L’Europarlamento e i paradossi finanziari di Strasburgo

Sabaro, Marzo 31th/ 2012

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L'Europarlamento ed i paradossi finanziari

e democratici di Bruxelles e Strasburgo – 

Approvata la relazione Vaughan: ancora aumenti per

il budget dei deputati europei e niente fondi

ai partiti "non rispettosi dei diritti". 

E' un altro eurobavaglio politico? –

Diversivi: la "retorica" dei "congelamenti" e

la solita storia della sede unica.

Bocciato intanto l'emendamento contro la 

faraonica  "Casa dell Storia Europea"

Bruxelles – Nella giornata di ieri il Parlamento europeo ha approvato la relazione del laburista britannico Derek Vaughan, passata con 548 voti utili su 609, con la quale l’assemblea ha deciso di sospendere i finanziamenti ai partiti europei non rispettosi verso i diritti umani ed i principi di libertà. Ma quel che lascia alquanto perplesso il nostro Osservatorio, è la domanda su chi decida in ultima istanza se un diritto possa essere stato leso o meno. Pertanto una domanda sorge spontanea: “Quali sono i parametri di verifica e riferimento in base ai quali sospendere i fondi?” La sospensione dei fondi, in tal senso, potrebbe tradursi in una sorta di bavaglio democratico, o minaccia alla libertà di azione politica?

  L'arma dei "diritti"   

Troppo spesso – come ci insegna il grande ed indimenticato filosolo e politologo Norberto Bobbio – in nome della difesa dei diritti umani e dei principi di libertà, sono stati commessi i più grandi crimini della storia con il benestare di molti influenti media, che hanno finito per rincitrullire l’opinione pubblica, togliendo ai distratti cittadini ogni capacità di critica. Sulla strada della “difesa dei diritti” sono state commesse le più grandi atrocità: si pensi alle campagne dei guerrafondai Bush in Medioriente per “esportare la democrazia”(come se si trattasse di una partita di banane). Semplicemente ridicole, a dir poco, e mistificatrici di realtà ben diverse e cupe! O alle tante missioni di pace che di fatto di pace non sono – che vedono impegnate su monti fronti anche l’Italia, o quel che resta dell’ex-Bel Paese, svenduto alla causa liberista – e che spesso, però, impegnano oltre al 40% del budget degli stati. Come dire: gli Italiani oggi lavorano e pagano le tasse soprattutto per acquistare armamenti e pagare debiti a banche e sottoscrittori dei titoli di stato: sempre più costosi per via di uno strumento, lo spread, impacchettato a dovere dalle caste o “confraternite” politiche (anche di casa nostra) con la complicità delle agenzie di rating e la copertura insulsa di buona parte dei media nazionali che si limitano a parlare del “livello dello spread quotidiano”(ripetendo da mesi una stancante e vuota filastrocca) senza dire che è uno strumento illegittimo, anticostituzionale e da abolire immediatamente, perché simile ad una truffa legalizzata. Chi sostiene la legittimità di tale sistema andrebbe subito licenziato, perché non conosce i fondamentali dell’economia, della politica, della Costituzione e della stessa democrazia.

 Il paradosso del Bilancio 

Ma nella relazione votata ieri, a parte questo punto che potrebbe far sfociare l'Eurocamera nella censura più bieca, gli eurodeputati hanno stabilito che il bilancio del Parlamento europeo per il 2013 sarà congelato. Ma non congelato nel vero senso della parola. Che avevate capito! Ovviamente "congelato  in termini reali": come dire, "non lo aumentiamo, ma lo aumentiamo!". Ovvero, aumenterà – poteva essere altrimenti? – ma solo  dell'1,9%: percentuale pari al tasso di inflazione medio europeo, per un totale di 1,76 miliardi di euro. Scelta che in tempo di “crisi-indotta e forzata”, o psedudo-tale, ci pare davvero paradossale. Per addolcire la pillola, poi, gli eurodeputati sono tornati a chiedere la sede unica, ovvero lo stop al mensile trasferimento della plenaria da Bruxelles a Strasburgo: transumanza in effetti costosissima e paradossale (con tutti gli effetti colleterali incorporati nell'operazione) non prevista da nessuna costituzione, ma semplicemente dai Trattati Ue, difesa allo stremo dalla solita Francia, che oppone il veto all’abbandono della sede di Strasburgo (foto) per motivi tanto economici quanto di prestigio.

  Il finanziamento milionario alla "Casa della Storia Europea"  

Altra nota stonata, poi, la bocciatura di un emendamento presentato dal rappresentante del Carroccio, Claudio Morganti, che chiedeva di abolire gli stanziamenti – bollandoli, forse a ragione, come un inutile spreco di denaro – per la “Casa della Storia Europea”: progetto faraonico voluto nel 2007 dal presidente Hans Gert Poettering che sfiorerebbe nel complesso (solo nella fase iniziale) 66 milioni di euro: 31 milioni per la realizzazione; 21,4 milioni per l'allestimento e 13,4 –all'anno – per soli costi di gestione. Lapidaria ed eloquente la risposta alla bocciatura dell’emendamento da parte del leghista: “Non capisco – ha commentato – come si possa concepire la spesa di milioni di euro per la Casa della Storia europea, un’opera che, visto il momento storico, rischia di trasformarsi in 'Mausoleo funebre dell'Unione europea”. Come dargi torto? Peccato che molti deputati europei di casa nostra evidentemente la pensino in maniera diversa, avallando questi sperperi, mentre in Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna (Paesi P.i.i.g.s.) ogni giorno che passa nuove famiglie affollano nella disperazione i marciapiedi di stazioni e piazze, alla ricerca di cibo e giustizia.

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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2 Responses to L’Europarlamento e i paradossi finanziari di Strasburgo

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