Barroso – Dalla Repubblica delle Banane a quella delle Banche

Venerdì, Giugno 8th / 2012

– L'Editoriale, di Sergio Basile e Silvia Laporta  –

Unione europea / Banche e Finanza / Commissione europea / Commissario al Mercato Interno / Manuel Barroso / Michel Barnier / Banche al potere / Alibi / Ricapitalizzazioni / Repubblica delle Banche / Mario Monti / Commissione Trilaterale / Giorgio Napolitano / Repubblica Italiana / Centocinquantenario / Vuoti festeggiamenti / Interessi delle banche / Operazioni in derivati / Speculazione sul debito pubblico degli stati / Operazioni Over-night / Oerazioni Off-Shore / Dittatura / Controinformazione / Silvia Laporta / Sergio Basile / Qui Europa / Europa 

Barroso – Dalle Repubbliche delle Banane 

alla Repubblica delle Banche

Crisi del sistema bancario europeo: un alibi che

non convince per nulla

Il fantasioso provvedimento della "Banda Barroso"

L'indiretta ammissione di Barnier: "Banche al potere"

Non pià soli 4.500 miliardi di aiuti. Ora si fa da sé!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bruxelles – La Commissione europea, sta varando un provvedimento “salva banche”, ovvero dei piani di risanamento che  stabiliscano le misure da adottare in caso di deterioramento delle finanze degli istituti europei. Un “collasso finanziario” – per usare un eufemismo – che si "vuole evitare" ma ovviamente  non  nei confronti degli Stati (per far quello basterebbe ritornare a stampare moneta presso il Ministero del Tesoro dei singoli stati o presso le rispettive banche nazionali: magari soggette a provvidenziali quanto urgenti processi di rinazionalizzazione. Ma pare che lassù nessuno ne abbia voglia. Così facendo la pioggia di euro sulle banche cesserebbe di colpo!). Dunque la tecnocrazia – che ora spinge per MES ed eurobond, in pieno stile debtocracy – ha l'unico cruccio di reggere se stessa, cioè le banche che ne controllano a tavolino l'operato, sotto un lacerato ed impresentabile velo di democrazia. Banche – tra l'altro – già con forzieri strapieni solo con gli "spiccioli" del gettito costante apportato dagli interessi maturati sui titoli del debito pubblico degli stati dell'Ue (specie dei Piigs: titoli che, come ormai tristemente noto, garantiscono spread più alti, grazie al rating) tra i quali i "poveri istituti in crisi" hanno attinto a piene mani, al fine – è ovvio – anche di speculare sui disastri altrui e tra la piena indifferenza di Consiglio europeo (Monti, Merkel & Co), Commissione Barroso e Parlamento europeo. Che manna! Come raccogliere euro piovuti dal cielo! 

  Le parole chiave: "Crisi del sistema bancario"  

Poco male! Le parole chiave dettate ai giornali in questi ultimi giorni sono 4, e precisamente: "crisi del sistema bancario"! Ed allora, ecco che le soluzioni proposte dai tecnocrati di Bruxelles – panacee che ovviamente lasciano largamente a desiderare da tutti i punti divista – mettono ancora una volta al centro delle loro strategie attuative, gli istituti bancari: ricapitalizzati – è bene ricordarlo – con qualcosa come 4.500 miliardi solo negli ultimi  anni! (Ma che fine avranno fatto questi benefici euro?). Ciò, evidentemente, senza pensare nemmeno vagamente di mettere qualche limite alla loro autorità. Anzi! Il liberticida, dittatoriale e mostruoso Mes è ormai alle porte dell'Europa, anche se generato come non cancro, al suo interno! (vedi articolo pubblicato ieri in "Qui Europa")

  I 3 punti del "fantasioso" provvedimento della "Banda Barroso" 

Il provvedimento varato dalla “Banda Barroso”, si pone di riscrivere le regole per il settore in modo da arrivare ad un vero e proprio "blocco bancario europeo unico", basandosi su tre punti: 1) le azioni di prevenzione e i piani per "gestire la crisi" (anche se più che gestirla, gli europei chiedono in massa semplicemente di fermarla e non alimentarla!); 2) il rafforzamento della vigilanza: sperando che non sia analogo al sistema di vigilanza della Bce: completamente nelle mani dei banchieri privati che ne affollano il board di Francoforte, e che fanno il bello ed il cattivo tempo col l'euro, a svantaggio dei correntisti e degli stessi stati "sovrani"; 3) Delle azioni di "pseudo-salvataggio" delle banche: "da non realizzare – sempre secondo Barroso e Barnier – con i soldi dei contribuenti, ma con quelli delle banche stesse". Che poi alla fine sono, però, sempre quelle dei contribuenti! Come spiegare allora il rafforzamento dei coefficienti li riserva patrimoniale bancaria (Core Tier) di Basilea 3, ratificati nei giorni scorsi dallo stesso "democratico" Europarlamento? Bella domanda! Soprattutto in virtù della dittatura ad oltranza esercitata dagli stessi istituti di "ex-credito" – ci scuserete  la battuta – attraverso il credit crunch, l'assurda ed ingiustificata, ed aggiungiamo tirannica, stretta del credito che sta "staccando la spina" a migliaia di imprese europee.

  Lo zampino dell'Eba  

In più vi dovrà essere un'azione congiunta di controlli intensificati da parte dei 27 organismi nazionali di controllo e dell’Eba (Autorità bancaria Europea). L'Eba, cioè l'European Banking Authority, la stessa – diretta dall'taliano Andrea Enria (in questo momento gli italiani all'estero "vanno proprio forte", meno curiosamente in casa – vedi "Super Mario Monti") che avrebbe chiesto alle banche (guarda un pò!) di aumentare le proprie riserve non destinabili al mercato, per capirci! Allora, dopo le doverose spiegazioni, possiamo comprendere come all'interno di questo "perverso ed incontrollabile" sistema-gabbia, le "povere banche in crisi (?)" dovranno creare al loro interno “Fondi cuscinetto” di garanzia pari ad almeno l’1% del totale dei depositi coperti, per assicurarsi liquidità disponibile in caso di necessità. Ma la percentuale è destinata a salire vertiginosamente, visti i parametri di Basilea (vedi archivio "Qui Europa").

  Non più solo 4.500!  

Michel Barnier, Commissario europeo al Mercato Interno (ex ministro francese delle finanze)  ha  indicato quale  filosofia e ratio del provvedimento, quella di voler "affidare alle banche la responsabilità di pagare per esse", e non ai contribuenti, limitando secondo lui – il ricorso agli aiuti pubblici, soprattutto in tempi di austerità come questo. Che cuore! Barnier, nelle scorse ore, ha poi ricordato che la Commissione – precisamente nel 2008-2011 – ha approvato (come ribadiamo) aiuti di stato a favore delle banche per ben 4.500 miliardi di euro: cifra pari al 37% del Pil dell’Unione europea. Interventi che sono andati ovviamente a discapito nostro, delle famiglie europee  e di tutta la popolazione. Secondo Barnier, dunque, con la nascita della "Repubblica delle banche" tale problema non si ripresentarà più! E certo! Caro Barnier, le banche ora faranno da sé, e la "carta costituzionale" sovrana di Basilea 3 ne è la prova (vedi archivio "Qui Europa").

  Le Repubblica delle Banane e la Repubblica delle Banche  

Insomma è come riconoscere ufficialmente la nascita di una nuova repubblica: quella delle banche. E ciò proprio nell'anno della fine della sovranità della "Repubblica Italiana" affidata ad un governo di banchieri non eletti, proprio nell'anno del suo 150°  compleanno, e dopo una serie interminabile di – evidentemente – vuoti, vani ed inutili festeggiamenti per il Centocinquantenario. Feste e parate solenni portate avanti dal gran maestro Re Giorgio Napolitano I, con la stessa premura con la quale si è affrettato a chiamare – tra tanti – al Colle proprio un "non politico – non eletto" amico di banche, tecnocrati, organizzazioni occulte e banchieri di prima fascia (vedi Rockefeller: fondatore della celeberrima Trilateral Commission, della quale Monti è stato fino a "ieri" rappresentante di punta dell'Area Continentale Europea). Quanto a su, il primo aggettivo usato, relativo a "festeggiamenti" ("vuoti") è dovuto all'amara constatazione su quale sia stata la triste fine fatta oggi dal glorioso "Dettato Costituzionale" della Repubblica Italiana: modello che tutta l'Europa ci invidiava per misura e portata intrinseca, scritto tra il sangue e l'esperienza di uomini che nel dopoguerra fecero grande l'Italia, ponendola al centro del mondo senza armi e "opinabilissime missioni di pace".Vedi la storia del padre costituente Giorgio La Pira: deputato, costituente, (poi) sindaco di firenze, santo, amante del dialogo e della Pace tra i popoli e dedito all'elemosina ed alle altre virtù cristiane. 

  Un'ammissione indiretta: "banche al potere!"  

Nel suo discorso , Barnier, ha lasciato intendere in sintesi come al comando di Bruxelles ci siano gli interessi delle banche e come gli altri commissari, come lui, abbiano una scarsa rilevanza, rispetto a questo obiettivo “superiore”. Egli,  analizza la possibilità di smembrare la banca (in eventuale difficoltà) in due parti: una “good” e una “bad” company, nella quale mettere i titoli deteriorati per poi essere liquidata.

  Il Vero nodo dell'immorale sistema bancario  

Quella di Barnier è una mezza verità che però non ci convince per nulla: in realtà la direttiva di Bruxelles non va alla radice del problema poiché non pone barriere per impedire "disastri futuri" e "future speculazioni sul debito pubblico a danno dei contribuenti": chiamati a pagare a suon di finanziarie gli interessi alla banche: 80 miliardi circa, la quota d'interessi sui titoli di stato, pagata solo quest'anno dai contribuenti italiani. Inoltre il provvedimento  non elimina la possibilità (o l'alibi)  per le banche, di mettere in atto operazioni a lungo termine qualora non disponessero di risorse reali e proprie; né tantomeno bandisce le famigerate operazioni in derivati, quelle over-night (inique ed immorali – vedi archivio "Qui Europa") e non pone sotto controllo le cosiddette operazioni "off-shore": tra le cause principali del dissesto economico-finanziario a livello mondile. I liquidi detenuti dalle Banche europee – che rappresentano i risparmi di chiunque li abbia depositati, e quindi non sono di proprietà delle Banche – vengono usati da queste ultime, sia per i prestiti ma anche per acquistare titoli che consentano loro di diventare azioniste di altre banche e altre imprese, creando azioni di tipo speculativo, o di speculare sulle disgrazie recenti delle famiglie italiane, greche, spagnole, portoghesi, irlandesi e – pare – anche cipriote. L'ultimo paese sotto attacco dei mercati: il quarto che potrebbe subire l'onta barbara della Troika (Ue, Bce e Fmi).

Sergio Basile, Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)

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