Salva la legge 194 contro il “Miracolo della Vita” – Salve, per ora, le coscienze sporche

Venerdì, Giugno 22st / 2012

–  di Maria Laura Barbuto –

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Aborto: Rimane intatta la legge

194 delle coscienze sporche

Scontro politico e sociale: il caso sollevato

da una 16enne di Spoleto

Chiede di interrompere la gravidanza senza 

coinvolgere i suoi genitori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma – La legge 194 del 1978 che disciplina i casi di interruzione volontaria di gravidanza non verrà toccata: questa è la decisione della Corte Costituzionale che, nelle scorse ore, ha dichiarato “manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale” dell’articolo 4 della suddetta legge sollevata da un Giudice tutelare di Spoleto, a seguito della richiesta di aborto da parte di una ragazza 16enne, con il mancato coinvolgimento dei propri genitori. Il Giudice di Spoleto si era basato su quanto stabilito, nell’ottobre del 2011, dalla Corte di Giustizia Europea che si era pronunciata “riconoscendo l’embrione come un soggetto da tutelare in maniera assoluta”. E’ vero che la sentenza riguardava le pratiche scientifiche portate avanti sui concepiti, ma è altrettanto vero che il principio morale che ha regolato la decisione del Giudice tutelare di certo non è sbagliato.

  Scoppia il caso sui Social Network  

La vicenda, da scontro giuridico, si è trasformata in un vero e proprio scontro politico e sociale: la sinistra italiana e la maggior parte dei membri del Partito Democratico hanno cantato vittoria a seguito dell’esito della vicenda, al contrario, ovviamente di tutti coloro che hanno deciso di dire “si” alla vita. I Social Network hanno riportato milioni di post sulla vicenda ed, anche in questo caso, il popolo internauta appare spaccato tra coloro che supportano la legge 194 e coloro che disegnano il sogno della sua “fine”.  

  Un bambino non è mai un errore!  

Ma l’argomento assume ulteriore importanza se si pensa che una ragazzina  di 16 anni non ha avuto la maturità di capire che un bambino non è mai un errore e che, qualora lo considerasse tale, non può pagare per errori commessi da altri, però ha avuto la prontezza di rivolgersi ai Tribunali ed affidare alla giustizia due vite: la sua e quella del suo bambino, che vuoi o non vuoi, è parte di lei. Purtroppo, l’aborto è praticato con estrema facilità e, soprattutto, chi si sottopone a questa pratica omicida, spesso, non è nenache consapevole delle conseguenze che una donna dovrà vivere con il passare del tempo. Mamme mancate, la cui coscienza non verrà di certo ripulita dalla giustizia: ogni uomo e ogni donna, in merito alla propria unione, ha una missione da compiere nel suo percorso, una missione cristiana legata alla volontà di Dio che ci rende partecipi del ciclo naturale della vita.

  Corpo e anima – La vita è sempre un miracolo!  

Ecco, non contribuiamo a snaturarlo ed a snaturaci. Nessuno può pagare per gli errori degli altri. Il problema non è un bambino in grembo, ma è l’incoscienza che ha dominato gli istinti: ed è proprio questa che meriterebbe di essere punita.  Ma malgrado tutto crediamo che la vita, ogni vita, non sia un caso. Per il cristiano tutto corrisponde ad un preciso disegno di Dio, che può passare anche da presunti "errori" o "disgrazie". Non dobbiamo mai dimenticare che ogni vita ha anche in se un'anima che il Creatore genera all'interno del grembo materno fin dal momento del concepimento. La Misericordia di Dio è infinita, e la Misericordia è vita! In ogni caso, e di fronte ad ogni situazione: anche a quelle che possono sembrare paradossali o incomprensibili.

Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

 

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