Primavere Arabe e Balle Mediatiche

Sabato, Febbraio 16th/ 2013

– di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile – 

Viaggio tra le Primavere Arabe  / Esteri / Mondo arabo / Primavere arabe / Tunisia / Medio Oriente / Nord Africa / Rivoluzioni / Proteste / Ribelli / Avere vent'anni a Tunisi e al Cairo / Europa / Occidente / Libertà individuali / Diritti umani / Politica / Crisi / Unione Europea / Indifferenza occidentale / Cultura / Sessantotto / Khaled Fouad Allam 

Primavere Arabe e Balle Mediatiche

Come il Sistema ci Distrae e ci "Disinforma"

L'Analisi del sociologo algerino Fhaled Allam

e la contro-analisi di "Qui Europa" sul 

Fenomeno delle "Primavere"

Occupy Wall Street - Otpor

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma, Tunisi, Il Cairo, New York – “Avere vent’anni a Tunisi e al Cairo” è il titolo del nuovo libro del sociologo algerino  Khaled Fouad Allam, opera nella quale l’autore propone una lettura personale ed originale delle varie rivoluzioni che sono scoppiate in seno al mondo islamico. Le "Primavere Arabe" sono ormai famose in tutto il globo, e con questo termine, come noto, vengono indicate e dipinte rivolte e manifestazioni che, a partire dal 2010, hanno interessato le regioni del Medio Oriente, del vicino Oriente e del Nord Africa. Ma invero  – senza voler bocciare in prima seduta Allam – come vedremo le "cosiddette primavere" hanno genesi negli anni Novanta proprio in Europa. Tra le ragioni manifeste che hanno contribuito a sollevare il polverone delle ribellioni ritroviamo senz'altro in molti casi la corruzione; in alcuni casi la limitazione di alcune libertà individuali; la fame e la cosiddetta "violazione dei diritti umani": termine, quest'ultimo, che oggi – tuttavia –  in ambito internazionale vuol dir tutto e non vuol dir nulla. Anche perchè tali diritti – come ci insegna l'indimenticato maestro Norberto Bobbio – vengono applicati a convenienza (specie in Occidente) e a discapito degli stati o dei gruppi sociali più deboli. Senza farci nessuna illusione di sorta è palese come oggi il diritto di un abitante della Costa d'Avorio non sia minimamente paragonabile al diritto di un cittadino francese, specie se questi è un rappresentante di spicco della cosiddetta "società bene", o il membro di un esclusivo club. Stesso dicasi per il diritto di un cittadino siriano  (specie se cristiano) rispetto magari al diritto di un cittadino statunitense: anche se – ad onor di cronaca – nei "democratici" Usa sono molti a rimpiangere il Presidente Kennedy (soprattutto dopo la "svolta"/rotta speculativa imposta alle banche da Bill Clinton e perseguita fedelmente dallo stesso Obama, e dopo l'altra svolta "bellica" protesa alla "conquista del mondo" impressa con maggior furore ed enfasi proprio dopo l'11 Settembre, sulla falsa riga del "Buon" vecchio Bush in Iraq e Kuwait)Stesso dicasi per un cittadino dello Stato d'Israele rispetto ad un cittadino palestinese. L'esempio forse più emblematico di ciò è il muro di regregazione che ancor'oggi separa Betlemme dal resto del mondo. 

 La Primavera della Disinformazione 

Ma cosa si nasconde in realtà dietro le cause "ufficiali" delle "celeberrime primavere"? Semplice! Si mimetizzano e celano gli interessi più bassi e iniqui di un Occidente decadente e privo d'identità. O meglio, di un Occidente in crisi di coscienza e reo di aver messo da parte la sua "gloriosa anima", in preda ad un'irrefrenabile isteria modernista, mondialista, dissacrante ed illuminista. Verità chiara ad una percentuale risicatissima di distratti cittadini italiani, europei ed occidentali in genere; ad una percentuale larghissima di cittadini sudamericani e praticamente a tutti i Mediorientali e gli Africani intellettualmente onesti e "non in vendita". Quindi mercenari esclusi, s'intende! E già! Proprio l’Occidente che decanta il rispetto dei diritti dell’uomo – come nota anche Allam nel libro in esame – è spesso rimasto a guardare come spettatore e quando ha agito, invece, lo ha fatto solo nel tentativo di influenzare i cosiddetti "ribelli". Termine che ormai fa spessissimo rima con "mercenari".  D'altronde, la definizione “Primavera Araba” è arrivata proprio dall’Occidente, cui sistema mediatico ha provveduto a modellare le notizie relative alle proteste rendendole credibili e soprattutto “vendibili”.  Divulgandole in maniera sistematica e invadente, creando disinformazione di massa. “La cultura europea – secondo Allam – ha riflettuto sulla notizia legata all’attualità e questo è un forte limite perché le rivoluzioni vanno studiate e lette nel lungo termine, essendo fenomeni particolarmente complessi”. 

 I Limiti del Progetto Euromediterraneo e la politica estera Ue 

Il giornalista e sociologo nell'opera si dimostra poi molto pessimista in merito al progetto Ue "Euro-Mediterraneo", piano che prevede una cooperazione tra i paesi europei e quelli del Medio Oriente: “L’Europa è in difficoltà e non è in grado di aiutare se stessa – ammette – come potrebbe aiutare gli altri?  E' stato questo il suo lapidario commento in una recente intervista. L'autore si è detto inoltre particolarmente deluso dall’atteggiamento europeo, ovvero quello di una potenza che – a suo dire – è "rimasta a guardare passivamente", lasciando spazio all’intervento di altri soggetti come la Cina, la Russia o la Turchia. Certo, il sanguinoso e cruento embargo deciso ed inflitto ai danni dell'Iran (giusto per fare un esempio – Vedi articolo in allegato) non lo definiremmo proprio un atto di inerzia, ma di inopportuna ed iniqua ingerenza filo-sionista. Che dire poi della cecità dell'Ue sulle grandi manovre coloniali della Francia in Africa e delle sue 14 colonie condotte a regime di schiavitù reale (vedi video in allegato) in un nuovo barbaro slancio colonialistico? Mah! Probabilmente Allam dovrebbe guardare meno televisione e girare più il mondo!

 Il Filo Sottile della Disinformazione  

Un ulteriore appunto che ci sentiamo di muovere al sociologo è quello relativo alla mancata denuncia dei veri capo-fila di queste primavere: Israele, gli Usa e la Nato. Non ammettere la responsabilità palese e pluri-documentata delle tre prime-donne del teatrino geopolitico internazionale vuol dire – a nostro avviso – contribuire a sostenere quella disinformazione che in forma molto blanda e sommaria lo stesso denuncia. Come inquadrare allora Khaled Fouad Allam? Un altro profeta del nulla? Oppure un profeta a metà? Mah! Giudicate voi!

 Sessantotto e Primavera Arabe – Un Accostamento Forzato 

Un ulteriore spunto di analisi illuminante, lo cogliamo nel confronto tra le "primavere arabe" ed il ’68 occidentale, proposto dall’autore algerino. Allam fa cadere la tesi di un ’68 arabo specificando come i problemi affrontati in quella particolare epoca di "rivoluzioni" e "cambiamenti" oggi vengano affrontati diversamente a seconda della cultura di riferimento. “Il ’68 – sostiene lo scrittore – ha portato alla luce la questione dell’uguaglianza tra uomini e donne, al contrario di quanto è avvenuto nel mondo arabo in cui la donna viene considerata solo complementare all’uomo. Ma anche su questo punto Bobbio avrebbe avuto tanto da controbatterePertanto – secondo l'autore – "non si tratta di una rivoluzione sociale”.  Ma, se vogliamo dirla tutta, il '68 se per un verso contribuì ad infiammare la partecipazione sociale ed a svegliare gli animi, dall'altra fu causa anche si molti disordini e degenerazioni sociali, contribuendo a sfaldare il concetto di famiglia tradizionale. E poi francamente le due esperienze non sono assolutamente paragonabili: la prima fu un fenomeno sociale molto complesso con riflessi che toccarono anche la questione sociale ed operaia; le cosiddette "Primavere Arabe" al contario restano fenomeni puramente indotti e spinti fondamentalmente da fattori specificatamente economici e geopolitici, impregnati di mondialismo ed imperialismo occidentale.

 Dietro il paravento delle correnti primaverili 

Inoltre queste ultime hanno trovato e trovano genesi in un inquietante e nuovo fenomeno: quello delle "rivoluzioni programmate" a livello "accademico", attraverso l'istituzione di vere e proprie "scuole sovversive" dedite al rovesciamento programmato e mirato dei regimi. Esempio emblematico di ciò è Otpor, una vera e propria "revolution training school" protesa alla pianificazione strategica delle sommosse popolari, nata in Serbia su spinta dei potentati Occidentali al tempo della caduta di Milosevic, e contraddistinta da un simbolo curiosamete presente in tutte le piazze ed i teatri delle idolatrate "Primavere": un pugno chiuso. Il pugno chiuso di Otpor. (vedi video in allegato) Simbolo conosciuto in tutto il mondo, ed usato perfino sul sito ufficiale di "Occupy Wall Street".

 NON-Occupy Wall Street 

Evento quest'ultimo in forte odore di "bluff". Pochissimi sanno, infatti, che il sito ufficiale di Occupy Wall Street è stato registrato a New York presso la sede della "Lucis Trust": organizzazione "illuminata" dedita alla New Age (Religione del Nuovo Mondo o della "Nuova Era") che ha sede presso il palazzo dell'ONU e che prende curiosamente parte a tutte le assemblee generali dell'ONU. L'unica a farlo, pur non essendo rappresentante di alcun stato o membro ufficiale dell'Assemblea delle Nazioni Unite. Non a caso, infatti, il gruppo originario che mise in scena le plateali e fumose proteste di Occupy Wall Street (proteste – guardacaso – curiosamente benedette da Mario Draghi, nonché da molte massonerie occidentali ed italiane – vedi video in allegato) fu ripreso in diverse circostanze, e da molte tv, in curiose e scenografiche meditazioni yoga di gruppo: tipiche pratiche care alla nuova religione mondialista nota come "New Age". 

 La Vera Rivoluzione Culturale 

Pertanto, come vedete, la verità ufficiale dei media – e specie di quelli occidentali – è spesso ben più complessa e (per così dire) "codificata" di quella che appare e che vorrebbero darci a bere. La vera rivoluzione, oggi, in questo "mondo-spot" è quella di riuscire a leggere tra le righe della storia ufficiale mantenendo integra la propria onestà intellettuale e vivo ed integro il proprio spirito critico, al di là della spazzatura mediatica che ogni giorno ci soffoca, umiliando la nostra intelligenza e creando in noi "false consapevolezze" che ci rendono schiavi di noi stessi e delle ombre che ci sovrastano. 

Maria Laura Barbuto, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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  Video Correlato                                                                                                                    
 
http://vimeo.com/31762541

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