Crisi: Mentre gli Eurocrati discutono delle Banche, Spread alle Stelle

Martedì, Luglio 10th/  2012

– di Silvia Laporta –

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Crisi:  gli Eurocrati discutono delle Banche, 

intanto lo spread vola alla stelle

Intanto al centro dei discorsi per risolvere la crisi,

sempre loro, le "Povere Banche"

Bruxelles –  La settimana dei mercati finanziari è iniziata nel peggiore dei modi: lo spread ha concluso a 478 punti, pericolosamente vicino a quota 500. Segno che chi comanda davvero in Europa (se qualcuno aveva ancora dei dubbi) sono le lobby del rating ed i mercati, e segno che gli stati sono ormai – grazie ai nostri politici di punta, ed al professor Mario Monti – vadaveri putrefatti. Davanti alla Commissione per gli affari economici del Parlamento Europeo, ieri a Bruxelles, Mario Draghi – come visto – è sembrato ottimista, segnalando le avvisaglie di una "leggera ripresa entro fine anno". Non si sa, tuttavia, da che cosa dipenda questa ripresa (non lo sa neanche lui) visto che i "suoi cari mercati" e le borse, affermano il contrario e visto che in Europa c'è chi a cinquant'anni è finito sopra un marciapiede, o doretamente in una cassa da morto, per gli effetti "colleterali" di una crisi voluta ed indotta. Ma Draghi – come detto stamane – ha la soluzione. Appellandosi ai soliti “atti coraggiosi” che devono essere messi in atto da tutti i governi dell’Eurozona, le proposte di ripresa economica, si rifanno sempre e comunque alle politiche di austerity, le stesse che hanno portato al collasso finanziario di Grecia e Spagna. Tuttavia, l’assetato banchiere, propone un “cambiamento di marcia, sulle politiche economiche: inizialmente ci siamo concentrari sugli aumenti delle imposte e molto meno sui tagli alle spese; adesso, bisogna riqualificare i bilanci pubblici verso più tagli alla spesa e meno  aumenti alle tasse”. Insomma Draghi propone di girare la frittata e di continuare a rompere più uova possibili ( e non solo uova!).

   Il Plauso di Rehn a Draghi e Monti   

Il plauso alla proposta di Draghi, arriva da parte del Commissario europeo agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn, che ha molto apprezzato il decreto varato la settimana scorsa in Italia della "spending review" , molto in linea con le raccomandazioni della Commissione europea; contrariamente ai mercati che invece hanno bocciato, ancora una volta, l’immobilismo europeo. in una sorta di teatrino dei "tira e molla" che continua a far ridere e piangere gli Europei del Sud. I tagli alla spesa pubblica – per Bruxelles – devono essere uniti anche al rafforzamento della condivisione di sovranità in materia di bilancio finanziario ed economico. Stesso copione è quello letto da Mario Draghi, il quale ha indicato quale "tallone d’Achille dell’Eurozona" la credibilità delle istituzioni! E non piuttosto i debiti pubblici "illegali" e "fittizi" che non nessun paese dei Piigs riuscirà mai a restituire; il collasso inevitabile quanto indotto (vedi articolo sul sistema TARGET 2) delle Banche Spagnole anche dopo la recente ricapitalizzazione; o le speculazioni sulla crisi.

   Il rimprovero a Finlandia e Olanda  

Draghi, come già Barroso, ha poi rimproverato implicitamente anche Finlandia e Olanda, per il loro “No” allo scudo anti-spread, che avrebbe impedito ulteriori passi avanti. Comunque, che lo vogliamo a no, a partire da Dicembre, Gli Stati Uniti d’Europa, o meglio l’embrione di essi, cioè l'Unione Bancaria Europea, sarà una realtà.   Un'amara realtà. 

   Giochini estivi  

A ben vedere i giochini per l'accentramento, malgrado l'afa ed il caldo dell'estate, sono in grande fermento. Nelle scorse mosse più o meno evidenti hanno fatto preludio ad una conferma alla guida dell’Eurogruppo di Jean Claude Juncker, che ieri prima del vertice, ha incontrato Mario Monti. Il nostro premier, dal canto suo, sta spingendo, in queste ore,  per far passare il fondo salva stati nei tempi più brevi possibili, ma l’Europa ha bisogno di tempo. Non è cosi facile unificare e centralizzare tutti i poteri dei paesi membri e mettere in piedi una dittatura in segreto,  d’altronde.

   Il colpo basso di Draghi sulla Tobin Tax   

Ma Draghi non perde certo tempo. Le Banche sono, come sempre, l’assoluto protagonista delle discussioni europee e, a sorpresa, Draghi cambia punto di vista su uno dei pochi nodi concilianti dell’attuale gestione della crisi: l’introduzione di una tassa sulle rendite finanziarie, la Tobin Tax, potrebbe essere utilizzata per finanziare il fondo di risoluzione, in caso di fallimento delle banche, propone! Quindi l’unica tassazione  sulle rendite finanziare, verrà usata per il rifinanziamento delle stesse banche! E' da proposte come queste che traspare chiaramente la verità: i veri attori, non siamo noi. Nessuno si preoccupa delle nostre vite e della crisi che pesa sulla nostre spalle. Gli Euroburocrati, seguono i soldi, e quindi la loro fonte principale, le banche; con i loro inghippi e i loro torbidi provvedimenti solo per aumentare la speculazione.

   Lo squallore più assoluto   

Ciò, paradossalmente, è accaduto a distanza di pochi giorni dal summit del Comitato per la Sicurezza Alimentare della Fao (tenutosi lo scorso 29 Giugno) nell'ambito del quale si è discusso sulla cornice strategica della lotta alla fame per i prossimi anni. In tal contesto i negoziatori europei, sostenevano che “non c’è alcuna relazione provata tra commercio e fame, "quindi – dichiaravano tra l'incredulità degli osservatori internazionali più coscienziosi – non vorremmo vederla considerata come tema da affrontare necessariamente!”. Che schifo! E pensare che gente del genere ci chiede di regalargli (anzi dargli senza fiatare e batter ciglio) l'ultimo briciolo di sovranità nazionale e personale rimasto nelle nostre tasche. Meditate gente, meditate!

Silvia Laporta (Copyright © 2011 Qui Europa)

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