Basilea 3 e la dittatura della casta bancaria – Vogliono uccidere le Pmi

Mercoledì, Maggio 23th / 2012 

– di Silvia Laporta –

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Basilea 3 e la dittatura della casta bancaria

Vogliono uccidere le Pmi

Italia, paese più penalizzato d'Europa: 66 Pmi ogni

1ooo abitanti

Media: L'inaccettabile omertosa spirale di silenzio di Tv e

giornali

Bruxelles – L’europarlamentare del Pdl, Alfredo Pallone, tenta di indorare la pillola, ma non una pillola qualunque, stiamo parlando di Basilea 3: cioè il "sacro regolamento delle banche sovrane"! Per capirci. Questo tentativo si chiama “Pmi Supporting Factor,”un fattore di sconto per l’accesso al credito, rivolto alle piccole e medie imprese, che permetterà agli istituti di credito di operare con maggiore libertà nella concessione dei prestiti. Come abbiamo già ampiamente trattato noi di “Qui Europa”, il“ regolamento” di Basilea 3, prevede l’innalzamento del capitale che le banche  devono detenere, che passa dall’8  al 10,2% del patrimonio, per aumentare – dicono – “la stabilità del sistema bancario e la sua capacità di assorbire le perdite”, scongiurando – secondo retorica – l’innescarsi di altri focolai di crisi. Ma questo è quello che dicono loro – i membri della casta bancaria  al potere, e maggiordomi sottostanti –  ovviamente!

  Basilea 3: La dittatura delle banche  

La verità è che Basilea 3, non fa altro che regalare la piena autonomia alle banche. In questo modo, infatti, si fornisce  loro un insolito e pericoloso arbitrio: quello di decidere autonomamente di chiudere o limitare il “rubinetto del credito” da erogare. Ma non spettava al popolo ed ai suoi rappresentanti decidere ciò? Inoltre per adeguarsi all’accordo, le banche, dovranno raccogliere nuovo capitale, ridurre le attività di portafoglio oppure aumentare il costo del credito. Se non è dittatura questa? Il problema è come trasmettere il pericolo ad un Europarlamento sordo, cieco e muto? E' questa la vera sfida del 2012.

  Media: L'inaccettabile omertosa spirale di silenzio  

Da cittadini europei, dobbiamo accettare passivamente le decisioni che vengono prese a Bruxelles  dai  governi che ci "rappresentano", senza la  possibilità né di opporsi, né tantomeno di conoscere fino in fondo cosa quel determinato provvedimento comporterà. I mezzi di comunicazione di massa tradizionali non sono schierati dalla nostra parte di “comuni mortali” e non ci forniscono le informazioni necessarie, ma soprattutto veritiere, facendo cadere in una omertosa “spirale del silenzio” tutte quelle notizie che potrebbero nuocere ai “piani alti”. E’ proprio per questo che non tutti sono a conoscenza di quello che comporterà la piena adozione del sistema Basilea 3. La particolare attenzione posta sul capitale e la scelta di far passare in secondo piano altri requisiti ritenuti altrettanto importanti ha come inevitabile conseguenza la penalizzazione di tutte quelle economie che fanno affidamento sulle banche per il loro finanziamento e, quindi, per il loro sviluppo.

Aumento del costo degli impieghi e riduzione del circolante

L’aumento dei requisiti patrimoniali, inoltre, aumenta il costo del capitale e, di conseguenza, quello delle passività complessive. A questo punto, dunque, appare ovvio che l’introduzione delle nuove regole porterà ad un aumento del costo degli impieghi e quindi ad una riduzione del capitale circolante, circostanza che potrebbe avere conseguenze rilevanti sull’economia di alcuni paesi, tra cui l’Italia. Ad essere penalizzate, saranno proprio le Pmi e quindi a subire i maggiori effetti negativi nell’attuazione di Basilea 3, saranno soprattutto i paesi europei caratterizzati da una forte presenza di piccole e medie imprese. Quindi l’Italia, in primis!

 La strategia: vogliono uccidere le Piccole e Medie imprese 

Le Pmi, in Italia, sono molto diffuse sul territorio, più della media Europea: si contano 66 imprese ogni mille abitanti, contro una media Europea di 41,4. Ma, cosa importante, sono proprio queste piccole e medie aziende che Italia costituiscono la fonte primaria di lavoro occupando addirittura l’81,5% contro la media Europea di 67,4%! In tutto ciò, la quota del finanziamento bancario sul totale di debiti finanziati per le imprese italiane era pari al 67%, contro il 43% del Regno Unito e il 33% degli Stati Uniti. Cosa dicono questi numeri? Semplicemente non fanno altro che ripeterci sempre la stessa cosa: le aziende italiane sono le più indebitate delle loro equivalenti europee!

  Pmi Supporting Factor  

In questa situazione l’azione del Pmi Supporting Factor, mirà a ridurre la quantità di capitale che le banche devono accantonare per i crediti erogati alle piccole e medie imprese. Si vuole introdurre uno speciale moltiplicatore, pari al 76,19% per far si che per i prestiti alle Pmi sia concesso uno sconto e consentire che l’accantonamento di capitale resti invariato rispetto alle norme attualmente in vigore.

Silvia Laporta  (Copyright © 2012 Qui Europa)

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