su obbiettivi prioritari condivisi. Il pacchetto di proposte inizia con il varo di piani di intervento sulle città, gli incentivi per la messa in sicurezza del rischio sismico e per il risparmio energetico; continuando poi con l’attuazione della patente a punti per la qualificazione dell’impresa e del Durc  ( il documento di regolarità contributiva ) per congruità nei lavori privati , insieme allo sblocco selettivo del Patto di Stabilità per gli enti locali, in modo di consentire ai Comuni virtuosi di fare investimenti. Fillea, Filca e Feneal sollecitano anche misure per agevolare l’accesso al credito di privati e imprese impiegando le banche per immettere liquidità sul mercato utilizzando i fondi prestati dalla Bce, insieme all’avvio degli accordi per rilanciare la ripresa dei distretti e delle aree industriali.

  La stima-bufala di Bankitalia   

La recessione in Italia finirà non prima del 2013. E’ la "stima-bufala" contenuta nel Bollettino Economico della Banca d’Italia che, però, aggiunge subito – mettendo le mani avanti – che i  veri risultati non si avranno prima nel 2014. Ma queste previsioni verranno mantenute sempre se lo spread non impennerà e, bisogna ricordare, che sono sempre e solo previsioni diffuse dalla Banca d’Italia – istituto come noto sotto l'egemonia dei privati: privatizzata nel 92 da Amato – uno dei corresponsabili della recessione. A giudicare dalla situazione italiana, sembra quasi una “favoletta” che piace loro raccontarci per tenerci buoni buoni e tranquilli; siccome continuerà a perpetrarsi lo stesso sistema dittatoriale e al servizio delle banche e delle agenzie di rating. Queste, oggi, come in passato, più volte indagate e messe sotto accusa per il loro operato, continuano il loro lavoro di truffa e sottomissione ingiustificata delle imprese. Persino Mario Draghi, presidente della Bce – dopo uno strategico sonno – ha finalmente aperto gli occhi – o cambiato gli occhiali – e ora,   sta scoprendo – come un bambino scopre la luce – le incongruenze tra analisti e uffici delle agenzie che producono il rating.  E allora, potremo chiederci: ma come mai questi apparati esistono ancora ma soprattutto vengono considerati come metri di giudizio affidabili? Forse perché la “convenienza” non è unilaterale, ma coinvolge soprattutto la Bce.

  Italia – Stato "Dittatoriale" di "Benessere Socialista"  

Non sarebbe più semplice “levarle di mezzo”? Beh, se questo non viene fatto, c’è sicuramente una motivazione di interesse, un interesse che vogliono tenerci nascosto dietro le frasi ipocrite di Mario Draghi, in questa ormai "sanguinosa" e palese guerra tra casta e plebe, in uno stato dittatoriale di "benessere socialista", caratterizzato da una precarietà sempre più diffusa e ben distribuita (grazie ad un cuneo fiscale da record del mondo) e dalla scomparsa della borghesia, e dalla concentrazione delle ricchezza nazionale nelle mani di una circoscritta élite di "vincitori senza scrupoli e valori morali".

 La barzelleta di Giuliano Amato "Consulente agli sprechi"  

E lo si capisce anche dai piccoli particolari. Sapete chi ha nominato Mario Monti come "consulente agli sprechi"? Un signore che guadagna 1047,00 euro di pensione, ma non al mese (che avevate capito) al giorno.Un altro impresentabile "gran tecnico venerabile" da 50 anni in sella alla politica: due volte Presidente del Consiglio; sei volte Ministro della Repubblica; nonché Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Treccani; impresentabile conduttore televisivo proteso a spiegarci la crisi dalle reti RAI, ma soprattutto colui il quale privatizzò nel 1992 (con il celeberrimo decreto "Carli-Amato" la Banca d'Italia, privando gli Italiani della propria sovranità monetaria nazionale e regalandola ai banchieri privati. In pratica tra i più fedeli esecutori del famoso "piano segtreto dei privatizzatori del Britannia" del quale abbiamo più volte parlato. Ma gli Italiani, probabilmente lo ricordano ancor più per la famosa "rapina dei conti correnti" degli Anni Novanta, avvenuta all’improvviso, o per la vergognosa riforma delle pensioni. Un Amato, oggi non troppo "amato", dunque. L'uomo giusto di Monti per la lotta agli sprechi. Proprio lui, con quei miseri 31.411 euro di pensione al mese.  Che vergogna!

Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)

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