Margaret Thatcher: il Pugno di Ferro nemico della Gran Bretagna

Martedì, Aprile 9th / 2013

– di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile – 

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Margaret Thatcher: il pugno di ferro

Nemico della Gran Bretagna

Non è oro tutto quel che luccica: il tatcherismo e i

volti nascosti del distruttivo liberismo anglofono.

L'Anti-europeismo di facciata e l'asse UK-Usa

Ken Loach: "Privatizziamo il suo funerale!"

 

di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile 

Margaret Thatcher

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Londra – E’ morta, ieri, Margaret Thatcher, unica donna britannica a ricoprire il ruolo di primo ministro, dal 1979 al 1990. Si è spento così, a 87 anni, nella suite dell’Hotel Ritz, nel centro di Londra, un pezzo di storia inglese, a causa di un ictus che le si è rivelato fatale. Bandiere a mezz’asta sul Parlamento a Westminster e su Downing street, funerali che non saranno di Stato, ma comunque solenni e celebrati con gli onori militari, proprio come avrebbe voluto la Lady di Ferro. Questo il soprannome della Thatcher, famosa per le sue politiche controverse, segnate da un atteggiamento anche duro e doloroso per il Regno Unito, fautrice del liberismo economico più estremo ed evidentemente distruttivo per un Paese (ricordiamo, coloniale) che per molto tempo non ha "visto la luce del Sole".

 Il Conservatorismo "Iperliberista" di Margaret 

Nata nel 1925, figlia di un droghiere e di una sarta, la giovane signora "Margaret", dopo aver conseguito la laurea in chimica, comincia la sua scalata nel mondo politico nel Partito Conservatore dei Tory, del quale diviene esponente di spicco, tanto da ricoprire la carica di Segretario,  a partire dal 1975. Ciò sospinta – ovviamente – dalla crema del lobbismo massonico  internazionale. Nel 1979 viene candidata come Primo Ministro e, a seguito di un periodo drammatico, un netto collasso sociale ed economico  vissuto dalla Gran Bretagna (sul quale a distanza di decenni sussistono ancora mille dubbi ed ombre) la Lady di Ferro vinse le elezioni e fu posta a capo del Paese. Nacque così il mito del “tatcherismo”, un misto strategico di conservatorismo e liberismo per il quale si meritò il soprannome con cui venne conosciuta in tutto il mondo. Dall’inizio del suo mandato, decise di “risollevare” (si fa per dire) le sorti del Regno Unito, rilanciando in Europa l’idea di una Nazione forte e determinante.  Lo fece, però a spese dei suoi concittadini: modello ideale per altri sacerdoti del liberismo moderno, tra i quali l'ormai celeberrimo professor Mario Monti. La storia – d'altra parte – insegna. E questo al netto della propaganda ufficiale e delle chiacchiere politically correct dei salotti di regime occidentali e delle "scuole neoliberiste" disseminate in molte (troppe) università occidentali, pronte a raccontare storie ben diverse e piuttosto colorate.

 La "Cura da Cavallo" Thatcheriana – L'altra faccia della Reaganomics 

Lady Thatcher – nel nome di una presunta rinascita – aumentò tasso di interesse e "IVA", privilegiando in tal modo (come per tradizione) la tassazione indiretta, cioè quella protesa a colpire indiscriminatamente la fasce più deboli ed indifese della società: emula dell'altro falso profeta del liberismo Anni Ottanta, nonché suo fedelissimo "collega ed amico", Ronald Reagan e della sua distruttiva Reaganomics. Le conseguenze furono devastanti: la disoccupazione, nel giro di un solo anno, raddoppiò e le industrie sprofondarono nel buco nero della crisi. Il periodo successivo non fu di certo migliore, perché nonostante l’inflazione fosse rientrata, il tasso di disoccupazione, addirittura, quadruplicò.

 La Questione Falkland  

La condottiera britannica si "distinse" anche quando, nel 1980, gestì in prima persona l’operazione contro un gruppo di sei terroristi arabi (o pseudo-tali) che – almeno a sentire le cronache e le ricostruzioni del tempo – avevano assaltato l’Ambasciata iraniana a Londra, chiedendo l’immediato rilascio di 91 detenuti arabi in Iran e minacciando di far saltare in aria l’edificio. Le direttive della Lady di Ferro portarono in 5 giorni, di panico e fiato sospeso, alla "risoluzione definitiva" della questione, con la morte di 5 dei terroristi e la cattura di uno. La popolarità che la investì fu enorme e crebbe – sospinta da uno spirito nazionalistico – in occasione della Guerra delle Falkland, scoppiata nel 1982 e durata 72 giorni. L’Argentina, occupò le isole nel tentativo di rivendicarle, ma la Gran Bretagna ebbe la meglio. Lady Thatcher non esitò a dar l'ordine di sganciare i missili del Regno contro le portaeree argentine. Fu un bagno di sangue. Si contarono 1000 morti complessivi (per lo più argentini) e – giusto per la cronaca – un costo di guerra  di due miliardi di dollari. Il "successo" messo a segno dalla Margaret nazionale – pur se deprecabile sul piano morale – diede un'iniezione di "patriottismo mediatico" senza precedenti, sull’onda del quale la Thatcher ottenne il suo secondo mandato da Primo Ministro, nel 1983.

 Aaa… Diritti dei Lavoratori cercasi – La morte dei Minatori 

La seconda fase dell'esperienza tatcheriana partì – come noto – con la lotta avviata contro il potere dei sindacati e con una legge che rendeva illegale lo sciopero. Per la cronaca: Barroso ci provò qualche mese fa in Commissione, a Bruxelles. Tentativo fallito! Ma a ben vedere la Fornero ci è riuscita – di fatto ed indirettamente – in Italia nel 2012, scoraggiando gli scioperi con la minaccia psicologica del licenziamento facile supportata a dovere dalla cosiddetta "Riforma dell'Art. 18". Cosa di cui sembra non parlare più nessuno. Ma – chiusa questa piccola parentesi – c'è da dire che quelli furono anche i controversi anni del braccio di ferro, tra i minatori (che proclamarono lo sciopero ad oltranza per opporsi alla chiusura di molte miniere) e l’esecutivo britannico. Anni caratterizzati da violente repressioni da parte della polizia nei confronti dei lavoratori "delle viscere della Terra", costretti a cedere, dopo un anno,  davanti alla durezza imposta dalla Thatcher. Numerosi minatori morirono in seguito alla sciopero della fame deciso ad oltranza, ma ciò non fermò la Lady di Ferro. 

 Lady Thatcher e le Privatizzazioni – Il Paradiso delle Lobby 

Nel 1984, l’Ira – a quanto pare – mancò il suo bersaglio: la Iron Lady scampò all’attentato messo in piedi da estremisti irlandesi contro la sede del Gran Hotel, a Brighton, in cui era in corso il Congresso del Partito.  Si aprì, quindi, l’era delle privatizzazioni a tutto campo, nel tentativo – dichiarato – di "limitare l’intervento dello Stato in tutti i settori della vita inglese".  Privatizzazioi accompagnate a nuovi sanguinosi tagli alla spesa pubblica. Vi ricorda nulla tutto ciò? Ma la realtà fu ben diversa da quella dipinta dalla lobbycrazia al potere. Nel Regno Unito come negli Usa (e poi in Russia su iniziativa del liberista Mickhail Gorbachev) si diede vita al più noto e controverso processo storico di spoliazione di massa dei popoli. L'80% della ricchezza finì nelle mani del 2% della popolazione. Fenomeno avvertito in maniera ancor più devastante negli Usa: Paese all'epoca ancora scosso per gli inganni bancari e la Grande Crisi fomentata degli Anni Trenta. Un qualcosa di mai visto prima: almeno fino al 2012. 

 L'avvio del Terzo Mandato e l'Europa 

Vicina agli Stati Uniti di Ronald Reagan,  in quegli anni la Gran Bretagna fornì numerose basi aeree e supporto logistico militare all’alleato storico, partecipando al bombardamento americano della Libia nel 1986. L’anno successivo fu quello della rielezione, che consegnò nelle mani della Thatcher il potere per la terza volta consecutiva. In questo periodo i suoi acerrimi nemici dichiarati furono la moneta unica e l’idea di un’Europa unita, contro i quali si schierò "apertamente", almeno all'apparenza. Infatti come pochi storici e studiosi (per non parlare di colleghi giornalisti) hanno l'onestà intellettuale di riconoscere il celebre discorso sull'Europa, celebratto dinnanzi all'eurocasta di Strasburgo, fu un capolavoro di strategia ed ipocrisia. In realtà la posizione di indipendenza rispetto all'euro da parte dell'UK permise alle lobby della City of London di "controllare" la colonia anglofona Europa dall'esterno, senza subire i deleteri effetti del mercato unico. D'atra parte non scordiamo come la Bank of England ancora oggi sia l'espressione lobbistica di un Paese (qual è il Regno Unito) che detiene il pacchetto azionario di maggioranza della BCE, pur non essendo l'UK parte dell'Eurozona. Strano, non trovate? Senza scordare il fatto che oggi esso (ovviamente rimasto fuori dal trappolone Tobin Tax a 11 Paesi, per volontà dello scaltro Cameron) sia considerato – a ragione – il paradiso continentale della speculazione, proprio a discapito di oltre 200 milioni di Europei dei cosiddetti Paesi PIGS. Perchè dunque la Thatcher avrebbe dovuto rinunciare alla cara sterlina inglese? Perchè farlo dopo un certosino lavoro di secoli proteso a colonizzare l'Italia (attraverso i Mille e Garibaldi) e l'Europa mediante le armi prima e la finanza dopo? 

 Conclusione di una sfolgorante carriera politica 

Sul finire degli Anni Ottanta, si registrarono le prime spaccature all’interno del partito ed arrivò l’ora della cosiddetta “poll tax”, una tassa uguale per ogni cittadino inglese, che mise nuovamente in ginocchio le classi meno abbienti. L'Ultima perla di una "sfolgorante carriera politica" regalata dalla Signora Thatcher al suo popolo. Il 1990 fu l’anno della sua disfatta politica (concertata) e la fine del tatcherismo. In conclusione a questa sia pur breve – ma doverosa – dissertazione storica, possiamo pertanto riconoscere come quelle del rigore e dell'austerity – segni distintivi della leader inglese – non siano state di certo misure esemplari di cui andar fieri, anzi!  Nessuna considerazione del cittadino e della persona, ma solo ed esclusivamente dello Stato. Anzi prego: dello "Status" quo del lobbismo più sfrenato e deleterio. Se i media hanno cercato, da sempre, di fornire e dipingere con fantasia estrema un’immagine  di condottiera con un alto senso della patria, la realtà appare come visto un pò differente rispetto al “racconto di comodo". E rispetto – concorderete con noi – ai libri di storia scritti a vagonate e provvidenzialemnte distribuiti in università ed istituti di scuola superiore. Manuali di favole scritti (curiosamente) anche e soprattutto da molti sedicenti "oppositori" di sinistra e difensori del proletariato. Come mai? La risposta è semplice, e chi ha orecchie per intendere, intenda!

 Combattente vera, ma di una Guerra Falsa 

Nelle ultime ore c’è chi ricorda la Thatcher come un personaggio politico d’eccezione; chi commenta con tristezza la sua morte, chi la elogia per il suo lodevole operato: rioconoscendole addirittura un ruolo primario nella strategica e "falsissima" bufala mediatica chiamata "Guerra fredda". Ma c’è anche chi considera gli 11 anni del suo governo, come un periodo di sofferenza autentica e di spietata indifferenza nel riconoscimento dei diritti umani. C’è, infine, chi va sul pesante, come il regista Ken Loch: “Privatizziamo il suo funerale – ha dichiarato – Facciamo un’asta e accettiamo l’offerta più economica. Del resto, è quello che avrebbe voluto. E’ stata una combattente – continua Loach – ed il suo nemico era la classe lavoratrice britannica”. Parole dure alle quali si aggiunge un triste ricordo: “quello dell’incontro con il torturatore Pinochet , mentre la signora dava del terrorista a Mandela”. Questa è la realtà. Questa è storia!

Sergio Basile, Maria Laura Barbuto (Copyright © 2013 Qui Europa)

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