ACTA: Il voto dell’Eurocamera su Censura Web

Lunedì, Luglio 2nd / 2012

– di Sergio Basile – 

Parlamento europeo / Petizione popolare / Unione europea / Acta / Accordo anticontraffazione / Accordo liberticida / Multinazionali / Diktat / Diritti / Censura / Web / Europa / Usa / Obama / Fascicolo istituzionale /  Consiglio  europeo / Ratifica / Sequestro / Confisca / Arresto / Risarcimenti 

ACTA: Mercoledì il voto dell'Eurocamera sul

Trattato pro-lobby più liberticida di sempre

La minaccia della Commissione europea

Petizione-record sottoscritta dal "Popolo Anti-Acta":

2,4 milioni di europei contro la censura commerciale e web 

e milioni di giovani a protestare nelle piazze europee

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Libertà dei popoli a rischio – Ecco cosè l'ACTA  

Bruxelles – In Estate, come spesso accade, vengono prese decisioni importanti destinate a mutare equilibri economici e giuridici e ad incidere sula vita democratica dei paesi. Sarà una casualità, ma fu così, ad esempio, nel 1992, quando in Italia, il governo Amato privatizzò di fatto la Banca d'Italia, regalandone il controllo alle banche private, che entrarono in possesso del 96% delle azioni dell'istituto, avviando un gravissimo processo di perdita della sovranità monetaria ai danni del popolo italiano. L'estate 2012 sarà invece ricordata (anche se la TV ed i giornali fanno finta di niente, continuando ad occuparsi di notizie secondarie) per l'entrata in vigore del distruttivo e liberticida MES (Meccasismo Europeo di Stabilità al quale abbiamo dato nella scorsa settimana moltissimo spazio) ma anche per l'imminente votazione presso il Parlamento europeo, del Trattato Internazionale chiamato ACTA: definito da numerosi osservatori internazionali e giuristi come il più liberticida ed antidemocratico trattato mai predisposto, firmato e ratificato, dai tempi dell'antica Roma. Da mesi ne parliamo, ma visto il voto impellente previsto per il prossimo mercoledì 4 luglio, proviamo a farvene una schematica sintesi.

 ACTA – Tra Retorica e Disinformazione  

L'ACTA (Anti Counterfeiting Trade Agreement) è un accordo commerciale internazionale e plurilaterale che  – di facciata – servirebbe a dettare regole più efficaci per la cosiddetta "pirateria on-line", ovvero per contrastare la pirateria informatica e tutelare il copyright. Esso fu firmato a Tokyo lo scorso 26 gennaio 2012. Tra i paesi aderenti anche il Canada, gli Usa, l'Italia e gli altri Paesi Ue: ad eccezione di Germania, Olanda, Estonia, Slovacchia e Cipro. Ma analizzando i contenuti dell'Acta, fin dai mesi scorsi abbiamo informato i nostri lettori come in realtà, esso, dietro lo slogan retorico di una presunta difesa dei consumatori e del diritto d'autore, vada a minare una serie piuttosto ampia di diritti e libertà fondamentali dei singoli cittadini. In particolare le principali libertà economiche, così come la libera possibilità di esprimere il proprio pensiero sul web: a vantaggio delle grandi multinazionali e dei gruppi di potere. ( Per saperne di più vedi il video nella Galleria Multimediale di "Qui Europa" http://www.youtube.com/watch?v=72sxGIfqakg&feature=related)

  USA – Il Tranello di Barack Obama  

Negli Usa, Obama, avrebbe imposto l’approvazione dell’Acta, senza passare dal Congresso: molti osservatori internazionali hanno bollato questo comportamento come gravissimo ed ingiustificabile. Come un atto di prepotenza; un inaccetabile processo antidemocratico. Il pretesto del Presidente Usa – usato a sua discolpa – sarebbe stato quello di aver agito nel tentativo di difendere i diritti d’autore ed i diritti delle aziende titolari di brevetti. Ma Obama non avrebbe replicato alle critiche dei suoi detrattori, celandosi dietro una presunta scelta di difesa della "sicurezza nazionale". 

  Petizione da Record  

Da gennaio, dunque, è partita una dura lotta degli attivisti Anti-ACTA, che in Europa ha visto lo sfociare, il crescere e l'estendersi della protestaa a macchia d'olio e nelle principali piazze europee: da Praga a Stoccolma, da Varsavia a Berlino, da Parigi a Vienna. Tali proteste hanno portato ad un risultato storico – ciò malgrado in Italia (tra gli ultimi paesi al mondo come libertà di stampa ed informazione) giornali e Tg, come spesso accade, abbiano fatto finata di nulla, lasciando in una pressocché totale ignoranza la popolazione. Malgrado ciò, i giovani attraverso il web, hanno promosso a Roma il "No-ACTA Day", lo scorso 9 Giugno, riempiendo le piazze della capitale di migliaia di attivisti e semplici cittadini protesi a denunciare i gravissimi pericoli del trattato: tra i promotori del "No-Acta Day" il "Partito Pirata Italiano" . La petizione per il blocco dell'Acta è stata sottoscritta – dopo centinaia di manifestazioni in tutta Europa –  da 2,4 milioni di europei ed è stata ritenuta “ricevibile in via urgente” dalla Commissione parlamentare competente di Bruxelles, presieduta dall'eurodeputata italiana Erminia Mazzoni (Pdl). Tale commissione  ha impiegato meno di un mese ad accogliere la richiesta, dimezzando di fatto i tempi previsti per il rispetto dell'iter tradizionale. Nella petizione i ricorrenti  hanno sostenuto il fatto che l'accordo fosse stato negoziato in segreto da una circoscritta élite di paesi ricchi, da grandi lobby e da poteri aziendali forti, istituendo di fatto un'intesa anticontraffazione che permetterebbe a chi ha interessi privati di sorvegliare tutte le attività online e commerciali dei cittadini di tutto il mondo''. 

  Rischi e Ingerenze dell'ACTA  

E’ doveroso ricordare che le multinazionali con l’Acta godrebbero di una posizione di assoluto vantaggio sui piccoli consumatori e sulle piccole aziende, in forza della semplice esistenza di un brevetto o di un diritto d’autore, tale da permettere di porre in essere spropositate ed ambigue misure di censura e difesa che di fatto potrebbero limitare fortemente le libertà dei singoli, creando una sorta di dittatura commerciale, ed imbavagliando – tra l’altro – una delle poche fonti di informazione rimasta (parzialmente libera): il web

  1 – Competenza dell'azione legale  

L'ACTA implica, dunque,  sconcertanti limiti alle libertà personali, che favorirebbero il libero gioco delle multinazionali. Esso, infatti, non chiarisce in modo esaustivo e sufficientemente chiaro la "scala commerciale" e gli ambiti di competenza ed azione legale nei confronti dei diritti d'autore, e dei loro presunti violatori.

  2 – Provider poliziotti di rete  

Inoltre l'Acta implicherebbe il paradossale ed improprio riconoscimento dei provider e dei fornitori di servizi Internet quali "poliziotti"  di rete, con contestuale

  3 –  Riconoscimento automatico di Rimborsi e Indennizzi Iniqui  

riconoscimento ai titolari dei diritti (spesso iniqui e sbilanciati) di chiedere rimborsi elevatissimi in seno ai presunti trasgressori.  Molta confusione l'Acta la fa poi sull'entità dei rimborsi. Insomma (come già trattato negli articoli pubblicati in "Qui Europa" nelle scorse settimane) si tratta di un documento che potrebbe compromettere per sempre – ed in negativo – i rapporti tra operatori commerciali e tra operatori e società civile. Il tutto vertirebbe sul rispetto dei brevetti e dei diritti d'autore acquisiti. Ma d'altra parte è anche doveroso ammettere che molte multinazionali – oggi come in passato – hanno volutamente acquistato e/o registrato dei diritti d'autore su rivoluzionarie invenzioni per poi magari naconderli nei loro cassetti, e poter godere – senza alcuna limitazione ed in regime di monopolio – di diritti illimitati. Ciò ha portato tali grandi colossi economici ad operare in mercati "anti-concorrenziali" in regime di monopolio. E questo anche in settori particolarmente delicati e ampi come ad esempio l'agricoltura o il settore farmaceutico

  4 – Blocco illeggittimo su semplici supposizioni di violazione  

Il Trattato permetterebbe inoltre alle multinazionali di bloccare i "presunti trasgressori" senza attendere il preventivo e tempestivo intervento della legge. L'attività di un presunto trasgressore, dunque, potrebbe essere bloccata a discrezione della multinazionale di turno, ed in maniera del tutto arbitraria e preventiva: sulla base, cioè, di semplici supposizioni di violazione. Davvero assurdo!

  La bocciatura delle Commissioni parlamentari  

Ecco perchè fin dai mesi scorsi l'ACTA, a Bruxelles,  ha inanellato una sfilsa di pareri negativi e bocciature presso tutte le commissioni parlamentari competenti. Tra Maggio e Giugno, 5 commissioni  lo hanno rigettato: la LIBE (Libertà Civili, Industria e Affari Interni, che lo bollò come non rispettoso dei diritti fondamentali dell'Ue) la ITRE (Commissione Industria, Ricerca ed Energia, che lo bocciò ritenendolo non rispettoso degli equilibri tra stakeholder); la IURI (Commissione Giuridica); la DEVE (Commissione Sviluppo) e la INTA (Commissione Commercio Internazionale). Ciò a portato ad accogliere la petizione e a decidere di giungere alla pronunzia diretta del Parlamento europeo, senza attendere il parere della Corte di Giustizia. Dunque l'Eurocamera sarà chiamata a ratificare o respingere il trattato il prossimo 4 luglio. 

  La Minaccia della Commissione europea 

Ma nelle score ore molto scalpore e sconcerto hanno suscitato le dichiarazioni del Commissario europeo per il Commercio – il belga Kerl De Gucht – il quale non solo si è schierato apertamente a favore dell'ACTA, ma a rilanciato la sua controffensiva in favore dei "diritti" (sarebbe più giusto parlare di ingerenze e monopoli di fatto) acquisiti dalle multinazionali e dalle grandi lobby (i veri beneficiari del trattato) sostenendo che "non importa affatto cosa voterà il Parlamento europeo il 4 luglio, poichè a decidere sarà la Corte Europea, e qualora anche quest'ultima dovesse pronunziarsi a sfavore della ratifica del trattato, l'ultima parola spetterà alla Commissione europea (che è – ricordiamolo – una commissione di non eletti) che apporterà solo piccole modifiche e comunque lo ripresenterà per l'approvazione".

  L'uscita "bassa" dell'eurodeputata Gallo 

Ma ad accogliere e lodare le dure quanto spropositate parole del commissario De Gucht, c'ha pensato l'eurodeputata francese Marielle Gallo, secondo la quale, addirittura, "le proteste contro l'ACTA sono una forma di terrorismo". No comment! Parole, queste, davvero lontane mille miglia dai problemi di quotidiana sopravvivenza dei piccoli operatori commerciali schiacciati dallo strapotere delle multinazionali, e pronunziate con disinvoltura, malgrado i palesi limiti sopra-evidenziati, e malgrado milioni di europei siano apertamente a sfavore dell'ACTA.

  "Democrazia in Azione!" – La Replica del Partito dei Pirati  

Evidentemente qualcosa non va! Che democrazia è mai questa? Intanto, a poche ore dal fatidico voto,  mobilitazioni anti-Acta continuano a susseguirsi in tutte le principali piazze d'Europa, sulla scia della linea cinematografica suggerita dall'ormai mitico "Anonimous", ed è giunta pronta la replica alle parole di Marielle Gallo da parte del "Partito dei Pirati", secondo il quale "se a Bruxelles pensano che la difesa dei diritti dei più deboli sia una forma di terrorismo, allora è giusto andare avanti con questo terrorismo, che gli europei giudicano invece democrazia in azione".

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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